La presente tesi dottorale, divisa in due volumi, propone l’edizione critica coreica del Réveil de Flore, un balletto di Marius Petipa, musicato da Riccardo Drigo e andato in scena per la prima volta al Teatro Imperiale del Gran Palazzo di Peterhof, vicino a San Pietroburgo, nel 1894, in occasione delle nozze della Granduchessa Ksenija, figlia dello zar Alessandro III. Il primo volume si apre con la ricognizione storico-critica del milieu, degli artisti e della prassi coreografica che animano e contornano l’operato di Petipa negli anni precedenti la creazione del Réveil de Flore; si passa, poi, all’analisi puntuale del balletto, di cui viene anche discussa la fortuna internazionale fino ai nostri giorni; infine, viene dato spazio all’esposizione e alla disamina delle problematiche di ordine metodologico relative alla ricostruzione filologica di uno spettacolo di danza. Nel secondo volume, invece, è offerta l’edizione critica coreica vera e propria del Réveil de Flore, corredata della Premessa filologica e dell’Apparato critico-filologico. La dissertazione scaturisce dalla necessità di colmare una lacuna considerevole nel campo degli studi sulla danza, lacuna data dalla totale assenza di edizioni critiche specificamente dedicate a creazioni di ambito coreico. Ad oggi, infatti, sono state compiute solo numerose messinscene di ricostruzioni coreografiche con intento filologico, dedicate sia a capolavori del balletto romantico e post-romantico (come, ad esempio, La Sylphide, Giselle o La Belle au bois dormant) che a creazioni precedenti il XIX secolo e primo-novecentesche, e, a volte, a queste ricostruzioni è stata affiancata la pubblicazione a stampa delle soluzioni adottate, ossia della trascrizione verbale della coreografia. In nessuno di questi casi, però, le ragioni sottese alle scelte compiute sono state motivate scientificamente, se non in relazione a pochi frammenti del dettato coreico e in rare occasioni; ciò ha costretto ogni volta a ripartire da zero nelle ricerche. La tesi che qui si presenta, dunque, costituisce un’operazione pionieristica nel campo della critica filologica della danza.
Un prototipo di edizione critica per la danza: "Le Réveil de Flore" di Marius Petipa / Argentina, Marco. - (2024 Mar 26).
Un prototipo di edizione critica per la danza: "Le Réveil de Flore" di Marius Petipa
ARGENTINA, MARCO
2024
Abstract
La presente tesi dottorale, divisa in due volumi, propone l’edizione critica coreica del Réveil de Flore, un balletto di Marius Petipa, musicato da Riccardo Drigo e andato in scena per la prima volta al Teatro Imperiale del Gran Palazzo di Peterhof, vicino a San Pietroburgo, nel 1894, in occasione delle nozze della Granduchessa Ksenija, figlia dello zar Alessandro III. Il primo volume si apre con la ricognizione storico-critica del milieu, degli artisti e della prassi coreografica che animano e contornano l’operato di Petipa negli anni precedenti la creazione del Réveil de Flore; si passa, poi, all’analisi puntuale del balletto, di cui viene anche discussa la fortuna internazionale fino ai nostri giorni; infine, viene dato spazio all’esposizione e alla disamina delle problematiche di ordine metodologico relative alla ricostruzione filologica di uno spettacolo di danza. Nel secondo volume, invece, è offerta l’edizione critica coreica vera e propria del Réveil de Flore, corredata della Premessa filologica e dell’Apparato critico-filologico. La dissertazione scaturisce dalla necessità di colmare una lacuna considerevole nel campo degli studi sulla danza, lacuna data dalla totale assenza di edizioni critiche specificamente dedicate a creazioni di ambito coreico. Ad oggi, infatti, sono state compiute solo numerose messinscene di ricostruzioni coreografiche con intento filologico, dedicate sia a capolavori del balletto romantico e post-romantico (come, ad esempio, La Sylphide, Giselle o La Belle au bois dormant) che a creazioni precedenti il XIX secolo e primo-novecentesche, e, a volte, a queste ricostruzioni è stata affiancata la pubblicazione a stampa delle soluzioni adottate, ossia della trascrizione verbale della coreografia. In nessuno di questi casi, però, le ragioni sottese alle scelte compiute sono state motivate scientificamente, se non in relazione a pochi frammenti del dettato coreico e in rare occasioni; ciò ha costretto ogni volta a ripartire da zero nelle ricerche. La tesi che qui si presenta, dunque, costituisce un’operazione pionieristica nel campo della critica filologica della danza.File | Dimensione | Formato | |
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