Nell’Editoriale di RILA 1/2022 (Santipolo 2022b), oltre che al Paradosso dell’entropia culturale visto in quanto possibile “antidoto” educabile alla non comunicazione interculturale, facevo riferimento a come “Quando gli interessi economici, politici, militari prendono il sopravvento (e anch’essi sono comunque parte della natura umana), anche le lingue diventano oggetto e fonte di divisione […]”. In tal senso, accennavo a tre concetti (glottofobia, glottocatastrofilia e glottofagia) a mio parere di fondamentale importanza per comprendere le complesse dinamiche sociolinguistiche che si possono instaurare tra le lingue tramite i loro parlanti, specie in situazioni di conflitto, non solo virtuale, ma soprattutto reale (militare). Il riferimento, chiaramente, era alla guerra lanciata dalla Russia all’Ucraina (rigorosamente pronunciata con l’accento sulla “i”). Considerato il triste perdurare dello scontro armato a distanza di circa un anno e mezzo dal suo scoppio, credo sia opportuno riproporre una riflessione più ampia e allo stesso tempo, auspicabilmente, più profonda sulla questione dei rapporti tra le lingue, non solo in ambiti di guerra, ma anche in condizioni meno cruente. Per far ciò, nei prossimi paragrafi, prenderò in esame alcuni concetti, apparentemente trasparenti, ma che possono rivelarsi piuttosto infidi se non analizzati con adeguata attenzione. Nel farlo, per ciascun termine, cercherò di ricorrere ad esempi concreti ispirati a diverse realtà, anche molto lontane tra loro, non solo geograficamente. A conclusione della carrellata, cercherò altresì di avanzare una proposta linguistico-educativa per far fronte alle problematiche che ciascun conetto può evocare.
Dalla glottofobia alla glottofonia: alcune riflessioni terminologiche, politico-linguistiche e linguistico-educative
Matteo Santipolo
2023
Abstract
Nell’Editoriale di RILA 1/2022 (Santipolo 2022b), oltre che al Paradosso dell’entropia culturale visto in quanto possibile “antidoto” educabile alla non comunicazione interculturale, facevo riferimento a come “Quando gli interessi economici, politici, militari prendono il sopravvento (e anch’essi sono comunque parte della natura umana), anche le lingue diventano oggetto e fonte di divisione […]”. In tal senso, accennavo a tre concetti (glottofobia, glottocatastrofilia e glottofagia) a mio parere di fondamentale importanza per comprendere le complesse dinamiche sociolinguistiche che si possono instaurare tra le lingue tramite i loro parlanti, specie in situazioni di conflitto, non solo virtuale, ma soprattutto reale (militare). Il riferimento, chiaramente, era alla guerra lanciata dalla Russia all’Ucraina (rigorosamente pronunciata con l’accento sulla “i”). Considerato il triste perdurare dello scontro armato a distanza di circa un anno e mezzo dal suo scoppio, credo sia opportuno riproporre una riflessione più ampia e allo stesso tempo, auspicabilmente, più profonda sulla questione dei rapporti tra le lingue, non solo in ambiti di guerra, ma anche in condizioni meno cruente. Per far ciò, nei prossimi paragrafi, prenderò in esame alcuni concetti, apparentemente trasparenti, ma che possono rivelarsi piuttosto infidi se non analizzati con adeguata attenzione. Nel farlo, per ciascun termine, cercherò di ricorrere ad esempi concreti ispirati a diverse realtà, anche molto lontane tra loro, non solo geograficamente. A conclusione della carrellata, cercherò altresì di avanzare una proposta linguistico-educativa per far fronte alle problematiche che ciascun conetto può evocare.File | Dimensione | Formato | |
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