Il restauro condotto al Castello del Buonconsiglio alle tavole con i cosiddetti Sapienti, approntate fra il 1531 e il 1532 da Dosso e Battista Dossi per il soffitto della biblioteca del vescovo Bernardo Cles, ha implicato preventive analisi diagnostiche e ha soprattutto permesso una attenta e inedita analisi dei dipinti portati a terra dalla loro normale collocazione nel cassettonato della sala. Il saggio si è proposto di fare luce sulle strategie lavorative della “ditta Dossi” e sul contributo individuale dei due fratelli nella progettazione e nell’esecuzione di tutto l’ambiente anche considerando l’ingente apporto agli studi sulla pittura ferrarese degli ultimi quarant’anni: sono ripercorsi passaggi cruciali della carriera del Cles culminati nella conquista della porpora ottenuta a Bologna, commentati le fonti e i documenti contabili dei lavori, tenendo conto per la prima volta degli aggiornamenti apportati negli studi d’archivio sul fronte estense; si è ripercorso il profilo di Battista confrontando ciascun Sapiente con le opere a lui accreditabili con certezza e recuperando un disegno inedito a lui assegnato da un’iscrizione antica. Dall’analisi stilistica dei Sapienti, indagati uno a uno, emerge la forza inventiva e prorompente di Dosso, anche nell’interpretazione e traduzione dei grandi modelli rinascimentali, ma l’assestarsi – a tratti incerto - delle figure sulla balaustra, e l’esecuzione stessa, sembrano affidate a Battista e talvolta ad aiuti di bottega. Battista però è parte integrante della bottega e la sua piena autonomia sarà possibile solo dopo la morte del fratello maggiore.
I Sapienti della Libraria: i tempi e i ruoli dei Dossi nella loro esecuzione
Alessandra Pattanaro
2023
Abstract
Il restauro condotto al Castello del Buonconsiglio alle tavole con i cosiddetti Sapienti, approntate fra il 1531 e il 1532 da Dosso e Battista Dossi per il soffitto della biblioteca del vescovo Bernardo Cles, ha implicato preventive analisi diagnostiche e ha soprattutto permesso una attenta e inedita analisi dei dipinti portati a terra dalla loro normale collocazione nel cassettonato della sala. Il saggio si è proposto di fare luce sulle strategie lavorative della “ditta Dossi” e sul contributo individuale dei due fratelli nella progettazione e nell’esecuzione di tutto l’ambiente anche considerando l’ingente apporto agli studi sulla pittura ferrarese degli ultimi quarant’anni: sono ripercorsi passaggi cruciali della carriera del Cles culminati nella conquista della porpora ottenuta a Bologna, commentati le fonti e i documenti contabili dei lavori, tenendo conto per la prima volta degli aggiornamenti apportati negli studi d’archivio sul fronte estense; si è ripercorso il profilo di Battista confrontando ciascun Sapiente con le opere a lui accreditabili con certezza e recuperando un disegno inedito a lui assegnato da un’iscrizione antica. Dall’analisi stilistica dei Sapienti, indagati uno a uno, emerge la forza inventiva e prorompente di Dosso, anche nell’interpretazione e traduzione dei grandi modelli rinascimentali, ma l’assestarsi – a tratti incerto - delle figure sulla balaustra, e l’esecuzione stessa, sembrano affidate a Battista e talvolta ad aiuti di bottega. Battista però è parte integrante della bottega e la sua piena autonomia sarà possibile solo dopo la morte del fratello maggiore.Pubblicazioni consigliate
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