Nella biblioteca trivulziana di Milano si conserva, in un unico voluminoso manoscritto, il trattato De necessitate, eiusque privilegiis et prerogativis di Jacopo Menochio. L’impostazione scelta da Menochio può essere meglio compresa grazie al confronto con altri trattati cinque-seicenteschi che affrontano temi dalla stessa natura trasversale e articolata (la povertà, la malattia e simili). Benchè l’opera sia incompleta, la lettura si rivela di notevole interesse sia nella prima parte, più rifinita e meditata, dedicata all’introduzione teorica sul concetto filosofico-giuridico di necessità, sia in quella, assai più confusa e frammentaria, in cui l’autore progettava di analizzare in modo analitico i numerosi privilegia, che nell’ambito del diritto si collegano alle diverse concezioni e situazioni di necessità. Proprio il carattere disorganico del codice lo rende anzi di particolare rilievo: oltre a dare un saggio del sapere giuridico del professore pavese, alle prese con un concetto dalle molteplici sfaccettature teorico-pratiche, il testo offre una interessante visione del metodo di lavoro con il quale va costruendosi un trattato su un tema così complesso, e ci mostra il modo in cui un illustre giurista dell’età del tardo diritto comune padroneggia l’immensa mole delle fonti e delle autorità di riferimento per giungere alla soluzione di ogni possibile caso concreto.

LA NECESSITÀ COME CATEGORIA GIURIDICA: UN’IPOTESI DI LAVORO PER JACOPO MENOCHIO

chiara valsecchi
2024

Abstract

Nella biblioteca trivulziana di Milano si conserva, in un unico voluminoso manoscritto, il trattato De necessitate, eiusque privilegiis et prerogativis di Jacopo Menochio. L’impostazione scelta da Menochio può essere meglio compresa grazie al confronto con altri trattati cinque-seicenteschi che affrontano temi dalla stessa natura trasversale e articolata (la povertà, la malattia e simili). Benchè l’opera sia incompleta, la lettura si rivela di notevole interesse sia nella prima parte, più rifinita e meditata, dedicata all’introduzione teorica sul concetto filosofico-giuridico di necessità, sia in quella, assai più confusa e frammentaria, in cui l’autore progettava di analizzare in modo analitico i numerosi privilegia, che nell’ambito del diritto si collegano alle diverse concezioni e situazioni di necessità. Proprio il carattere disorganico del codice lo rende anzi di particolare rilievo: oltre a dare un saggio del sapere giuridico del professore pavese, alle prese con un concetto dalle molteplici sfaccettature teorico-pratiche, il testo offre una interessante visione del metodo di lavoro con il quale va costruendosi un trattato su un tema così complesso, e ci mostra il modo in cui un illustre giurista dell’età del tardo diritto comune padroneggia l’immensa mole delle fonti e delle autorità di riferimento per giungere alla soluzione di ogni possibile caso concreto.
2024
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