L’A. analizza gli artt. 183-ter e 183-quater c.p.c., introdotti dalla c.d. Riforma Cartabia del processo civile, attuata con il d.lgs. n. 149 del 10 ottobre 2022. Le due figure di ordinanze ivi contemplate, che volgono ad accelerare – su istanza di parte – la definizione delle controversie su diritti disponibili di competenza del tribunale, sollevano notevoli perplessità principalmente perché assai di rado le parti avranno interesse a richiederne l’emanazione, dato che si tratta di provvedimenti inidonei a produrre gli effetti della cosa giudicata. Anche quando dalla loro adozione possa derivare un qualche vantaggio per l’istante, si profilano inoltre non pochi problemi di tenuta costituzionale e di interpretazione sistematica, che inducono a ridurne al lumicino la concreta operatività. Nel contributo si evidenziano le incongruenze insite nei due istituti, che sembrano essere frutto di una non troppo meditata fusione delle discipline relative ai rimedi del référé-provision francese e del summary judgment inglese. Dopo un approfondimento critico sull’esperienza comparatistica, l’A. commenta le norme comuni ad entrambi i provvedimenti, per soffermarsi infine singolarmente sull’ordinanza di accoglimento per manifesta fondatezza della domanda e sull’ordinanza di rigetto per manifesta infondatezza della domanda o per vizi non sanati dell’editio actionis.

Le ordinanze di accoglimento e di rigetto della domanda ai sensi degli artt. 183-ter e 183-quater c.p.c.

B. Zuffi
2024

Abstract

L’A. analizza gli artt. 183-ter e 183-quater c.p.c., introdotti dalla c.d. Riforma Cartabia del processo civile, attuata con il d.lgs. n. 149 del 10 ottobre 2022. Le due figure di ordinanze ivi contemplate, che volgono ad accelerare – su istanza di parte – la definizione delle controversie su diritti disponibili di competenza del tribunale, sollevano notevoli perplessità principalmente perché assai di rado le parti avranno interesse a richiederne l’emanazione, dato che si tratta di provvedimenti inidonei a produrre gli effetti della cosa giudicata. Anche quando dalla loro adozione possa derivare un qualche vantaggio per l’istante, si profilano inoltre non pochi problemi di tenuta costituzionale e di interpretazione sistematica, che inducono a ridurne al lumicino la concreta operatività. Nel contributo si evidenziano le incongruenze insite nei due istituti, che sembrano essere frutto di una non troppo meditata fusione delle discipline relative ai rimedi del référé-provision francese e del summary judgment inglese. Dopo un approfondimento critico sull’esperienza comparatistica, l’A. commenta le norme comuni ad entrambi i provvedimenti, per soffermarsi infine singolarmente sull’ordinanza di accoglimento per manifesta fondatezza della domanda e sull’ordinanza di rigetto per manifesta infondatezza della domanda o per vizi non sanati dell’editio actionis.
2024
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Descrizione: estratto dal fascicolo GPC_3-2024
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