Nelle corrispondenze spedite dalla Provincia di Lucca il tema delle privazioni materiali e della fame provata è uno dei più ricorrenti e sicuramente uno di quelli che più definì la vita e le pratiche di sopravvivenza degli italiani durante la guerra. L’obiettivo di questo contributo è ricostruire uno spaccato sulla situazione alimentare e materiale della società italiana impegnata nel conflitto, mantenendo un occhio di riguardo per la Provincia di Lucca, cercando prima di contestualizzare il concetto di fame di guerra, per poi analizzare le principali politiche di economia di guerra adottate dal fascismo e le dinamiche da queste generate, insieme ai loro effetti sulla società. Ad aiutarmi in questo intento accorre la vivace storiografia di settore, fra cui, oltre a quelli presentati nel corso del testo, segnalo per importanza i saggi di Stefano Gallo e Alberto De Bernardi, rispettivamente sulle condizioni di vita degli operai e sull’alimentazione durante il conflitto. Per il caso lucchese abbiamo un’altra opera di Pardini, che analizza il contesto sociale, economico e politico lucchese, prendendo in esame tutto il periodo bellico. Le fonti della censura postale devono invece essere usate con delicatezza: per non cadere nell’errore d’utilizzo segnalato da Elena Cortesi, esse saranno utilizzate per aggiungere elementi alle tesi presentate, e non per confermarle. In quanto fonti della memoria, il loro ruolo non è quello di fornire verità storiche scientificamente provate, bensì quello di supportare le argomentazioni. Evitare di elevare ciò che è scritto nelle corrispondenze censurate a verità scientifica in quanto testimonianza coeva è un passo fondamentale per poter apprezzare la reale ricchezza di questi scritti popolari e portare rispetto a chi li produsse.
Fame di guerra in Italia e in Provincia di Lucca: uno sguardo attraverso alcune fonti della memoria (1940-1945)
Emanuele Venchi
2024
Abstract
Nelle corrispondenze spedite dalla Provincia di Lucca il tema delle privazioni materiali e della fame provata è uno dei più ricorrenti e sicuramente uno di quelli che più definì la vita e le pratiche di sopravvivenza degli italiani durante la guerra. L’obiettivo di questo contributo è ricostruire uno spaccato sulla situazione alimentare e materiale della società italiana impegnata nel conflitto, mantenendo un occhio di riguardo per la Provincia di Lucca, cercando prima di contestualizzare il concetto di fame di guerra, per poi analizzare le principali politiche di economia di guerra adottate dal fascismo e le dinamiche da queste generate, insieme ai loro effetti sulla società. Ad aiutarmi in questo intento accorre la vivace storiografia di settore, fra cui, oltre a quelli presentati nel corso del testo, segnalo per importanza i saggi di Stefano Gallo e Alberto De Bernardi, rispettivamente sulle condizioni di vita degli operai e sull’alimentazione durante il conflitto. Per il caso lucchese abbiamo un’altra opera di Pardini, che analizza il contesto sociale, economico e politico lucchese, prendendo in esame tutto il periodo bellico. Le fonti della censura postale devono invece essere usate con delicatezza: per non cadere nell’errore d’utilizzo segnalato da Elena Cortesi, esse saranno utilizzate per aggiungere elementi alle tesi presentate, e non per confermarle. In quanto fonti della memoria, il loro ruolo non è quello di fornire verità storiche scientificamente provate, bensì quello di supportare le argomentazioni. Evitare di elevare ciò che è scritto nelle corrispondenze censurate a verità scientifica in quanto testimonianza coeva è un passo fondamentale per poter apprezzare la reale ricchezza di questi scritti popolari e portare rispetto a chi li produsse.Pubblicazioni consigliate
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