Questa dissertazione dottorale consiste in una monografia sulle poetiche e le rappresentazioni dell’estasi nel Medioevo letterario galloromanzo, con particolare riguardo alla narrativa oitanica di argomento bretone, ma in una prospettiva comparata abbracciante un vasto corpus di scritture che spaziano dalla poesia dei trovatori al romanzo arturiano in versi e in prosa, tra XII e XIII secolo. L’indagine mira a fare emergere una casistica solo parzialmente sondata, e ancora in larga parte sommersa, e a ricomporre in una visione di sintesi le testimonianze riconducibili alle manifestazioni dei rapimenti e dei trasporti estatici, in una angolatura ermeneutica fondata sulla centralità del testo, che pone l’accento sui dispositivi formali e sugli aspetti di ricorsività retorica, valorizzando le invarianti, le persistenze di lunga durata, ma altresì le determinazioni e i contesti storico-ideologici, con speciale attenzione alle configurazioni mitico-religiose e antropologiche dell’immaginario. Un interesse specifico è rivolto a evidenziare e descrivere le strutture formulari, i moduli ritornanti, i marcatori lessicali, le parole chiave che rimandano alla sfera dell’oblio, della vertigine meditativa, del volo mistico e degli stati modificati di coscienza. Una prima porzione del lavoro è consacrata all’oltremondo del cavaliere: vi si indagano le ebbrezze, gli incantamenti, le tecniche dell’estasi dei cavalieri in trasogno. La seconda parte della tesi è dedicata agli stati d’oltranza e alle espressioni dell’estremismo guerriero. Il furor è una componente mai completamente obliterata dalla civilizzazione cortese – espressione dell’oltranza eroica e della dismisura cavalleresca –, ma è anche un elemento necessario all’innesco dell’erranza e dell’azione. La terza e ultima sezione concerne le Topografie estatiche: vi si trovano esaminate e interpretate le scenografie e le coordinate simboliche dell’Altrove e le modalità narrative dell’avventura; schemi e modelli di “uscita dal mondo” che si danno nella porosità di matrice celtica tra il qui e l’aldilà, non senza rivelare inedite sintonie con l’universo immaginale della lirica trobadorica d’oc e con il movimento paradossale e inesausto dell’asintoto erotico; non soltanto nell’inveramento di un tracciato narrativo di ascendenze folcloriche, ma anche nella condivisione di un lessico comune, che trova le sue forme – e le sue formule – più evolute e mature nella speculazione della trattatistica teologica.
Il cavaliere nell’abisso. Estasi, furori e rapimenti nella narrativa arturiana d’oïl / Muzzolon, Elena. - (2024 Jun 28).
Il cavaliere nell’abisso. Estasi, furori e rapimenti nella narrativa arturiana d’oïl
MUZZOLON, ELENA
2024
Abstract
Questa dissertazione dottorale consiste in una monografia sulle poetiche e le rappresentazioni dell’estasi nel Medioevo letterario galloromanzo, con particolare riguardo alla narrativa oitanica di argomento bretone, ma in una prospettiva comparata abbracciante un vasto corpus di scritture che spaziano dalla poesia dei trovatori al romanzo arturiano in versi e in prosa, tra XII e XIII secolo. L’indagine mira a fare emergere una casistica solo parzialmente sondata, e ancora in larga parte sommersa, e a ricomporre in una visione di sintesi le testimonianze riconducibili alle manifestazioni dei rapimenti e dei trasporti estatici, in una angolatura ermeneutica fondata sulla centralità del testo, che pone l’accento sui dispositivi formali e sugli aspetti di ricorsività retorica, valorizzando le invarianti, le persistenze di lunga durata, ma altresì le determinazioni e i contesti storico-ideologici, con speciale attenzione alle configurazioni mitico-religiose e antropologiche dell’immaginario. Un interesse specifico è rivolto a evidenziare e descrivere le strutture formulari, i moduli ritornanti, i marcatori lessicali, le parole chiave che rimandano alla sfera dell’oblio, della vertigine meditativa, del volo mistico e degli stati modificati di coscienza. Una prima porzione del lavoro è consacrata all’oltremondo del cavaliere: vi si indagano le ebbrezze, gli incantamenti, le tecniche dell’estasi dei cavalieri in trasogno. La seconda parte della tesi è dedicata agli stati d’oltranza e alle espressioni dell’estremismo guerriero. Il furor è una componente mai completamente obliterata dalla civilizzazione cortese – espressione dell’oltranza eroica e della dismisura cavalleresca –, ma è anche un elemento necessario all’innesco dell’erranza e dell’azione. La terza e ultima sezione concerne le Topografie estatiche: vi si trovano esaminate e interpretate le scenografie e le coordinate simboliche dell’Altrove e le modalità narrative dell’avventura; schemi e modelli di “uscita dal mondo” che si danno nella porosità di matrice celtica tra il qui e l’aldilà, non senza rivelare inedite sintonie con l’universo immaginale della lirica trobadorica d’oc e con il movimento paradossale e inesausto dell’asintoto erotico; non soltanto nell’inveramento di un tracciato narrativo di ascendenze folcloriche, ma anche nella condivisione di un lessico comune, che trova le sue forme – e le sue formule – più evolute e mature nella speculazione della trattatistica teologica.File | Dimensione | Formato | |
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