Figlio di uno dei più famosi scultori e architetti del Rinascimento italiano, Jacopo Tatti detto Sansovino, Francesco è noto soprattutto per essere l’autore della "Venetia città nobilissima et singolare" (1581), la più bella opera che sia mai stata dedicata a Venezia. Nato a Roma nel 1521 sotto il pontificato di Leone X, dopo aver assistito ai tragici eventi del Sacco (1527) seguì il padre a Venezia e successivamente si trasferì a Padova nel 1536 dove frequentò i corsi dello Studio patavino e le riunioni dell’Accademia degli Infiammati, instaurando rapporti di profonda amicizia con alcuni fuoriusciti fiorentini. Il libro è articolato in due parti principali. La prima, dal taglio biografico, approfondisce gli anni della giovinezza, i legami con i poligrafi e con gli ambienti accademici tra Padova, Venezia e Firenze. La seconda parte è dedicata al dialogo intitolato "Tutte le cose notabili e belle che sono in Venetia" (1556) e affronta le origini del testo, le fonti e le motivazioni che hanno spinto l’autore a un’impresa editoriale di questo tipo. Attraverso un approfondimento degli artisti e delle opere citati nel dialogo – Donatello, Andrea Riccio, Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano, Pordenone, Bonifacio de’ Pitati, Paris Bordon, Veronese, Tintoretto, Michelangelo e naturalmente Sansovino senior – è stato possibile mettere in evidenza la precocità di certe posizioni rispetto al rinnovato clima artistico lagunare del sesto decennio del Cinquecento, confermando quanto Rodolfo Pallucchini aveva dichiarato nel 1943, nel momento in cui riportava questa fonte all’attenzione degli studi: "Il Sansovino, informato e certo addentro alle cose artistiche per via dell’educazione paterna, ci dà alcuni cenni delle arti figurative contemporanee di grande interesse, proprio per la freschezza con cui sono caratterizzate certe figure di quel momento artistico".
«Scultore in parole». Francesco Sansovino e la nascita della critica d'arte a Venezia
Grosso Marsel Giuseppe
2022
Abstract
Figlio di uno dei più famosi scultori e architetti del Rinascimento italiano, Jacopo Tatti detto Sansovino, Francesco è noto soprattutto per essere l’autore della "Venetia città nobilissima et singolare" (1581), la più bella opera che sia mai stata dedicata a Venezia. Nato a Roma nel 1521 sotto il pontificato di Leone X, dopo aver assistito ai tragici eventi del Sacco (1527) seguì il padre a Venezia e successivamente si trasferì a Padova nel 1536 dove frequentò i corsi dello Studio patavino e le riunioni dell’Accademia degli Infiammati, instaurando rapporti di profonda amicizia con alcuni fuoriusciti fiorentini. Il libro è articolato in due parti principali. La prima, dal taglio biografico, approfondisce gli anni della giovinezza, i legami con i poligrafi e con gli ambienti accademici tra Padova, Venezia e Firenze. La seconda parte è dedicata al dialogo intitolato "Tutte le cose notabili e belle che sono in Venetia" (1556) e affronta le origini del testo, le fonti e le motivazioni che hanno spinto l’autore a un’impresa editoriale di questo tipo. Attraverso un approfondimento degli artisti e delle opere citati nel dialogo – Donatello, Andrea Riccio, Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano, Pordenone, Bonifacio de’ Pitati, Paris Bordon, Veronese, Tintoretto, Michelangelo e naturalmente Sansovino senior – è stato possibile mettere in evidenza la precocità di certe posizioni rispetto al rinnovato clima artistico lagunare del sesto decennio del Cinquecento, confermando quanto Rodolfo Pallucchini aveva dichiarato nel 1943, nel momento in cui riportava questa fonte all’attenzione degli studi: "Il Sansovino, informato e certo addentro alle cose artistiche per via dell’educazione paterna, ci dà alcuni cenni delle arti figurative contemporanee di grande interesse, proprio per la freschezza con cui sono caratterizzate certe figure di quel momento artistico".Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.