L’exemplum Socratis: l’immagine di Socrate nel De beneficiis di Seneca

L’essere un exemplum costituì una condizione connaturata alla figura di Socrate già nella sua vicenda storica, rappresentando una caratteristica insita nella sua missione e nel suo filosofare. Lo Stoicismo non fece che confermare tale atteggiamento, dal momento che Socrate costituì per la Stoà un punto di riferimento privilegiato e che la sua influenza fu profonda e duratura. Il presente studio si propone di considerare il caso del De beneficiis di Seneca, esaminando come, in quale misura, e con quali scopi, il filosofo si sia servito dell’exemplum Socratis all’interno dell’opera. In essa, infatti, si fa riferimento a Socrate 21 volte e, in questi casi, l’interesse per il ritratto socratico deriva dalla constatazione che, più che le sezioni argomentative, siano le parti aneddotiche ad esercitare quel ruolo parenetico in grado di dare forza alle prime, all’interno di un’etica nella quale il fine dell’exemplum consiste nel chiarificare le proposte teoriche, ispirando prassi di stampo morale, sociologico e relazionale.