INTRODUCTION Increased cardiovascular morbility and mortality and accelerated atherosclerosis have been observed in several rheumatic diseases, including psoriatic arthritis (PsA). There are few data about the influence of TNF blockers on the evolution of subclinical atherosclerosis. OBJECTIVES The aim of this study was to evaluate the presence of subclinical atherosclerosis in patients with PsA before and after a follow-up of 24 months of therapy with TNF blockers and to investigate whether the treatment works not only on the control of disease activity, but also improving atherosclerosis indexes. METHODS Thirty-two PsA patients were studied before and after 24 months from the start of TNF blockers treatment. The presence of subclinical atherosclerosis was investigated by evaluation of intima-media thickness (IMT), flow-mediated dilation (FMD) and endothelial independent dilatation (GTN), using carotid duplex scanning. IMT values were expressed as IMT mean (cumulative mean of all the IMT mean in every analysed carotid segment) and M-MAX (cumulative mean of all the higher IMT in every analysed carotid segment). Patients were also divided into normotensive and hypertensive as hypertension is a confounding factor that can induce by itself the progression of carotid lesions and endothelial dysfunction. Response to the therapy was studied by the evaluation of tender and swollen joints (Tj and Sj), DAS 28 (disease activity score), erythrocyte sedimentation rate (ESR) and C-reactive protein (CRP). The lipid profile of patients before and after 24 months was also evaluated. RESULTS After a follow-up of 24 months we did not observe any improvement in ultrasonographic parameters versus baseline, indeed, there was a significant deterioration in both IMT-mean and M-MAX (p<0.01), while no changes were observed for FMD and GTN. Even after division in normotensive and hypertensive similar results were observed. Conversely, there was a good response to therapy with significant reduction of Tj (p<0.001), Sj (p<0,001) and DAS 28 (p<0.001) and of ESR (p<0.001) and CRP (p<0.001). No significant changes was observed with regard to lipid profile in the two years of follow up. CONCLUSION Our data revealed that in patients with PsA, despite treatment with TNF blockers, there is still a gradual, albeit slight, progression of subclinical atherosclerosis assessed by ultrasonography. Both the IMT mean and the M-MAX show a slight worsening in two years, while FMD is stable against an expected improvement. Other inflammatory mechanisms not related to TNF may be responsible of the progression in atherosclerotic disease and the possible role of a genetic predisposition is not to be underestimated. Indeed it has been shown that people with PsA have a higher risk of atherosclerosis compared with other inflammatory rheumatic diseases.
RISCHIO CARDIOVASCOLARE NELL' ARTRITE PSORIASICA: FOLLOW-UP A 24 MESI DI TERAPIA CON ANTI TNF α INTRODUZIONE Un' aumentata morbilità e mortalità cardiovascolare è stata descritta in pazienti con numerose malattie reumatiche quali il lupus eritematoso sistemico, l'artrite reumatoide e la spondilite anchilosante. Anche nell'artrite psoriasica (AP) è stata evidenziata una aumentata mortalità per cause cardiovascolari, ma tale argomento non è stato studiato approfonditamente. Alla base dell'aumentata mortalità sembra esservi un'accelerata aterosclerosi legata sia a fattori di rischio tradizionali che non tradizionali, quali la presenza di flogosi cronica. SCOPO DELLA TESI Obiettivo di questo studio è stato quello di valutare la presenza di aterosclerosi subclinica in pazienti con AP e la sua modificazione dopo 2 anni di terapia con farmaci anti TNF, per indagare se tali trattamenti, riducendo il processo flogistico articolare favoriscano il miglioramento dei parametri vascolari analizzati. MATERIALI E METODI Trentadue pazienti affetti da AP sono stati sottoposti a valutazione ultrasonografica prima e dopo 2 anni di terapia con anti TNF, per indagare la presenza di aterosclerosi subclinica. I parametri presi in considerazione sono stati l'ispessimento medio-intimale (intima-media thickness, IMT), la dilatazione indotta dal flusso (flow mediated dilation, FMD). I valori di IMT sono stati espressi come media cumulativa degli IMT medi (IMT mean) e degli IMT massimi (M-MAX); i valori della FMD sono stati espressi come incremento percentuale del diametro dell'arteria brachiale rispetto al basale. I pazienti sono stati inoltre divisi in normotesi ed ipertesi poichè l'IPA è un fattore confondente in grado di indurre di per se la progressione delle lesioni carotidee e disfunzione endoteliale. Per valutare la risposta dell' artrite alla terapia con anti TNF sono stati considerati la conta delle articolazioni tumefatte (AT) e dolenti (AD), il DAS 28, la velocità di eritrosedimentazione (VES) e la proteina C reattiva (PCR). Sono inoltre stati analizzati il profilo lipidico e la glicemia al basale ed a 24 mesi di trattamento. RISULTATI Sorprendentemente a distanza di 24 mesi dall'inizio della terapia si è osservato un lieve, ma progressivo peggioramento dell'IMT mean e dell' M-MAX (per entrambi p<0,01), mentre nessuna differenza si è osservata per la dilatazione flusso mediata. Anche dopo suddivisione fra pazienti normotesi ed ipertesi i dati hanno mantenuto un analogo trend, anche se una maggior tendenza alla progressione si è osservata negli ipertesi. Questo in contrapposizione ad un significativo miglioramento del quadro clinico (AT, AD e DAS28, per tutti p<0,001) e dei parametri bioumorali, analogo andamento hanno presentato gli indici di flogosi (VES e PCR, entrambi p<0,001). Nessuna differenza si è osservata per il profilo lipidico e la glicemia. CONCLUSIONI Dai dati emersi risulta che nei pazienti con AP, nonostante la terapia con anti TNF, vi sia comunque una progressiva, seppur lieve progressione dell' arterosclerosi subclinica valutata mediante ultrasonografia. Sia l'IMT mean che l' M-MAX mostrano a due anni un lieve peggioramento, mentre la FMD rimane stabile, a fronte di un significativo e vistoso miglioramento clinico e bioumorale dell' artrite e a nessuna sostanziale variazione dei lipidi. Sicuramente gli psoriasici hanno una maggior tendenza al dismetabolismo rispetto alla popolazione sana e anche rispetto ad altre patologie infiammatorie, come anche dimostrato in letteratura. Un ruolo chiave potrebbe essere svolto da meccanismi infiammatori non collegati al TNF e/o una particolare predisposizione genetica.
RISCHIO CARDIOVASCOLARE NELL' ARTRITE PSORIASICA: FOLLOW-UP A 24 MESI DI TERAPIA CON ANTI TNF α / Lo Nigro, Alessandro. - (2011 Jan 25).
RISCHIO CARDIOVASCOLARE NELL' ARTRITE PSORIASICA: FOLLOW-UP A 24 MESI DI TERAPIA CON ANTI TNF α
Lo Nigro, Alessandro
2011
Abstract
RISCHIO CARDIOVASCOLARE NELL' ARTRITE PSORIASICA: FOLLOW-UP A 24 MESI DI TERAPIA CON ANTI TNF α INTRODUZIONE Un' aumentata morbilità e mortalità cardiovascolare è stata descritta in pazienti con numerose malattie reumatiche quali il lupus eritematoso sistemico, l'artrite reumatoide e la spondilite anchilosante. Anche nell'artrite psoriasica (AP) è stata evidenziata una aumentata mortalità per cause cardiovascolari, ma tale argomento non è stato studiato approfonditamente. Alla base dell'aumentata mortalità sembra esservi un'accelerata aterosclerosi legata sia a fattori di rischio tradizionali che non tradizionali, quali la presenza di flogosi cronica. SCOPO DELLA TESI Obiettivo di questo studio è stato quello di valutare la presenza di aterosclerosi subclinica in pazienti con AP e la sua modificazione dopo 2 anni di terapia con farmaci anti TNF, per indagare se tali trattamenti, riducendo il processo flogistico articolare favoriscano il miglioramento dei parametri vascolari analizzati. MATERIALI E METODI Trentadue pazienti affetti da AP sono stati sottoposti a valutazione ultrasonografica prima e dopo 2 anni di terapia con anti TNF, per indagare la presenza di aterosclerosi subclinica. I parametri presi in considerazione sono stati l'ispessimento medio-intimale (intima-media thickness, IMT), la dilatazione indotta dal flusso (flow mediated dilation, FMD). I valori di IMT sono stati espressi come media cumulativa degli IMT medi (IMT mean) e degli IMT massimi (M-MAX); i valori della FMD sono stati espressi come incremento percentuale del diametro dell'arteria brachiale rispetto al basale. I pazienti sono stati inoltre divisi in normotesi ed ipertesi poichè l'IPA è un fattore confondente in grado di indurre di per se la progressione delle lesioni carotidee e disfunzione endoteliale. Per valutare la risposta dell' artrite alla terapia con anti TNF sono stati considerati la conta delle articolazioni tumefatte (AT) e dolenti (AD), il DAS 28, la velocità di eritrosedimentazione (VES) e la proteina C reattiva (PCR). Sono inoltre stati analizzati il profilo lipidico e la glicemia al basale ed a 24 mesi di trattamento. RISULTATI Sorprendentemente a distanza di 24 mesi dall'inizio della terapia si è osservato un lieve, ma progressivo peggioramento dell'IMT mean e dell' M-MAX (per entrambi p<0,01), mentre nessuna differenza si è osservata per la dilatazione flusso mediata. Anche dopo suddivisione fra pazienti normotesi ed ipertesi i dati hanno mantenuto un analogo trend, anche se una maggior tendenza alla progressione si è osservata negli ipertesi. Questo in contrapposizione ad un significativo miglioramento del quadro clinico (AT, AD e DAS28, per tutti p<0,001) e dei parametri bioumorali, analogo andamento hanno presentato gli indici di flogosi (VES e PCR, entrambi p<0,001). Nessuna differenza si è osservata per il profilo lipidico e la glicemia. CONCLUSIONI Dai dati emersi risulta che nei pazienti con AP, nonostante la terapia con anti TNF, vi sia comunque una progressiva, seppur lieve progressione dell' arterosclerosi subclinica valutata mediante ultrasonografia. Sia l'IMT mean che l' M-MAX mostrano a due anni un lieve peggioramento, mentre la FMD rimane stabile, a fronte di un significativo e vistoso miglioramento clinico e bioumorale dell' artrite e a nessuna sostanziale variazione dei lipidi. Sicuramente gli psoriasici hanno una maggior tendenza al dismetabolismo rispetto alla popolazione sana e anche rispetto ad altre patologie infiammatorie, come anche dimostrato in letteratura. Un ruolo chiave potrebbe essere svolto da meccanismi infiammatori non collegati al TNF e/o una particolare predisposizione genetica.File | Dimensione | Formato | |
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