La ricerca di Giorgio Baglivi (1668-1707) si concentra su due temi principali: la riforma della pratica medica secondo un indirizzo ippocratico-baconiano (De praxi medica, 1696) e la definizione di una fisiopatologia fibrillare (De fibra motrice et morbosa, 1702). Sebbene pubblicate in tempi diversi, queste due opere sono in realtà strettamente collegate fra loro. In questo breve contributo, sosterrò che l’ipotesi fibrillare è già implicita nel De praxi medica, dove Baglivi, commentando un passo del De alimento di Ippocrate, afferma che il corpo umano è un «fasciculus fibrarum». Molte questioni sono qui in gioco: in particolare, il rapporto tra solidi e fluidi del corpo, che esaminerò attraverso l’esempio dei vescicanti, dibattuto da Baglivi nel De usu et abusu vesicantium, una dissertazione inclusa nel De praxi medica.
Corpus fasciculus fibrarum: teoria della fibra e pratica medica nel De praxi medica di Giorgio Baglivi
Luca Tonetti
2016
Abstract
La ricerca di Giorgio Baglivi (1668-1707) si concentra su due temi principali: la riforma della pratica medica secondo un indirizzo ippocratico-baconiano (De praxi medica, 1696) e la definizione di una fisiopatologia fibrillare (De fibra motrice et morbosa, 1702). Sebbene pubblicate in tempi diversi, queste due opere sono in realtà strettamente collegate fra loro. In questo breve contributo, sosterrò che l’ipotesi fibrillare è già implicita nel De praxi medica, dove Baglivi, commentando un passo del De alimento di Ippocrate, afferma che il corpo umano è un «fasciculus fibrarum». Molte questioni sono qui in gioco: in particolare, il rapporto tra solidi e fluidi del corpo, che esaminerò attraverso l’esempio dei vescicanti, dibattuto da Baglivi nel De usu et abusu vesicantium, una dissertazione inclusa nel De praxi medica.Pubblicazioni consigliate
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