L'artista brasiliano Paulo Nazareth (1977) mette al centro del suo lavoro la ricerca delle proprie origini e, nello specifico, le sue serie di ritratti fotografici sono particolarmente interessanti nella fusione di pratica artistica e ricerca identitaria. Nella serie 'To remind you to remain rilent' (2009), Nazareth si fa fotografare di fronte e di profilo riallacciandosi alle schedature fotografiche impiegate come mezzi di controllo, sorveglianza e comparazione razziale prima dalle campagne etno-antropologiche e poi dal colonialismo. Tuttavia, in tali scatti l'artista annichilisce il potere spersonalizzante della 'schedatura' con l'obiettivo di ridare voce a un popolo, il suo, ridotto al silenzio prima dal colonialismo e poi dalla dittatura. In un'altra serie, 'Indigenous Face' (2011-2012), Nazareth posa di fianco a uomini e donne incontrati durante i suoi viaggi. In tali opere è l'identità stessa dell'artista ad essere riformulata agli occhi delle popolazioni locali, dimostrando la fallacia di ogni presunto sistema di classificazione razziale. Tutt'altro che narcisistici, anzi spesso ironici, i ritratti fotografici di Nazareth oltrepassano gli angusti confini dell'autobiografia per raccontare il passato, ma anche il presente, del Brasile, dando corpo a una memoria che rifiuta di essere ridotta al silenzio.
Per non rimanere in silenzio: fotografia e identità nell'opera di Paulo Nazareth
Federica Stevanin
2023
Abstract
L'artista brasiliano Paulo Nazareth (1977) mette al centro del suo lavoro la ricerca delle proprie origini e, nello specifico, le sue serie di ritratti fotografici sono particolarmente interessanti nella fusione di pratica artistica e ricerca identitaria. Nella serie 'To remind you to remain rilent' (2009), Nazareth si fa fotografare di fronte e di profilo riallacciandosi alle schedature fotografiche impiegate come mezzi di controllo, sorveglianza e comparazione razziale prima dalle campagne etno-antropologiche e poi dal colonialismo. Tuttavia, in tali scatti l'artista annichilisce il potere spersonalizzante della 'schedatura' con l'obiettivo di ridare voce a un popolo, il suo, ridotto al silenzio prima dal colonialismo e poi dalla dittatura. In un'altra serie, 'Indigenous Face' (2011-2012), Nazareth posa di fianco a uomini e donne incontrati durante i suoi viaggi. In tali opere è l'identità stessa dell'artista ad essere riformulata agli occhi delle popolazioni locali, dimostrando la fallacia di ogni presunto sistema di classificazione razziale. Tutt'altro che narcisistici, anzi spesso ironici, i ritratti fotografici di Nazareth oltrepassano gli angusti confini dell'autobiografia per raccontare il passato, ma anche il presente, del Brasile, dando corpo a una memoria che rifiuta di essere ridotta al silenzio.File | Dimensione | Formato | |
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