Lo studio richiama l'attenzione sugli usi eccezionali e comuni delle collezioni nel Rinascimento. A partire da una diversità delle pratiche — opere difficilmente identificabili all'interno di biblioteche, raccolte editoriali pubblicate da stampatori per sedurre i dilettanti, antologie di composizioni— gli autori si soffermano su due opere atipiche per l'epoca, con un'intera sezione dedicata alla musica: la "Libraria" di Anton Francesco Doni (1550), una sorta di biblioteca ideale, e la "Bibliotheca universalis" di Conrad Gesner. Lo studiolo, luogo di solitudine e di conoscenza anche dedicato alla musica, si trasformò in uno spazio per le collezioni e fu in grado di riunire libri, strumenti musicali e dipinti a soggetto musicale.
L'érudit et l'amateur : collectionner la musique à la Renaissance
Camilla Cavicchi
2011
Abstract
Lo studio richiama l'attenzione sugli usi eccezionali e comuni delle collezioni nel Rinascimento. A partire da una diversità delle pratiche — opere difficilmente identificabili all'interno di biblioteche, raccolte editoriali pubblicate da stampatori per sedurre i dilettanti, antologie di composizioni— gli autori si soffermano su due opere atipiche per l'epoca, con un'intera sezione dedicata alla musica: la "Libraria" di Anton Francesco Doni (1550), una sorta di biblioteca ideale, e la "Bibliotheca universalis" di Conrad Gesner. Lo studiolo, luogo di solitudine e di conoscenza anche dedicato alla musica, si trasformò in uno spazio per le collezioni e fu in grado di riunire libri, strumenti musicali e dipinti a soggetto musicale.Pubblicazioni consigliate
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