Il tema dell’università come motore dell’innovazione socio-economica nell’economia della conoscenza sta riscuotendo un notevole seguito nella letteratura sullo sviluppo urbano e regionale. LìIntroduzione al numero monografico presenta i saggi contenuti nel volume, il contesto della ricerca, focalizzata sulle città universitarie del Veneto a confornto con altri casi di città universitarie come Modena e Reggio Emilia e Coimbra. Si tratta di contributi che permettono di avviare una riflessione non certo nuova, ma che va continuamente ribadita: è necessario che le istituzioni che operano su un dato territorio vogliano davvero investire in innovazione: non si tratta di “ospitare” nel proprio territorio corsi universitari e scuole superiori come fossero servizi standard, codificati, magari indicati dalle imprese, finalizzati a riprodurre il sistema esistente, e quindi a conservarne la fisionomia. Si tratta piuttosto di costruire una strategia di innovazione, orientando la ricerca verso una specifica strategia di sviluppo a lungo termine, con una visione che guardi in avanti, tanto più se in una prospettiva di sostenibilità. Di questa “incapacità”, spesso hanno responsabilità non solo i territori e le istituzioni locali, ma anche le università, che non vedono questo processo di investimento e dialogo con il territorio come un processo biunivoco (non totalmente top down né totalmente bottom up), in cui reciprocamente si apprende e si co-creano le soluzioni dei problemi, con l’obbiettivo di ottenere dalle eliche un vero “movimento” generativo.

Introduzione al tema monografico

MESSINA P.
Conceptualization
2024

Abstract

Il tema dell’università come motore dell’innovazione socio-economica nell’economia della conoscenza sta riscuotendo un notevole seguito nella letteratura sullo sviluppo urbano e regionale. LìIntroduzione al numero monografico presenta i saggi contenuti nel volume, il contesto della ricerca, focalizzata sulle città universitarie del Veneto a confornto con altri casi di città universitarie come Modena e Reggio Emilia e Coimbra. Si tratta di contributi che permettono di avviare una riflessione non certo nuova, ma che va continuamente ribadita: è necessario che le istituzioni che operano su un dato territorio vogliano davvero investire in innovazione: non si tratta di “ospitare” nel proprio territorio corsi universitari e scuole superiori come fossero servizi standard, codificati, magari indicati dalle imprese, finalizzati a riprodurre il sistema esistente, e quindi a conservarne la fisionomia. Si tratta piuttosto di costruire una strategia di innovazione, orientando la ricerca verso una specifica strategia di sviluppo a lungo termine, con una visione che guardi in avanti, tanto più se in una prospettiva di sostenibilità. Di questa “incapacità”, spesso hanno responsabilità non solo i territori e le istituzioni locali, ma anche le università, che non vedono questo processo di investimento e dialogo con il territorio come un processo biunivoco (non totalmente top down né totalmente bottom up), in cui reciprocamente si apprende e si co-creano le soluzioni dei problemi, con l’obbiettivo di ottenere dalle eliche un vero “movimento” generativo.
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