Il rombo chiodato (Psetta maxima) rappresenta attualmente una delle specie ittiche di maggiore rilievo nell’acquacoltura europea, con oltre 11.000 t annue (Dati FEAP 2019) prodotte principalmente nella Spagna atlantica ed un notevole valore commerciale. L’incremento delle produzioni di questa specie dovrebbe passare per il superamento di alcune problematiche di tipo zootecnico e soprattutto sanitario, essendo numerosi gli agenti di malattie trasmissibili che ne limitano fortemente la produzione. Nel corso del 2021-22 in una prova di allevamento di rombo chiodato in vasche a terra in Italia si sono verificati alcuni focolai di malattie ad eziologia parassitaria e batterica a partire da esemplari giovanili, raggiungendo progressivamente una mortalità cumulativa intorno al 95%. Gli esemplari sono pervenuti in laboratorio in tre momenti diversi coincidenti con gli episodi di malattia più impattanti, rispettivamente ad un peso medio di 33g (5 esemplari), 155g (5 esemplari) e 489g (3 esemplari); tutti i pesci sono stati sottoposti ad esame anatomopatologico e ad esami batteriologici e parassitologici secondo metodiche standard di laboratorio. Nel primo focolaio che ha coinvolto i giovanili e caratterizzato dalla presenza di lesioni di tipo erosivo-emorragico a carico della bocca e delle pinne è stato isolato Aeromonas salmonicida, risolto con la somministrazione di mangime medicato. Il secondo episodio ha permesso di osservare l’insorgenza di estese lesioni cutanee necrotico-ulcerative circoscritte da aloni reattivi e, a livello viscerale, un quadro di enterite con ascite. L’esame parassitologico ha permesso di evidenziare la presenza del protozoo scuticociliatida Philasterides dicentrarchi dalle lesioni cutanee e nelle branchie, anche all’interno dei vasi, mentre dall’intestino di tutti i pesci esaminati è stato rinvenuto un parassita Myzozoa riferibile al genere Enteromyxum, successivamente identificato mediante PCR come E. leei. Batteri filamentosi riferibili a Flavobacteriaceae sono stati inoltre rilevati all’esame microscopico effettuato su raschiati dalle lesioni cutanee. Nel terzo focolaio è comparsa per la prima volta la presenza di noduli a livello splenico, epatico ed intestinale associato ad un quadro di enterite con ascite. L’esame parassitologico ha confermato la presenza di Enteromyxum leei mentre l’indagine batteriologica ha permesso di isolare Vibrio harveyi e di rilevare dalle lesioni nodulari, previa colorazione di Ziehl-Neelsen, la presenza di batteri acido-alcool resistenti (BAAR) riferibili a micobatteri. Tutti gli agenti patogeni isolati nel corso della diagnostica condotta sui tre gravi episodi di mortalità sono già descritti e ben noti in letteratura. Unica eccezione è rappresentata dall’infezione da BAAR, di cui sono presenti solo rare descrizioni risalenti a diversi anni addietro. Sono in corso analisi ulteriori di tipo molecolare per raggiungere un’identificazione di specie dei micobatteri individuati. Il rinvenimento di diversi agenti di malattie trasmissibili nel corso di una prova di allevamento di rombo chiodato in vasche a terra, solleva numerosi dubbi sulla possibilità che questo tipo di produzione possa decollare nell’area del Mediterraneo. La mancata osservazione delle norme di Biosicurezza soprattutto nella fase di introduzione di stock ittici d’importazione e nella gestione delle movimentazioni interne tra le differenti vasche di stabulazione, rappresenta inoltre una criticità di fondamentale importanza per prevenire l’insorgenza di malattie in grado di compromettere l’intero ciclo produttivo in allevamento. P23

Approfondimenti diagnostici in corso di episodi di mortalità in rombo chiodato (Psetta maxima) d’allevamento.

Gustinelli A.;Quaglio F.;
2022

Abstract

Il rombo chiodato (Psetta maxima) rappresenta attualmente una delle specie ittiche di maggiore rilievo nell’acquacoltura europea, con oltre 11.000 t annue (Dati FEAP 2019) prodotte principalmente nella Spagna atlantica ed un notevole valore commerciale. L’incremento delle produzioni di questa specie dovrebbe passare per il superamento di alcune problematiche di tipo zootecnico e soprattutto sanitario, essendo numerosi gli agenti di malattie trasmissibili che ne limitano fortemente la produzione. Nel corso del 2021-22 in una prova di allevamento di rombo chiodato in vasche a terra in Italia si sono verificati alcuni focolai di malattie ad eziologia parassitaria e batterica a partire da esemplari giovanili, raggiungendo progressivamente una mortalità cumulativa intorno al 95%. Gli esemplari sono pervenuti in laboratorio in tre momenti diversi coincidenti con gli episodi di malattia più impattanti, rispettivamente ad un peso medio di 33g (5 esemplari), 155g (5 esemplari) e 489g (3 esemplari); tutti i pesci sono stati sottoposti ad esame anatomopatologico e ad esami batteriologici e parassitologici secondo metodiche standard di laboratorio. Nel primo focolaio che ha coinvolto i giovanili e caratterizzato dalla presenza di lesioni di tipo erosivo-emorragico a carico della bocca e delle pinne è stato isolato Aeromonas salmonicida, risolto con la somministrazione di mangime medicato. Il secondo episodio ha permesso di osservare l’insorgenza di estese lesioni cutanee necrotico-ulcerative circoscritte da aloni reattivi e, a livello viscerale, un quadro di enterite con ascite. L’esame parassitologico ha permesso di evidenziare la presenza del protozoo scuticociliatida Philasterides dicentrarchi dalle lesioni cutanee e nelle branchie, anche all’interno dei vasi, mentre dall’intestino di tutti i pesci esaminati è stato rinvenuto un parassita Myzozoa riferibile al genere Enteromyxum, successivamente identificato mediante PCR come E. leei. Batteri filamentosi riferibili a Flavobacteriaceae sono stati inoltre rilevati all’esame microscopico effettuato su raschiati dalle lesioni cutanee. Nel terzo focolaio è comparsa per la prima volta la presenza di noduli a livello splenico, epatico ed intestinale associato ad un quadro di enterite con ascite. L’esame parassitologico ha confermato la presenza di Enteromyxum leei mentre l’indagine batteriologica ha permesso di isolare Vibrio harveyi e di rilevare dalle lesioni nodulari, previa colorazione di Ziehl-Neelsen, la presenza di batteri acido-alcool resistenti (BAAR) riferibili a micobatteri. Tutti gli agenti patogeni isolati nel corso della diagnostica condotta sui tre gravi episodi di mortalità sono già descritti e ben noti in letteratura. Unica eccezione è rappresentata dall’infezione da BAAR, di cui sono presenti solo rare descrizioni risalenti a diversi anni addietro. Sono in corso analisi ulteriori di tipo molecolare per raggiungere un’identificazione di specie dei micobatteri individuati. Il rinvenimento di diversi agenti di malattie trasmissibili nel corso di una prova di allevamento di rombo chiodato in vasche a terra, solleva numerosi dubbi sulla possibilità che questo tipo di produzione possa decollare nell’area del Mediterraneo. La mancata osservazione delle norme di Biosicurezza soprattutto nella fase di introduzione di stock ittici d’importazione e nella gestione delle movimentazioni interne tra le differenti vasche di stabulazione, rappresenta inoltre una criticità di fondamentale importanza per prevenire l’insorgenza di malattie in grado di compromettere l’intero ciclo produttivo in allevamento. P23
2022
XXVI CONVEGNO NAZIONALE S.I.P.I Società Italiana di Patologia Ittica. Atti Convegno
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3458552
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
  • OpenAlex ND
social impact