In the present research project I explored the effects of old age on cognitive and emotional aspects of the dog-owner relationship. To this aim, three studies were conducted, which focused on a) the detection of age-related cognitive impairment, b) the assessment of selective social attention skills in adult and aged dogs and c) the effect of age and of impaired cognitive functions on the dog-owner emotional bond. Although the existence of age-related cognitive impairment has been acknowledged in veterinary medicine, methodological issues limited the amount of scientific research in this aspect of companion dogs’ ageing. To address this problem, in the first study (pp. 10-47), we presented the development of a new method for the detection of cognitive decline in aged dogs. We employed a multiple approach, combining a questionnaire-based evaluation of dogs’ behaviour (Cognitive Evaluation Scale, CES) with the assessment of dogs’ memory and reversal learning abilities in a spatial cognition task. Application of these methods to a population of adult and aged dogs resulted in the detection of significant differences between the two age groups, with aged dogs obtaining lower CES scores and showing a worse performance in the spatial cognition task. A correlation between the two parameters was an important further indication of the validity of the method. Compared to other currently available tools, the present approach could have characteristics of higher sensitivity and specificity, providing practical advantages, for both future research in the field and for the clinical assessment of cognitive decline. A further aspect that received scarce scientific interest in aged dogs, is their attention towards humans, a phenomenon that could play a critical role in the expression of socio-cognitive abilities and in the adaptability of dogs into inter-specific groups. In the absence of suitable methods, we developed a behavioural task protocol to assess the quantitative and qualitative characteristics of dogs’ selective attention in an inter-specific context. In the first part of this second study (pp. 48-75), we presented the validation of this procedure, performed on a sample of adult pet dogs. The results showed a selective response in dogs simultaneously exposed to the owner and to an unfamiliar person, demonstrating that the pattern of attention is dependent on the strength of the dog-human relationship. Moreover, the task allows discriminating ‘passive’ (the simple orientation of senses to a stimulus) from ‘active’ (involving cognitive processing) forms of attention. In the second part of the study, the application of this method to a sample of aged dogs revealed a detrimental effect of age on the level of selective attention towards the owner. Old dogs had a higher propensity for ‘passive’ attention, being less capable than adults to retain information about social stimuli when these disappear from their visual field. The third study (pp. 75-98) dealt with the effect of old age on the nature of the dog-owner emotional bond. Sharing similarities with the human infant-mother relationship, the dog-owner bond has been described as a form of attachment: an enduring relationship with a particular other, which becomes apparent through distinctive behaviours, expressed under stress situations. Despite human research emphasizes the importance that emotional bonds might hold in the well being of aged individuals, the study of this aspect was neglected in the dog. We investigated the effect of old age on dogs’ attachment behaviours, using the Strange Situation Test, a method originally designed to elicit attachment responses in human infants. Our results show that old age does not affect the expression of ‘secure’ attachment (confidence at the presence of the object of attachment and distress at separation). However, we saw in old dogs an alteration in the expression of other behaviours (play and passive behaviours), which could represent a different emotional dimension of the dog-owner attachment (insecure-ambivalent). Since part of the dogs’ sample that was included in the present study had also participated in the previous studies, when possible the effect of cognitive impairment and selective attention on the dog-owner emotional bond was analyzed.
Il presente progetto di ricerca indaga gli effetti dell’età senile su aspetti pertinenti alla sfera cognitiva ed emozionale della relazione cane-proprietario. A tal fine sono stati condotti tre studi indipendenti, incentrati su: a) la rilevazione di deficit cognitivi legati all’età, b) la valutazione delle capacità di attenzione sociale selettiva in cani adulti e anziani e c) gli effetti dell’età anziana e del decadimento cognitivo sulle manifestazioni di attaccamento al proprietario. Benché l’esistenza di un declino cognitivo età-dipendente sia un’evenienza riconosciuta in medicina veterinaria, problemi di carattere metodologico hanno limitato la produzione scientifica su questo aspetto dell’invecchiamento nel cane da compagnia. Nel tentativo di ovviare a queste limitazioni, nel primo studio (pp. 10-47), è presentato lo sviluppo di un nuovo metodo per la rilevazione di deficit cognitivi legati nel cane anziano. Il metodo si basa su un approccio multiplo, che combina l’uso di scale di valutazione cognitiva, basate su questionari (Cognitive Evaluation Scale, CES) con la valutazione diretta delle capacità memoniche e di ‘apprendimento inverso’ dei cani in un test di cognizione spaziale. L’applicazione di questi metodi a una popolazione di cani da compagnia adulti e anziani è esitata nella rilevazione di differenze significative tra i due gruppi di età. I cani anziani ottengono punteggi peggiori nella scala di valutazione cognitiva e mostrano compromesse capacità di apprendimento nel test di cognizione spaziale. La correlazione tra i due parametri rappresenta un’importante indicazione della validità del metodo. Paragonato ad altri strumenti attualmente disponibili, questo approccio potrebbe garantire maggiore sensibilità e specificità, apportando un importante vantaggio pratico, sia in ambito di ricerca, che quale strumento di valutazione diagnostica in ambito clinico veterinario. Un ulteriore aspetto che ha ricevuto scarso interesse scientifico nel cane è l’attenzione rivolta all’uomo, un fenomeno che potrebbe rivestire un ruolo critico nell’espressione di capacità socio-cognitive e nell’integrazione del cane in gruppi sociali misti. In assenza di metodi appropriati, è stato sviluppato un test comportamentale per la valutazione delle caratteristiche quantitative e qualitative dell’attenzione selettiva del cane in un contesto interspecifico. Nella prima parte di questo secondo lavoro (pp. 48-75), presento lo sviluppo e la validazione di questa procedura, effettuata su un campione di cani adulti. I risultati mostrano una risposta selettiva nell’attenzione che i cani rivolgono al proprietario o a una persona estranea, cui sono simultaneamente esposti. Inoltre, il protocollo permette di discriminare forme di attenzione ‘attiva’ (con il coinvolgimento di processi cognitivi) e ‘passiva’ (cioè il semplice orientamento visivo). L’applicazione di questo metodo a un campione di cani anziani, nella seconda parte dello studio, ha rivelato un effetto negativo dell’età anziana sul livello di attenzione selettiva rivolta al proprietario. I cani anziani, inoltre, dimostrano una maggiore propensione per forme di attenzione ‘passiva’ essendo meno in grado, rispetto agli adulti, di ritenere informazioni riguardo allo stimolo sociale all’uscita di questo dal campo visivo. Nel terzo studio (pp. 75-98) è stato affrontato l’effetto dell’età anziana sulla qualità del legame emotivo cane-proprietario. In studi precedenti il legame cane-proprietario è stato assimilato all’attaccamento infante-madre. L’attaccamento definisce un legame duraturo con uno specifico individuo, che si manifesta attraverso comportamenti espressi in condizioni di stress. Benché ricerca in ambito umano abbia dimostrato la rilevanza della sfera affettivo-emotiva nella salvaguardia del benessere delle persone anziane, questo aspetto risulta scarsamente investigato nella specie canina. Nel presente studio il legame cane-proprietario è stato studiato mediante lo Strange Situation Test, un protocollo originalmente sviluppato per evidenziare comportamenti di attaccamento nel bambino in età infantile. I risultati mostrano come l’età anziana non alteri le manifestazioni comportamentali di attaccamento ‘sicuro’ (sicurezza in presenza e stress alla separazione dal proprietario). Tuttavia si evidenzia nel cane anziano un’alterazione nell’espressione di altri comportamenti (gioco e comportamento passivo), che potrebbero riflettere una diversa dimensione emotiva dell’attaccamento (insicuro-ambivalente). Poiché parte dei cani inclusi in questo studio avevano preso parte anche ai precedenti studi, quando i dati lo consentivano è stato indagato l’effetto del declino cognitivo e di differenze nelle capacità attentive sull’espressione dell’attaccamento cane-proprietario.
Cognitive and emotional aspects of the dog-owner relationship in aged companion dogs / Mongillo, Paolo. - (2010 Feb 01).
Cognitive and emotional aspects of the dog-owner relationship in aged companion dogs
Mongillo, Paolo
2010
Abstract
Il presente progetto di ricerca indaga gli effetti dell’età senile su aspetti pertinenti alla sfera cognitiva ed emozionale della relazione cane-proprietario. A tal fine sono stati condotti tre studi indipendenti, incentrati su: a) la rilevazione di deficit cognitivi legati all’età, b) la valutazione delle capacità di attenzione sociale selettiva in cani adulti e anziani e c) gli effetti dell’età anziana e del decadimento cognitivo sulle manifestazioni di attaccamento al proprietario. Benché l’esistenza di un declino cognitivo età-dipendente sia un’evenienza riconosciuta in medicina veterinaria, problemi di carattere metodologico hanno limitato la produzione scientifica su questo aspetto dell’invecchiamento nel cane da compagnia. Nel tentativo di ovviare a queste limitazioni, nel primo studio (pp. 10-47), è presentato lo sviluppo di un nuovo metodo per la rilevazione di deficit cognitivi legati nel cane anziano. Il metodo si basa su un approccio multiplo, che combina l’uso di scale di valutazione cognitiva, basate su questionari (Cognitive Evaluation Scale, CES) con la valutazione diretta delle capacità memoniche e di ‘apprendimento inverso’ dei cani in un test di cognizione spaziale. L’applicazione di questi metodi a una popolazione di cani da compagnia adulti e anziani è esitata nella rilevazione di differenze significative tra i due gruppi di età. I cani anziani ottengono punteggi peggiori nella scala di valutazione cognitiva e mostrano compromesse capacità di apprendimento nel test di cognizione spaziale. La correlazione tra i due parametri rappresenta un’importante indicazione della validità del metodo. Paragonato ad altri strumenti attualmente disponibili, questo approccio potrebbe garantire maggiore sensibilità e specificità, apportando un importante vantaggio pratico, sia in ambito di ricerca, che quale strumento di valutazione diagnostica in ambito clinico veterinario. Un ulteriore aspetto che ha ricevuto scarso interesse scientifico nel cane è l’attenzione rivolta all’uomo, un fenomeno che potrebbe rivestire un ruolo critico nell’espressione di capacità socio-cognitive e nell’integrazione del cane in gruppi sociali misti. In assenza di metodi appropriati, è stato sviluppato un test comportamentale per la valutazione delle caratteristiche quantitative e qualitative dell’attenzione selettiva del cane in un contesto interspecifico. Nella prima parte di questo secondo lavoro (pp. 48-75), presento lo sviluppo e la validazione di questa procedura, effettuata su un campione di cani adulti. I risultati mostrano una risposta selettiva nell’attenzione che i cani rivolgono al proprietario o a una persona estranea, cui sono simultaneamente esposti. Inoltre, il protocollo permette di discriminare forme di attenzione ‘attiva’ (con il coinvolgimento di processi cognitivi) e ‘passiva’ (cioè il semplice orientamento visivo). L’applicazione di questo metodo a un campione di cani anziani, nella seconda parte dello studio, ha rivelato un effetto negativo dell’età anziana sul livello di attenzione selettiva rivolta al proprietario. I cani anziani, inoltre, dimostrano una maggiore propensione per forme di attenzione ‘passiva’ essendo meno in grado, rispetto agli adulti, di ritenere informazioni riguardo allo stimolo sociale all’uscita di questo dal campo visivo. Nel terzo studio (pp. 75-98) è stato affrontato l’effetto dell’età anziana sulla qualità del legame emotivo cane-proprietario. In studi precedenti il legame cane-proprietario è stato assimilato all’attaccamento infante-madre. L’attaccamento definisce un legame duraturo con uno specifico individuo, che si manifesta attraverso comportamenti espressi in condizioni di stress. Benché ricerca in ambito umano abbia dimostrato la rilevanza della sfera affettivo-emotiva nella salvaguardia del benessere delle persone anziane, questo aspetto risulta scarsamente investigato nella specie canina. Nel presente studio il legame cane-proprietario è stato studiato mediante lo Strange Situation Test, un protocollo originalmente sviluppato per evidenziare comportamenti di attaccamento nel bambino in età infantile. I risultati mostrano come l’età anziana non alteri le manifestazioni comportamentali di attaccamento ‘sicuro’ (sicurezza in presenza e stress alla separazione dal proprietario). Tuttavia si evidenzia nel cane anziano un’alterazione nell’espressione di altri comportamenti (gioco e comportamento passivo), che potrebbero riflettere una diversa dimensione emotiva dell’attaccamento (insicuro-ambivalente). Poiché parte dei cani inclusi in questo studio avevano preso parte anche ai precedenti studi, quando i dati lo consentivano è stato indagato l’effetto del declino cognitivo e di differenze nelle capacità attentive sull’espressione dell’attaccamento cane-proprietario.File | Dimensione | Formato | |
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