La rivolta delle “mal velate” e i fantasmi del regime in Iran

La rivolta delle donne in Iran si estende a nuovi attori sociali, producendo inedite solidarietà generazioni, di genere, etniche. La biopolitica della Repubblica Islamica, fondata sul controllo del corpo femminile, è messa profondamente in crisi dalle donne che si tolgono il velo e mutilano simbolicamente la loro integrità fisica tagliando quelle ciocche di capelli che il regime, sempre timoroso che la "seduzione" possa diventare sedizione, vuole occultare. Ma senza organizzazione e leadership, dunque senza politica, il movimento potrebbe seguire la sorte di quelli che lo hanno ciclicamente preceduto: rifluire per effetto della repressione e dell'assenza di risultati. La sua riuscita è legata alla capacità di durare, resistere, darsi un'organizzazione che possa aggregare un blocco sociale capace di diventare reale alternativa politica alle fazioni islamiste di regime, in particolare a quella dei conservatori religiosi, che si richiama all'eredità del khomeinismo e controlla gli apparati della forza.