This essay aims to provide a first new contribution on the figure of Milo Corso Malverna, a versatile author who moved to Africa during the Ventennio. The artist, his activities and his works have only been studied superficially and partially, and for the most part in relation to a group of paintings and sculptures now in the Museum of Civilisations in Rome. This work therefore wishes to broaden the knowledge about this artist, who, through his heterogeneous activity, was fully inserted in the colonialist vein, assuming the roles of painter, illustrator, sculptor, exhibition organiser, writer, art critic and poet. Arrived in Somalia in 1927 and then moved to Libya in 1931, Corso Malverna made a name for himself in the Tripolin context, where among other things he held the position of President of the Fascist Colonial Syndicate of Fine Arts for several years. Back in Italy after the Second World War and settled in Rome, the artist continued his activity in the wake of the African experience, both by collaborating on the preparation of exhibitions related to AFIS (the Italian Trust Administration of Somalia), and by continuing to present, in various solo and group exhibitions, works related to the period spent overseas. Il presente saggio mira a fornire un primo nuovo contributo sulla figura di Milo Corso Malverna, versatile autore giunto in Africa durante il Ventennio. L’artista, le sue attività e le sue opere sono stati studiati solo superficialmente e in minima parte, per lo più in relazione a un gruppo di dipinti e sculture oggi conservati presso il Museo delle Civiltà di Roma. Questo lavoro desidera quindi ampliare le notizie in merito al personaggio, il quale, attraverso la sua eterogenea attività, si inserì a pieno nel filone colonialista, vestendo i panni di pittore, disegnatore, scultore, organizzatore di mostre, scrittore, critico d’arte e poeta. Giunto in Somalia nel 1927 e trasferitosi poi in Libia nel 1931, Corso Malverna si affermò nel contesto tripolino, ove fra le altre cose ricoprì per diversi anni la carica di Presidente del Sindacato Coloniale Fascista delle Belle Arti. Rientrato in Italia nel secondo dopoguerra e stabilitosi a Roma, l’artista proseguì l’attività nel solco dell’esperienza africana, sia collaborando all'allestimento di rassegne connesse all’AFIS (Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia), sia continuando a proporre, in diverse mostre personali e collettive, lavori legati al periodo trascorso oltremare.

"...e tu sei apparsa fra le brume lontane, Africa del mio destino": note su Milo Corso Malverna, artista coloniale (1899-1970)

Priscilla Manfren
2021

Abstract

This essay aims to provide a first new contribution on the figure of Milo Corso Malverna, a versatile author who moved to Africa during the Ventennio. The artist, his activities and his works have only been studied superficially and partially, and for the most part in relation to a group of paintings and sculptures now in the Museum of Civilisations in Rome. This work therefore wishes to broaden the knowledge about this artist, who, through his heterogeneous activity, was fully inserted in the colonialist vein, assuming the roles of painter, illustrator, sculptor, exhibition organiser, writer, art critic and poet. Arrived in Somalia in 1927 and then moved to Libya in 1931, Corso Malverna made a name for himself in the Tripolin context, where among other things he held the position of President of the Fascist Colonial Syndicate of Fine Arts for several years. Back in Italy after the Second World War and settled in Rome, the artist continued his activity in the wake of the African experience, both by collaborating on the preparation of exhibitions related to AFIS (the Italian Trust Administration of Somalia), and by continuing to present, in various solo and group exhibitions, works related to the period spent overseas. Il presente saggio mira a fornire un primo nuovo contributo sulla figura di Milo Corso Malverna, versatile autore giunto in Africa durante il Ventennio. L’artista, le sue attività e le sue opere sono stati studiati solo superficialmente e in minima parte, per lo più in relazione a un gruppo di dipinti e sculture oggi conservati presso il Museo delle Civiltà di Roma. Questo lavoro desidera quindi ampliare le notizie in merito al personaggio, il quale, attraverso la sua eterogenea attività, si inserì a pieno nel filone colonialista, vestendo i panni di pittore, disegnatore, scultore, organizzatore di mostre, scrittore, critico d’arte e poeta. Giunto in Somalia nel 1927 e trasferitosi poi in Libia nel 1931, Corso Malverna si affermò nel contesto tripolino, ove fra le altre cose ricoprì per diversi anni la carica di Presidente del Sindacato Coloniale Fascista delle Belle Arti. Rientrato in Italia nel secondo dopoguerra e stabilitosi a Roma, l’artista proseguì l’attività nel solco dell’esperienza africana, sia collaborando all'allestimento di rassegne connesse all’AFIS (Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia), sia continuando a proporre, in diverse mostre personali e collettive, lavori legati al periodo trascorso oltremare.
2021
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