Il testo si propone di analizzare il metodo di scrittura dello sceneggiatore Rodolfo Sonego (Belluno 1921- Roma 2000) che nel 1954, dopo anni di gavetta trascorsi scrivendo copioni in gruppo con altri sceneggiatori, come nel caso del film ascrivibile al neorealismo rosa, Camilla, elaborato con Ennio Flaiano e Luciano Emmer, diventerà un autore principe della commedia all'italiana. Degno a tal riguardo di essere segnalato il film La Spiaggia, prodromo capostipite esemplare del genere. L’intuizione geniale è quella di portare per la prima volta sullo schermo la figura grottesca dell’italiano medio, stereotipo attoriale che tanta gloria darà, nei decenni successivi, al cinema italiano. Il saggio esamina altri aspetti della sua produzione legati anche alla stretta collaborazione con la moglie Allegra Rossignotti e alla sua identità di sceneggiatore “globe trotter”. Sonego era solito stendere soggetti e sceneggiature cinematografiche al ritorno dai suoi viaggi, e alcuni sue narrazioni, quali Il diavolo e Il sorpasso hanno ispirato la produzione di film “on the road” americani come Easy Rider o Duel. Inoltre, l’analisi di alcune pagine originali delle sceneggiature (nel saggio sono riportate alcune pagine relative ai lungometraggi Il diavolo e Lo scopone scientifico), mostrano che Sonego, già nella fase di costruzione della sceneggiatura, è in grado di proporre ai registi una narrazione quasi completa del film, anche sul piano visivo. Infatti, non si percepisce molta differenza tra il suo testo scritto e il film proiettato sullo schermo: i suoi lavori sono particolarmente attenti alla struttura del film in maniera ingegneristica, seguendo la tecnica di Sergio Amidei. Similmente Sonego è stato sempre molto generoso con attori e registi nello spiegare loro, durante la fase di passaggio dalla sceneggiatura tecnica alla realizzazione visiva, come girare il film anche tenendo conto di singoli particolari che arricchiscono la componente espressiva. Proprio tale capacità pratica permette allo sceneggiatore veneto di lavorare per oltre quarant’anni al fianco di Alberto Sordi. Diventa per l’attore romano indispensabile sia la sua attenzione per il dettaglio, sia il coraggio che dimostra nella creazione di personaggi anticonformisti, come nel caso di Silvio Magnozzi in Una vita difficile, uno dei personaggi principe della commedia di costume. Altra scoperta fondamentale di Sonego è l’avere ideato un film che vede come protagonista una donna. Nel 1968 Monica Vitti interpreta Una ragazza con la pistola di Mario Monicelli. Nel corso della narrazione osserviamo il percorso di mutamento della figura principale: da siciliana tradizionalista a giovane londinese trasformata esteticamente e culturalmente nell’arco di pochi mesi in piena fase di rivoluzione culturale. Sonego, ancora una volta, sa perfettamente collocare i suoi personaggi nell’ambiente di appartenenza e, soprattutto, cogliere la trasformazione sociale in atto, dando forma a un cinema con forti valenze psicosociali. I personaggi da lui concepiti irradiano la contemporaneità con la fragranza di chi insegue la realtà nutrendosi di fatti di cronaca. Inoltre, sul piano compositivo aderiscono ai canoni di pedinamento di matrice zavattiniana. Grazie al processo di sintesi e di rappresentazione della verosimiglianza, sempre condita da una giusta dose d’ironia, Sonego traduce movimenti, azioni, gesti, percorsi individuali e corali in metafora filmica, il tutto con grande semplicità espressiva. A partire da queste considerazioni, esaminando l'opera complessiva di Sonego e la metodologia da lui adottata nella realizzazione della sua pratica artistica, si spiega in qual modo l'autore abbia scritto sceneggiature di film capaci di rappresentare con raffinata efficacia stilistica, pur rimanendo fedeli alla realtà, la storia dell'italiano medio dal secondo dopoguerra fino alle soglie del terzo millennio.

Rodolfo Sonego e la tecnica della scrittura cinematografica: dalla prima commedia di costume al viaggio on the road

mirco melanco
2023

Abstract

Il testo si propone di analizzare il metodo di scrittura dello sceneggiatore Rodolfo Sonego (Belluno 1921- Roma 2000) che nel 1954, dopo anni di gavetta trascorsi scrivendo copioni in gruppo con altri sceneggiatori, come nel caso del film ascrivibile al neorealismo rosa, Camilla, elaborato con Ennio Flaiano e Luciano Emmer, diventerà un autore principe della commedia all'italiana. Degno a tal riguardo di essere segnalato il film La Spiaggia, prodromo capostipite esemplare del genere. L’intuizione geniale è quella di portare per la prima volta sullo schermo la figura grottesca dell’italiano medio, stereotipo attoriale che tanta gloria darà, nei decenni successivi, al cinema italiano. Il saggio esamina altri aspetti della sua produzione legati anche alla stretta collaborazione con la moglie Allegra Rossignotti e alla sua identità di sceneggiatore “globe trotter”. Sonego era solito stendere soggetti e sceneggiature cinematografiche al ritorno dai suoi viaggi, e alcuni sue narrazioni, quali Il diavolo e Il sorpasso hanno ispirato la produzione di film “on the road” americani come Easy Rider o Duel. Inoltre, l’analisi di alcune pagine originali delle sceneggiature (nel saggio sono riportate alcune pagine relative ai lungometraggi Il diavolo e Lo scopone scientifico), mostrano che Sonego, già nella fase di costruzione della sceneggiatura, è in grado di proporre ai registi una narrazione quasi completa del film, anche sul piano visivo. Infatti, non si percepisce molta differenza tra il suo testo scritto e il film proiettato sullo schermo: i suoi lavori sono particolarmente attenti alla struttura del film in maniera ingegneristica, seguendo la tecnica di Sergio Amidei. Similmente Sonego è stato sempre molto generoso con attori e registi nello spiegare loro, durante la fase di passaggio dalla sceneggiatura tecnica alla realizzazione visiva, come girare il film anche tenendo conto di singoli particolari che arricchiscono la componente espressiva. Proprio tale capacità pratica permette allo sceneggiatore veneto di lavorare per oltre quarant’anni al fianco di Alberto Sordi. Diventa per l’attore romano indispensabile sia la sua attenzione per il dettaglio, sia il coraggio che dimostra nella creazione di personaggi anticonformisti, come nel caso di Silvio Magnozzi in Una vita difficile, uno dei personaggi principe della commedia di costume. Altra scoperta fondamentale di Sonego è l’avere ideato un film che vede come protagonista una donna. Nel 1968 Monica Vitti interpreta Una ragazza con la pistola di Mario Monicelli. Nel corso della narrazione osserviamo il percorso di mutamento della figura principale: da siciliana tradizionalista a giovane londinese trasformata esteticamente e culturalmente nell’arco di pochi mesi in piena fase di rivoluzione culturale. Sonego, ancora una volta, sa perfettamente collocare i suoi personaggi nell’ambiente di appartenenza e, soprattutto, cogliere la trasformazione sociale in atto, dando forma a un cinema con forti valenze psicosociali. I personaggi da lui concepiti irradiano la contemporaneità con la fragranza di chi insegue la realtà nutrendosi di fatti di cronaca. Inoltre, sul piano compositivo aderiscono ai canoni di pedinamento di matrice zavattiniana. Grazie al processo di sintesi e di rappresentazione della verosimiglianza, sempre condita da una giusta dose d’ironia, Sonego traduce movimenti, azioni, gesti, percorsi individuali e corali in metafora filmica, il tutto con grande semplicità espressiva. A partire da queste considerazioni, esaminando l'opera complessiva di Sonego e la metodologia da lui adottata nella realizzazione della sua pratica artistica, si spiega in qual modo l'autore abbia scritto sceneggiature di film capaci di rappresentare con raffinata efficacia stilistica, pur rimanendo fedeli alla realtà, la storia dell'italiano medio dal secondo dopoguerra fino alle soglie del terzo millennio.
2023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3470625
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