Le aree rurali e remote rappresentano l'83% del territorio totale dell'UE, ed ospitano il 30,6% della sua popolazione che è mediamente più anziana rispetto a quella delle aree urbane (Commissione Europea, 2021). Tali caratteri emergono negli studi dedicati al tema da parte delle istituzioni nazionali ed europee, dove le politiche si articolano in varie forme, muovendosi da un approccio sussidiario a tentativi di riattivazione e valorizzazione. Nel contributo si enfatizza la necessità di ripensare l’equilibrio fra spazio urbano e rurale come vincolo alla definizione di una geografia delle opportunità, e si pone in evidenza la necessità di guardare al territorio rurale attraverso prospettive poco praticate nel campo dell’urbanistica. Grazie al nuovo punto di vista, è possibile definire prospettive di sviluppo che superano l’approccio estrattivo o patrimoniale delle pratiche attuali, anche quando prevedono l’insediamento di infrastrutture e funzioni nel territorio rurale come motore di sviluppo, come di recente accaduto per le opere connesse al PNRR. Pertanto, a partire dalla riflessione su alcuni casi concreti della pianura padana, gli autori propongono un set di temi per supportare la definizione di progettualità necessarie ed inserite dentro un più ampio disegno di territorio e che siano al contempo funzionali al raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibili ed orientati all’inclusione sociale. Tale obiettivo è possibile solo guardando al territorio rurale con la sensibilità e gli strumenti del paesaggio e formulando proposte insediative sensibili ai caratteri del luogo e non stereotipate.
Il paesaggio rurale sotto pressione: dinamiche consolidate, nuove infrastrutture e temi per un progetto di territorio non rimediale
Dezio C.
2024
Abstract
Le aree rurali e remote rappresentano l'83% del territorio totale dell'UE, ed ospitano il 30,6% della sua popolazione che è mediamente più anziana rispetto a quella delle aree urbane (Commissione Europea, 2021). Tali caratteri emergono negli studi dedicati al tema da parte delle istituzioni nazionali ed europee, dove le politiche si articolano in varie forme, muovendosi da un approccio sussidiario a tentativi di riattivazione e valorizzazione. Nel contributo si enfatizza la necessità di ripensare l’equilibrio fra spazio urbano e rurale come vincolo alla definizione di una geografia delle opportunità, e si pone in evidenza la necessità di guardare al territorio rurale attraverso prospettive poco praticate nel campo dell’urbanistica. Grazie al nuovo punto di vista, è possibile definire prospettive di sviluppo che superano l’approccio estrattivo o patrimoniale delle pratiche attuali, anche quando prevedono l’insediamento di infrastrutture e funzioni nel territorio rurale come motore di sviluppo, come di recente accaduto per le opere connesse al PNRR. Pertanto, a partire dalla riflessione su alcuni casi concreti della pianura padana, gli autori propongono un set di temi per supportare la definizione di progettualità necessarie ed inserite dentro un più ampio disegno di territorio e che siano al contempo funzionali al raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibili ed orientati all’inclusione sociale. Tale obiettivo è possibile solo guardando al territorio rurale con la sensibilità e gli strumenti del paesaggio e formulando proposte insediative sensibili ai caratteri del luogo e non stereotipate.File | Dimensione | Formato | |
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