Nel settembre 1882 una memorabile piena ha interessato i fiumi veneti: il più colpito è stato l’Adige, il cui bacino era per 9/10 sotto il dominio Austriaco. Significative sono state le esondazioni in vari punti, tra cui Trento e Verona; una rotta a Legnago (Verona), creò uno squarcio di 290 m nell’argine destro. Le acque disalveate allagarono le Valli Grandi Veronesi e si propagarono su tutto il territorio polesano, collocato tra Adige e Po, allagando 100.000 ha con ingenti danni. La chiusura della rotta, essendo il fiume pensile, non fu certo agevole e merita di essere ricordata per le modalità adottate e i risultati ottenuti. Dopo una succinta rassegna delle principali esondazioni avvenute nel 1882 nei fiumi delle Venezie, vengono descritti: il bacino dell’Adige, le caratteristiche della piena, la formazione della rotta di Legnago, il propagarsi degli allagamenti, i danni arrecati, gli interventi urgenti per la ripresa della rotta e i provvedimenti definitivi per il ripristino arginale. Sono, infine, richiamate le principali opere eseguite il secolo scorso per la messa in sicurezza della parte bassa del bacino; un cenno è fatto anche alle opere realizzate nella parte alta e a quelle ancora necessarie, specie nelle provincie di Trento e Bolzano. Le opere, già individuate dopo la piena del 1966, potrebbero ora essere riconsiderate per un utilizzo multiplo per far fronte anche ai frequenti fenomeni di siccità e per produrre energia verde.
LA ROTTA DELL’ADIGE A LEGNAGO (VERONA) DEL 1882- Alluvione del Polesine e chiusura della rotta
Enrica Belluco;
2022
Abstract
Nel settembre 1882 una memorabile piena ha interessato i fiumi veneti: il più colpito è stato l’Adige, il cui bacino era per 9/10 sotto il dominio Austriaco. Significative sono state le esondazioni in vari punti, tra cui Trento e Verona; una rotta a Legnago (Verona), creò uno squarcio di 290 m nell’argine destro. Le acque disalveate allagarono le Valli Grandi Veronesi e si propagarono su tutto il territorio polesano, collocato tra Adige e Po, allagando 100.000 ha con ingenti danni. La chiusura della rotta, essendo il fiume pensile, non fu certo agevole e merita di essere ricordata per le modalità adottate e i risultati ottenuti. Dopo una succinta rassegna delle principali esondazioni avvenute nel 1882 nei fiumi delle Venezie, vengono descritti: il bacino dell’Adige, le caratteristiche della piena, la formazione della rotta di Legnago, il propagarsi degli allagamenti, i danni arrecati, gli interventi urgenti per la ripresa della rotta e i provvedimenti definitivi per il ripristino arginale. Sono, infine, richiamate le principali opere eseguite il secolo scorso per la messa in sicurezza della parte bassa del bacino; un cenno è fatto anche alle opere realizzate nella parte alta e a quelle ancora necessarie, specie nelle provincie di Trento e Bolzano. Le opere, già individuate dopo la piena del 1966, potrebbero ora essere riconsiderate per un utilizzo multiplo per far fronte anche ai frequenti fenomeni di siccità e per produrre energia verde.Pubblicazioni consigliate
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