Il saggio La Vénus à la fourrure (Venere in pelliccia, 2013), si inserisce all’interno di un volume dedicato ai rapporti tra cinema, letteratura e intermedialità. A partire dal riconoscimento di come nella vasta produzione di Roman Polanski l’interesse per l’ibridazione tra forme artistiche appartenenti ad aree differenti sia stato sempre presente, l’analisi del film prende avvio mettendo in luce come nonostante il passaggio tra componenti espressive diverse, tra parola letteraria, messa in scena teatrale e forma filmica, si traduca nella realizzazione di un’opera che si presenta solidamente cinematografica. Viene messo in luce il forte legame del film con differenti dispositivi mediali e con la fitta presenza di citazioni che rimandano a un ampio ventaglio di contesti, generi e linguaggi espressivi. Il gioco di ripetizioni e variazioni in esso presenti viene inoltre esplorata tenendo conto della fluida ironia che accompagna narrazione e componente visiva e che, attraverso pochi segni, viene declinata mediante oggetti feticcio, l’incrociarsi di piani speculari e di simmetrie, ed echi che assolvono funzioni metadiscorsive. Ampio spazio è dedicato a traiettorie dello sguardo e geometrie del desiderio, che vedono nei tratti fantasmatici da cui è percorso il lungometraggio una delle declinazioni delle dinamiche tra l’universo enigmatico della donna e un maschile imprigionato nel proprio fantasma.

La Vénus à la fourrure (Venere in pelliccia),Roman Polanski, 2013

Rosamaria Salvatore
2023

Abstract

Il saggio La Vénus à la fourrure (Venere in pelliccia, 2013), si inserisce all’interno di un volume dedicato ai rapporti tra cinema, letteratura e intermedialità. A partire dal riconoscimento di come nella vasta produzione di Roman Polanski l’interesse per l’ibridazione tra forme artistiche appartenenti ad aree differenti sia stato sempre presente, l’analisi del film prende avvio mettendo in luce come nonostante il passaggio tra componenti espressive diverse, tra parola letteraria, messa in scena teatrale e forma filmica, si traduca nella realizzazione di un’opera che si presenta solidamente cinematografica. Viene messo in luce il forte legame del film con differenti dispositivi mediali e con la fitta presenza di citazioni che rimandano a un ampio ventaglio di contesti, generi e linguaggi espressivi. Il gioco di ripetizioni e variazioni in esso presenti viene inoltre esplorata tenendo conto della fluida ironia che accompagna narrazione e componente visiva e che, attraverso pochi segni, viene declinata mediante oggetti feticcio, l’incrociarsi di piani speculari e di simmetrie, ed echi che assolvono funzioni metadiscorsive. Ampio spazio è dedicato a traiettorie dello sguardo e geometrie del desiderio, che vedono nei tratti fantasmatici da cui è percorso il lungometraggio una delle declinazioni delle dinamiche tra l’universo enigmatico della donna e un maschile imprigionato nel proprio fantasma.
2023
Cinema, letteratura, intermedialità
978-88-290-1844-4
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