Il saggio indaga la natura e la funzione dell’alea nel contratto derivato, con particolare riferimento all’interest rate swap (IRS), mettendo in luce come il rischio non sia un elemento accidentale, ma il nucleo causale e strutturale del negozio. L’analisi mostra che la validità del derivato dipende dalla razionalità dell’alea, intesa come conoscibilità, misurabilità e condivisibilità tra le parti: solo un rischio determinabile in termini qualitativi e quantitativi può costituire oggetto lecito di regolazione contrattuale. Attraverso l’esame della funzione economico-giuridica dell’IRS, il saggio distingue tra derivati di copertura e derivati speculativi, sottolineando che la differenza non dipende dallo scopo soggettivo dell’investitore, ma dalla struttura oggettiva del rischio assunto. Quando l’alea non è definita o risulta asimmetrica, il contratto perde la sua funzione di gestione del rischio e degenera in una scommessa priva di causa concreta. L’autore propone una rilettura civilistica dei derivati, fondata sui principi di causa concreta e meritevolezza dell’interesse perseguito, secondo cui l’alea misurabile rappresenta non solo un presupposto di validità, ma anche il criterio di legittimità del contratto. Il saggio giunge così a una conclusione di ampio respiro sistematico: nel diritto dei contratti finanziari, la razionalità dell’alea costituisce il punto di equilibrio tra autonomia privata e ordine pubblico economico, tra libertà di rischio e tutela contro l’arbitrio.

Quantità e qualità dell’alea come elemento necessario del derivato IRS

Giovanni Calabrese
2020

Abstract

Il saggio indaga la natura e la funzione dell’alea nel contratto derivato, con particolare riferimento all’interest rate swap (IRS), mettendo in luce come il rischio non sia un elemento accidentale, ma il nucleo causale e strutturale del negozio. L’analisi mostra che la validità del derivato dipende dalla razionalità dell’alea, intesa come conoscibilità, misurabilità e condivisibilità tra le parti: solo un rischio determinabile in termini qualitativi e quantitativi può costituire oggetto lecito di regolazione contrattuale. Attraverso l’esame della funzione economico-giuridica dell’IRS, il saggio distingue tra derivati di copertura e derivati speculativi, sottolineando che la differenza non dipende dallo scopo soggettivo dell’investitore, ma dalla struttura oggettiva del rischio assunto. Quando l’alea non è definita o risulta asimmetrica, il contratto perde la sua funzione di gestione del rischio e degenera in una scommessa priva di causa concreta. L’autore propone una rilettura civilistica dei derivati, fondata sui principi di causa concreta e meritevolezza dell’interesse perseguito, secondo cui l’alea misurabile rappresenta non solo un presupposto di validità, ma anche il criterio di legittimità del contratto. Il saggio giunge così a una conclusione di ampio respiro sistematico: nel diritto dei contratti finanziari, la razionalità dell’alea costituisce il punto di equilibrio tra autonomia privata e ordine pubblico economico, tra libertà di rischio e tutela contro l’arbitrio.
2020
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3499230
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