Il governo a ceduo del castagno basa la sua efficacia sulla illimitata capacità pollonifera della specie in grado di garantire un numero abbondante di polloni con ottime potenzialità di crescita fin dal primo anno. Queste caratteristiche rendono piuttosto flessibile la scelta del sistema selvicolturale da adottare e consentono di ottenere una ampia gamma di assortimenti legnosi. La scelta del sistema selvicolturale, legata principalmente alla definizione di un turno tecnico, risulta condizionata - oltre che dalle caratteristiche ecologiche della specie - dalla stazione e dal contesto socio-economico in cui si opera. I sistemi selvicolturali indicati per il governo a ceduo del castagneto variano quindi in funzione degli obiettivi specifici, ma possono essere raggruppati in due macro-categorie, una più conosciuta e tradizionale detta “selvicoltura di popolamento” ed una di recente introduzione che opera in funzione di individui-candidati detta “selvicoltura d’albero”. Nella selvicoltura di popolamento, il diradamento individua i polloni da eliminare (selezione negativa), mentre nella selvicoltura d’albero la priorità va alla selezione dei fusti candidati da preservare (selezione positiva) favorendone lo sviluppo eliminando in maniera progressiva tutti i possibili concorrenti fino a fine turno. Con questa seconda opzione il materiale di risulta dai diradamenti è di dimensioni maggiori (in quanto possono essere abbattuti anche polloni dominanti) e può trovare più facilmente uno sbocco di mercato, riducendo così i costi degli interventi colturali. Per ognuna delle due opzioni vengono proposti vari sistemi selvicolturali che si differenziano: (i) per la lunghezza del turno, (ii) per il numero, il tipo, la frequenza e l’intensità dei diradamenti, (iii) per gli assortimenti prodotti; (iv) per i criteri di applicabilità. Carattere comune ai due approcci è la precocità del primo intervento che dovrebbe essere effettuato, in funzione della fertilità, tra 8 e 15 anni, quando inizia a delinearsi visivamente la struttura sociale del soprassuolo differenziando chiaramente i polloni dominanti da quelli sottoposti. Altro aspetto da valutare in entrambi i sistemi è l’effetto negativo delle matricine sull’accrescimento dei polloni, principalmente nel caso di turni lunghi quando l’obiettivo gestionale è la produzione di qualità. In conclusione, la gestione attiva e diversificata dei cedui di castagno può rappresentare un’opportunità per la valorizzazione dei soprassuoli e dei loro servizi ecosistemici in generale. Purtroppo, nonostante che i trattamenti proposti siano stati definiti da decenni di sperimentazione e da applicazioni in campo, siano in linea con le caratteristiche ecologiche e biologiche della specie e siano in grado di soddisfare anche le richieste di multifunzionalità, in alcuni casi non possono essere applicati per la presenza di sostanziali e ostacolanti vincoli normativi. I contenuti trattati in questo contributo sono parte del Dossier “Castanicoltura da legno: stato dell’arte e criticità” pubblicato dagli autori stessi su Sherwood Foreste ed Alberi Oggi n. 266.

Sistemi selvicolturali per i cedui di castagno

enrico marcolin
Writing – Original Draft Preparation
;
mario pividori
Writing – Review & Editing
;
2024

Abstract

Il governo a ceduo del castagno basa la sua efficacia sulla illimitata capacità pollonifera della specie in grado di garantire un numero abbondante di polloni con ottime potenzialità di crescita fin dal primo anno. Queste caratteristiche rendono piuttosto flessibile la scelta del sistema selvicolturale da adottare e consentono di ottenere una ampia gamma di assortimenti legnosi. La scelta del sistema selvicolturale, legata principalmente alla definizione di un turno tecnico, risulta condizionata - oltre che dalle caratteristiche ecologiche della specie - dalla stazione e dal contesto socio-economico in cui si opera. I sistemi selvicolturali indicati per il governo a ceduo del castagneto variano quindi in funzione degli obiettivi specifici, ma possono essere raggruppati in due macro-categorie, una più conosciuta e tradizionale detta “selvicoltura di popolamento” ed una di recente introduzione che opera in funzione di individui-candidati detta “selvicoltura d’albero”. Nella selvicoltura di popolamento, il diradamento individua i polloni da eliminare (selezione negativa), mentre nella selvicoltura d’albero la priorità va alla selezione dei fusti candidati da preservare (selezione positiva) favorendone lo sviluppo eliminando in maniera progressiva tutti i possibili concorrenti fino a fine turno. Con questa seconda opzione il materiale di risulta dai diradamenti è di dimensioni maggiori (in quanto possono essere abbattuti anche polloni dominanti) e può trovare più facilmente uno sbocco di mercato, riducendo così i costi degli interventi colturali. Per ognuna delle due opzioni vengono proposti vari sistemi selvicolturali che si differenziano: (i) per la lunghezza del turno, (ii) per il numero, il tipo, la frequenza e l’intensità dei diradamenti, (iii) per gli assortimenti prodotti; (iv) per i criteri di applicabilità. Carattere comune ai due approcci è la precocità del primo intervento che dovrebbe essere effettuato, in funzione della fertilità, tra 8 e 15 anni, quando inizia a delinearsi visivamente la struttura sociale del soprassuolo differenziando chiaramente i polloni dominanti da quelli sottoposti. Altro aspetto da valutare in entrambi i sistemi è l’effetto negativo delle matricine sull’accrescimento dei polloni, principalmente nel caso di turni lunghi quando l’obiettivo gestionale è la produzione di qualità. In conclusione, la gestione attiva e diversificata dei cedui di castagno può rappresentare un’opportunità per la valorizzazione dei soprassuoli e dei loro servizi ecosistemici in generale. Purtroppo, nonostante che i trattamenti proposti siano stati definiti da decenni di sperimentazione e da applicazioni in campo, siano in linea con le caratteristiche ecologiche e biologiche della specie e siano in grado di soddisfare anche le richieste di multifunzionalità, in alcuni casi non possono essere applicati per la presenza di sostanziali e ostacolanti vincoli normativi. I contenuti trattati in questo contributo sono parte del Dossier “Castanicoltura da legno: stato dell’arte e criticità” pubblicato dagli autori stessi su Sherwood Foreste ed Alberi Oggi n. 266.
2024
Foreste per il futuro: nuove sfide per la gestione multifunzionale e la ricerca”. XIV Congresso Nazionale SISEF, Padova (Italy) 9 - 12 Set 2024
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