In questo contributo vengono riportati i risultati di uno studio sulla valutazione dello sviluppo della componente agamica nei cedui di castagno in relazione all’intensità di matricinatura. Il rilascio delle matricine in questi popolamenti è infatti una pratica in uso quasi esclusivamente in Italia ed è giustificata più dalla consuetudine che dall’effettivo assolvimento delle funzioni specifiche attribuite a questa componente. Inoltre, nel caso dei turni selvicolturali lunghi (anche fino a 40-50 anni) per la produzione di legname di qualità, il rilascio di un elevato numero di piante a fine turno ha effetti più rilevanti sia sul ricaccio delle ceppaie, sia sullo sviluppo della rinnovazione da seme. A partire da queste ipotesi, già dal 2000 sono stati impostati una serie di protocolli sperimentali con l’obiettivo di ottimizzare il grado di matricinatura e i metodi di trattamento dei cedui a regime al fine di valorizzare la multifunzionalità dei cedui castanili. In particolare, nell’area del monte Amiata sono stati analizzati e confrontati cedui di castagno di 10 anni di età, gestiti sia come cedui semplici, sia come cedui matricinati con una diversa intensità di rilascio di matricine. L’analisi è stata condotta a livello di ceppaia considerando come variabili di crescita la densità, l’incremento di area basimetrica, l’accrescimento in altezza e l’area della chioma. Nei cedui semplici le variabili di crescita delle ceppaie sono state messe in relazioni con la distanza tra le singole ceppaie, mentre nei cedui matricinati sono subentrati nell’analisi anche la distanza e le dimensioni delle matricine. I risultati hanno evidenziato che la presenza di matricine ha di fatto condizionato negativamente la struttura e l’accrescimento dei polloni. Tutti i parametri di crescita considerati sono risultati positivamente correlati con la distanza dalle matricine e negativamente con le dimensioni di quest’ultime. Inoltre la distanza tra le ceppaie e le matricine è risultato un fattore che condiziona significativamente anche la struttura sociale del popolamento, risultando positivamente correlato alla consistenza della componente dominante del soprassuolo. Il ceduo semplice, al contrario, ha fatto registrare una mortalità dei polloni più contenuta, un maggior ritmo di accrescimento, ma soprattutto un più rilevante grado di copertura del terreno rispetto al ceduo matricinato. In conclusione, si può affermare che il ceduo semplice dà risultati migliori rispetto al matricinato. Quest’ultimo può essere mantenuto solo in specifiche condizioni legate alla proprietà, al mantenimento della memoria storica, alla fertilità del suolo, alla struttura economica e sociale e, in ogni caso, le matricine da rilasciare dovrebbero essere comunque in numero ridotto.
Impatto della matricinatura sulla dinamica dei cedui di castagno
pividori marioConceptualization
;marcolin enricoWriting – Review & Editing
;
2022
Abstract
In questo contributo vengono riportati i risultati di uno studio sulla valutazione dello sviluppo della componente agamica nei cedui di castagno in relazione all’intensità di matricinatura. Il rilascio delle matricine in questi popolamenti è infatti una pratica in uso quasi esclusivamente in Italia ed è giustificata più dalla consuetudine che dall’effettivo assolvimento delle funzioni specifiche attribuite a questa componente. Inoltre, nel caso dei turni selvicolturali lunghi (anche fino a 40-50 anni) per la produzione di legname di qualità, il rilascio di un elevato numero di piante a fine turno ha effetti più rilevanti sia sul ricaccio delle ceppaie, sia sullo sviluppo della rinnovazione da seme. A partire da queste ipotesi, già dal 2000 sono stati impostati una serie di protocolli sperimentali con l’obiettivo di ottimizzare il grado di matricinatura e i metodi di trattamento dei cedui a regime al fine di valorizzare la multifunzionalità dei cedui castanili. In particolare, nell’area del monte Amiata sono stati analizzati e confrontati cedui di castagno di 10 anni di età, gestiti sia come cedui semplici, sia come cedui matricinati con una diversa intensità di rilascio di matricine. L’analisi è stata condotta a livello di ceppaia considerando come variabili di crescita la densità, l’incremento di area basimetrica, l’accrescimento in altezza e l’area della chioma. Nei cedui semplici le variabili di crescita delle ceppaie sono state messe in relazioni con la distanza tra le singole ceppaie, mentre nei cedui matricinati sono subentrati nell’analisi anche la distanza e le dimensioni delle matricine. I risultati hanno evidenziato che la presenza di matricine ha di fatto condizionato negativamente la struttura e l’accrescimento dei polloni. Tutti i parametri di crescita considerati sono risultati positivamente correlati con la distanza dalle matricine e negativamente con le dimensioni di quest’ultime. Inoltre la distanza tra le ceppaie e le matricine è risultato un fattore che condiziona significativamente anche la struttura sociale del popolamento, risultando positivamente correlato alla consistenza della componente dominante del soprassuolo. Il ceduo semplice, al contrario, ha fatto registrare una mortalità dei polloni più contenuta, un maggior ritmo di accrescimento, ma soprattutto un più rilevante grado di copertura del terreno rispetto al ceduo matricinato. In conclusione, si può affermare che il ceduo semplice dà risultati migliori rispetto al matricinato. Quest’ultimo può essere mantenuto solo in specifiche condizioni legate alla proprietà, al mantenimento della memoria storica, alla fertilità del suolo, alla struttura economica e sociale e, in ogni caso, le matricine da rilasciare dovrebbero essere comunque in numero ridotto.File | Dimensione | Formato | |
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