I pazienti affetti da malattie ematologiche in fase avanzata hanno una serie di bisogni che richiederebbero una presa in carico globale da parte delle cure palliative. Nondimeno, rispetto agli altri malati di tumore, mediamente tali pazienti accedono alle cure palliative poco e tardi, e hanno maggiore probabilità di morire in ospedale invece che a casa o in hospice. Da oltre vent’anni si dibatte in letteratura sulle ragioni di tale situazione, e non mancano narrazioni di singole esperienze incoraggianti che provano a modificare tale quadro. La situazione complessiva, tuttavia, non appare in significativo mutamento. In questo articolo proponiamo un’utile strategia per superare l’attuale impasse: creare sistematiche occasioni di confronto tra ematologi e palliativisti, in cui considerare la situazione del paziente nella prospettiva della bioetica clinica. Quest’ultima può infatti giovare sia in termini di metodo, sia di contenuto, aiutando a individuare il percorso di cura più rispettoso alla luce di una visione globale della persona, sulla base di alcuni fondamentali principi etico-giuridici. Tale proposta sarà preceduta dall’analisi di una storia di cura, per far emergere dalla concretezza della clinica alcune dinamiche che dovrebbero essere affrontate o valorizzate all’interno di percorsi multidisciplinari di pianificazione condivisa delle cure.

Cure palliative precoci per pazienti con malattie ematologiche. Il possibile ruolo della bioetica clinica

Furlan Enrico;
2024

Abstract

I pazienti affetti da malattie ematologiche in fase avanzata hanno una serie di bisogni che richiederebbero una presa in carico globale da parte delle cure palliative. Nondimeno, rispetto agli altri malati di tumore, mediamente tali pazienti accedono alle cure palliative poco e tardi, e hanno maggiore probabilità di morire in ospedale invece che a casa o in hospice. Da oltre vent’anni si dibatte in letteratura sulle ragioni di tale situazione, e non mancano narrazioni di singole esperienze incoraggianti che provano a modificare tale quadro. La situazione complessiva, tuttavia, non appare in significativo mutamento. In questo articolo proponiamo un’utile strategia per superare l’attuale impasse: creare sistematiche occasioni di confronto tra ematologi e palliativisti, in cui considerare la situazione del paziente nella prospettiva della bioetica clinica. Quest’ultima può infatti giovare sia in termini di metodo, sia di contenuto, aiutando a individuare il percorso di cura più rispettoso alla luce di una visione globale della persona, sulla base di alcuni fondamentali principi etico-giuridici. Tale proposta sarà preceduta dall’analisi di una storia di cura, per far emergere dalla concretezza della clinica alcune dinamiche che dovrebbero essere affrontate o valorizzate all’interno di percorsi multidisciplinari di pianificazione condivisa delle cure.
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