The study strives to formulate hypotheses and development strategies that enhance contemporary rural landscape, in line with the guidelines established by the European Landscape Convention of 2000. The thesis, in particular, explores the relationship between build-up and open space, in areas of the Veneto region, the so-called Italian “north-east”. The “new” rural landscape is generated by the complex processes of interaction that touch all living things that inhabit it. It is potentially interesting in terms of local farming prospects and in terms of its residents as it creates a mixed system of the “rurban” type. In its first phase the thesis investigates, in a variety of ways, the integrated urban-rural aspects. Initially, to identify the type of rural buildings located near farming areas and assess their relationship to the context, the constructions were catalogued with pictures, photographing 383 buildings in the area of Riese Pio X, in the province of Treviso. Attentive observation of building characteristics, mostly those for residential use, dating back to the past two decades, has helped to identify the socio-cultural trends which, following world war II, have influenced the rural landscape. An in-depth analysis followed. Its focus was to observe the way rules and regulations influenced different types of constructions. Just after the war, in Veneto, the exponential rise of residential houses which renounced direct involvement in land management significantly modified the countryside. In addition, after the economic boom of the 80s, and in tandem with the spread of infrastructures and IT networks, have altered the way landscape of the so-called “peri-urban” areas is perceived to such extent that it is currently impossible to come up with a widely accepted interpretation of what is generally considered rural landscape. As landscape cannot exist if not through a person or through a community's interpretation, the study proceeded with a questionnaire, asking ten anonymous questions to the inhabitants of Riese Pio X. Its results yielded an articulate picture of what is meant by rural landscape. Interesting results highlighted that about 30% of those interviewed believe that transformations of the rural environment are determined by processes of productive, social environmental and cultural transformations connected to it. This underscores that their view of rural is by no means bucolic. According to this thesis, and as tested during the interview, the perception of the level of urbanization in a rural area depends on such characteristics as the typology and the quality of the inhabited buildings more than on their level of diffusion and dispersion. In the second phase, the thesis focuses on the transformation prospects of the “rurban” area in terms of the future strategies for this primary sector. The research conducted by P. Donadieu, P. Castro, and J. Van der Ploeg, Istat reports on Italian farms, and Eurostat reports on organic farms, have shown a marked growth for small to mid-sized farms that invest in “quality” products and often, even on teaching/education services and on tourism offered to citizens as a complementary activity. This phase emphasizes the importance of reconsidering agriculture as a strategic sector, as “quality” agriculture, which Italy has a vocation for, so that it can be undertaken in areas where there are already existing dwellings or in new ones, as long as they comply with the standards of quality buildings in a rural setting. The last phase tackles the theme of new potential buildings in this particular context. Small, mid-sized farms connected to family houses should once again bridge residence-farming activities. They should primarily respond to modern day functional needs, respect principles of simplicity, be energy-efficient, eco-compatible and avoiding waste in terms of people and materials. Different materials and construction techniques were assessed to see whether they complied with rural sustainability standards. Housing typologies were studied to incorporate the different functions such as residential and small scale production. The last phase of this thesis presents designs, projects, and models. The work does not cover a single architectural prototype as the aim was not to come up with the building project of a single building unit which, as interesting as it may be, would have a specific and not strategic significance. Work therefore centred on designing a flexible building and construction system (models). The models' flexibility makes it possible for the construction system to increase (or reduce) the surface of the construction destined for farming activities, those for housing and/or those for tourism, combining “accordion-like” modules into a construction system. The buildings must be easily disassembled and thanks to the exclusive use of “dry building technologies” which are perfectly reversible. In the case of very small farms/residence, self-construction must be feasible. The building system can therefore be transformed into an infinite variety of sizes but there are restrictions, in the materials and shapes, as “neorural” principles from which it evolves have to be respected.
Obiettivo della ricerca è la formulazione di ipotesi e strategie di sviluppo ai fini della valorizzazione del paesaggio rurale contemporaneo, inteso nella sua definizione allineata con quella più generale stabilita dalla Convenzione europea del paesaggio nel 2000. In particolare la tesi ne esplora alcuni aspetti che riguardano il rapporto tra edifici e spazi aperti in alcune zone del Veneto dell’area nota come “Nordest” italiano. Il “nuovo” paesaggio rurale, espressione dei processi complessi che riguardano gli esseri viventi che lo abitano, presenta caratteristiche potenzialmente interessanti sia per le prospettive dell’agricoltura locale che per quelle degli abitanti già insediati, e per questo si configura come sistema misto di tipo “rurbano”. Nella prima fase la tesi indaga alcuni aspetti di questa integrazione urbano-rurale attraverso vari tipi di indagine. In primo luogo si è proceduto alla catalogazione fotografica di 383 fabbricati nell’ambito del comune di Riese Pio X in provincia di Treviso. Il censimento ha riguardato l’individuazione delle categorie tipologiche di fabbricati rurali o di fabbricati sorti in prossimità di aree agricole per valutare il loro rapporto con il contesto. Attraverso l’osservazione dei caratteri tipologici e tecnologici degli edifici, prevalentemente ad uso residenziale, relativi all’ultimo ventennio, si sono individuate anche le tendenze socio-culturali che, a partire dal secondo dopoguerra, hanno condizionato il paesaggio rurale. Si è poi proceduto ad un analisi normativa i cui risultati sono stati incrociati con quelli delle categorie tipologiche individuate, verificando così quali norme avevano generato determinati effetti. In Veneto l’incremento esponenziale delle abitazioni che si erano dissociate dalla gestione delle proprie pertinenze, iniziato nel dopo guerra, ha modificato significativamente la struttura delle aree di campagna e, dopo il boom economico degli anni ottanta, unito all’infittirsi delle infrastrutture e delle reti tecnologiche, ha alterato anche la percezione paesaggistica delle aree cosiddette “periurbane” a tal punto che è oggi impossibile una interpretazione univoca di cosa venga comunemente inteso per paesaggio rurale. Consapevoli che non esiste paesaggio se non attraverso la lettura che è in grado di farne una persona, o una comunità, si è proceduto poi a studiare ed a divulgare un’intervista anonima composta da dieci domande, che è stata sottoposta prevalentemente ai cittadini di Riese Pio X, i cui risultati sono stati in grado di restituire un’immagine articolata di ciò che intendono per rurale. Un risultato interessante ha dimostrato che circa il 30% degli intervistati percepisce che la trasformazione dell’ambiente rurale è causata dalla trasformazione dei processi (ambientali, produttivi, sociali, culturali) ad esso connessi, dimostrando di non avere una visione bucolica della ruralità. La tesi sostiene l’idea, verificata anche tramite l’intervista, che la percezione del grado di urbanizzazione di un ambiente rurale dipenda più dai caratteri tipologici e dalla qualità degli edifici insediati che dal loro grado di diffusione e dispersione. Nella seconda fase la tesi si occupa delle prospettive di trasformazione dell’ambiente “rurbano” per ciò che attiene alle strategie future del settore primario. Gli studi di P. Donadieu, di P. Castro, e di J. Van der Ploeg, le indagini Istat relative alle aziende agricole italiane, le indagini Eurostat relative alle aziende agricole biologiche, registrano un fenomeno di forte crescita delle piccole e medie aziende agricole che decidono di investire sulla “qualità” dei prodotti e, spesso, anche sui servizi didattici e turistico-ricettivi da offrire ai cittadini come attività complementari. In questa fase si intende porre l’attenzione sulla necessità che l’agricoltura venga riconsiderata un settore strategico, e sull’importanza che questa agricoltura della “qualita”, a cui tutta l’Italia sarebbe vocata, venga pur praticata dove vi siano edifici esistenti o nuovi purché rispondano ai requisiti della qualità edilizia in ambiente rurale. Nell’ultima fase è stato affrontato il tema delle costruzioni possibili in questo contesto; dovranno essere destinate a piccole, medie aziende agricole collegate alle abitazioni delle loro famiglie perché si possa ricreare la connessione abitazione-gestione produttiva delle pertinenze. Questi edifici dovranno innanzi tutto rispondere alle esigenze funzionali della nostra epoca rispettando i principi della semplicità, del risparmio delle energie delle persone e dei materiali, e dell’eco-compatibilità. Sono stati verificati i materiali e le tecniche costruttive in grado di rispondere ai requisiti della sostenibilità in ambiente rurale, e studiate delle tipologie che possano coniugare differenti destinazioni d’uso, quali quelle abitative e quelle legate alla piccola produzione. L’ultima fase di questa tesi è propriamente progettuale, e quindi corredata da disegni e rappresentazioni dei modelli; si è deciso di non lavorare alla progettazione di un unico prototipo architettonico, perché l’interesse non era quello di concludere queste riflessioni con la progettazione di un singolo edificio che, per quanto interessante, non avrebbe avuto una rilevanza strategica ma puntuale, e perciò si è lavorato per progettare un vero e proprio sistema costruttivo flessibile (modelli). La flessibilità del modello è data dal fatto che il sistema costruttivo è stato pensato per poter ampliare (o contrarre) le superfici del manufatto destinate all’attività agricola, quelle destinate all’abitazione e/o quelle destinate alla ricezione, attraverso la combinazione di elementi modulari di un sistema “a fisarmonica”. Gli edifici sono perfettamente smontabili e perciò, grazie all’uso esclusivo di “tecnologie a secco” rispondono perfettamente ai requisiti della reversibilità del processo costruttivo. Nel caso di aziende/abitazioni molto piccole è possibile l’autocostruzione. Il sistema costruttivo, in quanto tale, è realizzabile in infinite varianti dimensionali, ma è piuttosto vincolante dal punto di vista dei materiali e delle forme, in quanto si intende che siano rispettati i principi “neorurali” da quali è stato evoluto.
Contributo all'immaginario del paesaggio rurale: indagini e prospettive per le "campagne urbane" del Nordest / Ruggiero, M. L.. - (2010 Jan 26).
Contributo all'immaginario del paesaggio rurale: indagini e prospettive per le "campagne urbane" del Nordest
Ruggiero, M.L.
2010
Abstract
Obiettivo della ricerca è la formulazione di ipotesi e strategie di sviluppo ai fini della valorizzazione del paesaggio rurale contemporaneo, inteso nella sua definizione allineata con quella più generale stabilita dalla Convenzione europea del paesaggio nel 2000. In particolare la tesi ne esplora alcuni aspetti che riguardano il rapporto tra edifici e spazi aperti in alcune zone del Veneto dell’area nota come “Nordest” italiano. Il “nuovo” paesaggio rurale, espressione dei processi complessi che riguardano gli esseri viventi che lo abitano, presenta caratteristiche potenzialmente interessanti sia per le prospettive dell’agricoltura locale che per quelle degli abitanti già insediati, e per questo si configura come sistema misto di tipo “rurbano”. Nella prima fase la tesi indaga alcuni aspetti di questa integrazione urbano-rurale attraverso vari tipi di indagine. In primo luogo si è proceduto alla catalogazione fotografica di 383 fabbricati nell’ambito del comune di Riese Pio X in provincia di Treviso. Il censimento ha riguardato l’individuazione delle categorie tipologiche di fabbricati rurali o di fabbricati sorti in prossimità di aree agricole per valutare il loro rapporto con il contesto. Attraverso l’osservazione dei caratteri tipologici e tecnologici degli edifici, prevalentemente ad uso residenziale, relativi all’ultimo ventennio, si sono individuate anche le tendenze socio-culturali che, a partire dal secondo dopoguerra, hanno condizionato il paesaggio rurale. Si è poi proceduto ad un analisi normativa i cui risultati sono stati incrociati con quelli delle categorie tipologiche individuate, verificando così quali norme avevano generato determinati effetti. In Veneto l’incremento esponenziale delle abitazioni che si erano dissociate dalla gestione delle proprie pertinenze, iniziato nel dopo guerra, ha modificato significativamente la struttura delle aree di campagna e, dopo il boom economico degli anni ottanta, unito all’infittirsi delle infrastrutture e delle reti tecnologiche, ha alterato anche la percezione paesaggistica delle aree cosiddette “periurbane” a tal punto che è oggi impossibile una interpretazione univoca di cosa venga comunemente inteso per paesaggio rurale. Consapevoli che non esiste paesaggio se non attraverso la lettura che è in grado di farne una persona, o una comunità, si è proceduto poi a studiare ed a divulgare un’intervista anonima composta da dieci domande, che è stata sottoposta prevalentemente ai cittadini di Riese Pio X, i cui risultati sono stati in grado di restituire un’immagine articolata di ciò che intendono per rurale. Un risultato interessante ha dimostrato che circa il 30% degli intervistati percepisce che la trasformazione dell’ambiente rurale è causata dalla trasformazione dei processi (ambientali, produttivi, sociali, culturali) ad esso connessi, dimostrando di non avere una visione bucolica della ruralità. La tesi sostiene l’idea, verificata anche tramite l’intervista, che la percezione del grado di urbanizzazione di un ambiente rurale dipenda più dai caratteri tipologici e dalla qualità degli edifici insediati che dal loro grado di diffusione e dispersione. Nella seconda fase la tesi si occupa delle prospettive di trasformazione dell’ambiente “rurbano” per ciò che attiene alle strategie future del settore primario. Gli studi di P. Donadieu, di P. Castro, e di J. Van der Ploeg, le indagini Istat relative alle aziende agricole italiane, le indagini Eurostat relative alle aziende agricole biologiche, registrano un fenomeno di forte crescita delle piccole e medie aziende agricole che decidono di investire sulla “qualità” dei prodotti e, spesso, anche sui servizi didattici e turistico-ricettivi da offrire ai cittadini come attività complementari. In questa fase si intende porre l’attenzione sulla necessità che l’agricoltura venga riconsiderata un settore strategico, e sull’importanza che questa agricoltura della “qualita”, a cui tutta l’Italia sarebbe vocata, venga pur praticata dove vi siano edifici esistenti o nuovi purché rispondano ai requisiti della qualità edilizia in ambiente rurale. Nell’ultima fase è stato affrontato il tema delle costruzioni possibili in questo contesto; dovranno essere destinate a piccole, medie aziende agricole collegate alle abitazioni delle loro famiglie perché si possa ricreare la connessione abitazione-gestione produttiva delle pertinenze. Questi edifici dovranno innanzi tutto rispondere alle esigenze funzionali della nostra epoca rispettando i principi della semplicità, del risparmio delle energie delle persone e dei materiali, e dell’eco-compatibilità. Sono stati verificati i materiali e le tecniche costruttive in grado di rispondere ai requisiti della sostenibilità in ambiente rurale, e studiate delle tipologie che possano coniugare differenti destinazioni d’uso, quali quelle abitative e quelle legate alla piccola produzione. L’ultima fase di questa tesi è propriamente progettuale, e quindi corredata da disegni e rappresentazioni dei modelli; si è deciso di non lavorare alla progettazione di un unico prototipo architettonico, perché l’interesse non era quello di concludere queste riflessioni con la progettazione di un singolo edificio che, per quanto interessante, non avrebbe avuto una rilevanza strategica ma puntuale, e perciò si è lavorato per progettare un vero e proprio sistema costruttivo flessibile (modelli). La flessibilità del modello è data dal fatto che il sistema costruttivo è stato pensato per poter ampliare (o contrarre) le superfici del manufatto destinate all’attività agricola, quelle destinate all’abitazione e/o quelle destinate alla ricezione, attraverso la combinazione di elementi modulari di un sistema “a fisarmonica”. Gli edifici sono perfettamente smontabili e perciò, grazie all’uso esclusivo di “tecnologie a secco” rispondono perfettamente ai requisiti della reversibilità del processo costruttivo. Nel caso di aziende/abitazioni molto piccole è possibile l’autocostruzione. Il sistema costruttivo, in quanto tale, è realizzabile in infinite varianti dimensionali, ma è piuttosto vincolante dal punto di vista dei materiali e delle forme, in quanto si intende che siano rispettati i principi “neorurali” da quali è stato evoluto.File | Dimensione | Formato | |
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