The dissertation, which consists of four chapters, analyzes the important relationship between the minors and the Internet. In particular, it focuses on criminal protection of children against sexual cybercrimes. In the first chapter, a preliminary analysis of the nature of the Internet, its specific characteristics and its impact on law is conducted. The risks for children associated with the use of the Internet and the new technologies are also investigated. The second chapter is devoted to an overview of the regulation and key initiatives adopted both at the international and European Community level (in particular in the context of the so-called “third pillar”) in order to protect children against all types of sexual abuse and exploitation, including those through the Internet. The 1989 Convention of New York on the Rights of the Child, the 2001 Convention on Cybercrime and the 2007 Convention on Children Protection against Sexual Abuse and Exploitation promoted by the European Council, the Council Framework Decision 2004/68/JHA, and the recent Proposal for a Council Framework Decision on Combating the Sexual Abuse, Sexual Exploitation of Children and Child Pornography that should repeal the Council Framework Decision 2004/68/JHA are some of the initiatives analyzed. The third chapter provides a detailed analysis of the political-criminal choices made by the Italian legislator on the matter of children protection against sexual exploitation perpetrated also through the Internet through the adoption of Laws 269/21998 and 38/2006. In particular, the chapter focused on the new crimes introduced in the Italian Penal Code among the crimes against the individual personality at Paragraphs 600-bis and subsequent, the main interpretative issues related to these, the sanctions, the overcoming of the territoriality principle in the prosecution of some of such crimes when committed abroad, the exacerbation of some process measures, and the further measures introduced by the legislator to protect children. A brief analysis is also provided on Law 48/2008, which has implemented in the Italian legal system the Budapest Convention on Cybercrime, and has partially updated the Italian Penal Code and Penal Procedure Code to the new technologies, without however introducing any change or provision in order to implement Paragraph 9 of the Convention (Offences related to child pornography). Indeed, the content of Paragraph 9 has been considered as already covered by Paragraphs 600-ter, 600-quater and 600-quater.1 and subsequent of the Italian Penal Code. The fourth and last chapter deals with the controversial issue of the rationales behind and limits of the providers’ criminal responsibility. The analysis starts with an overview on the categorization of the Internet service providers and their current obligations set forth by D. Lgs. 70/2003, Laws 269/1998 and 38/2006, Gentiloni Decree, and Law 48/2008. Then, the different opinions of the Doctrine on the feasibility of the assignment to providers of a criminal responsibility in particular for omission according to Paragraph 40, Section 2, of the Italian Penal Code and for concurrent action or omission according to Paragraphs 110 and subsequent of the Italian Penal Code for crimes committed by third parties using the technological platforms and services offered by the providers themselves are examined. Finally, a brief analysis of the orientations of Jurisprudence on the issue in Italy compared to the United States, Japan and other European countries is provided.
La tesi, che si articola in quattro capitoli, indaga il delicatissimo rapporto tra i minori e Internet, e, in particolare, la problematica della tutela penale dei minori dai c.d. “cybercrime” a sfondo sessuale. Nel primo capitolo si svolge un’analisi preliminare circa la natura e le peculiari caratteristiche di Internet e la sua influenza sul diritto, nonché circa i rischi che l’utilizzo della Rete può comportare per gli utenti minori d’età, i quali diventano sempre più spesso vittime di reati di sfruttamento sessuale perpetrati sfruttando le nuove tecnologie. Nel secondo capitolo si fornisce un quadro della normativa e delle principali iniziative adottate a livello internazionale e comunitario (in particolare nell’ambito del c.d. “terzo pilastro”) per promuovere la tutela dei fanciulli quali soggetti con esigenze peculiari e diverse rispetto a quelle degli adulti contro ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale, anche via Internet. La fondamentale Convenzione di New York del 1989 sui diritti del fanciullo, le convenzioni sul cybercrime del 2001 e sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali del 2007 promosse dal Consiglio d’Europa, la Decisione quadro 2004/68/GAI e la recentissima proposta della Commissione di decisione quadro del Consiglio relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia che dovrebbe abrogare la predetta Decisione quadro 2004/68/GAI sono alcuni dei provvedimenti esaminati. Nel terzo capitolo si svolge un’approfondita analisi delle scelte politico-criminali operate dal legislatore italiano con le Leggi 269/1998 e 38/2006 in materia di tutela dei minori dallo sfruttamento sessuale, anche via Internet. Nello specifico, si esaminano le nuove fattispecie incriminatrici introdotte tra i delitti contro la personalità individuale nel corpo del Codice penale agli artt. 600-bis e seguenti, le principali questioni interpretative sorte in relazione ad esse, il trattamento sanzionatorio, il superamento del principio di territorialità nella perseguibilità di alcuni di tali delitti quando commessi all’estero, l’inasprimento di alcuni istituti processuali e le ulteriori misure introdotte dal legislatore a tutela dei minori. Si procede inoltre ad una breve analisi della Legge 48/2008, che ha recepito nell’ordinamento italiano la Convenzione di Budapest sul cybercrime e che ha parzialmente aggiornato il Codice penale ed il Codice di procedura penale alle nuove tecnologie, senza tuttavia introdurre alcuna modifica o nuova previsione al fine di recepire l’art. 9 della Convenzione relativo alle “offences related to child pornography”, ritenendo quanto previsto da tale disposizione “coperto” – se non addirittura superato – dalla tutela approntata dagli artt. 600-ter, 600-quater e 600-quater.1 e seguenti del Codice penale. Il quarto ed ultimo capitolo tratta della controversa problematica del fondamento e dei limiti della responsabilità penale dei provider. L’analisi muove da un inquadramento della categoria degli operatori su Internet e dall’esame degli obblighi finora posti a carico degli stessi (dal D. Lgs. 70/2003, dalle Leggi 269/1998 e 38/2006, dal c.d. “decreto Gentiloni”, nonché dalla Legge 48/2008). Si procede, quindi, all’esame delle diverse opinioni dottrinali elaborate in merito alla percorribilità di un’attribuzione di responsabilità in particolare a titolo di omesso impedimento dell’evento ai sensi dell’art. 40 cpv., c.p., nonché a titolo di concorso, in forma commissiva od omissiva, ai sensi degli artt. 110 e seguenti, c.p. nei reati realizzati da terzi sfruttando le piattaforme tecnologiche ed i servizi messi a disposizione dai provider. Infine, si fornisce una breve disamina circa gli orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia in Italia ed alcuni cenni di comparazione con riferimento all’esperienza giuridica statunitense, giapponese ed a quella di alcuni ordinamenti giuridici europei.
Internet e minori: la repressione dei cybercrime a sfondo sessuale / Massa, Margherita. - (2010 Jan 30).
Internet e minori: la repressione dei cybercrime a sfondo sessuale
Massa, Margherita
2010
Abstract
La tesi, che si articola in quattro capitoli, indaga il delicatissimo rapporto tra i minori e Internet, e, in particolare, la problematica della tutela penale dei minori dai c.d. “cybercrime” a sfondo sessuale. Nel primo capitolo si svolge un’analisi preliminare circa la natura e le peculiari caratteristiche di Internet e la sua influenza sul diritto, nonché circa i rischi che l’utilizzo della Rete può comportare per gli utenti minori d’età, i quali diventano sempre più spesso vittime di reati di sfruttamento sessuale perpetrati sfruttando le nuove tecnologie. Nel secondo capitolo si fornisce un quadro della normativa e delle principali iniziative adottate a livello internazionale e comunitario (in particolare nell’ambito del c.d. “terzo pilastro”) per promuovere la tutela dei fanciulli quali soggetti con esigenze peculiari e diverse rispetto a quelle degli adulti contro ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale, anche via Internet. La fondamentale Convenzione di New York del 1989 sui diritti del fanciullo, le convenzioni sul cybercrime del 2001 e sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali del 2007 promosse dal Consiglio d’Europa, la Decisione quadro 2004/68/GAI e la recentissima proposta della Commissione di decisione quadro del Consiglio relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia che dovrebbe abrogare la predetta Decisione quadro 2004/68/GAI sono alcuni dei provvedimenti esaminati. Nel terzo capitolo si svolge un’approfondita analisi delle scelte politico-criminali operate dal legislatore italiano con le Leggi 269/1998 e 38/2006 in materia di tutela dei minori dallo sfruttamento sessuale, anche via Internet. Nello specifico, si esaminano le nuove fattispecie incriminatrici introdotte tra i delitti contro la personalità individuale nel corpo del Codice penale agli artt. 600-bis e seguenti, le principali questioni interpretative sorte in relazione ad esse, il trattamento sanzionatorio, il superamento del principio di territorialità nella perseguibilità di alcuni di tali delitti quando commessi all’estero, l’inasprimento di alcuni istituti processuali e le ulteriori misure introdotte dal legislatore a tutela dei minori. Si procede inoltre ad una breve analisi della Legge 48/2008, che ha recepito nell’ordinamento italiano la Convenzione di Budapest sul cybercrime e che ha parzialmente aggiornato il Codice penale ed il Codice di procedura penale alle nuove tecnologie, senza tuttavia introdurre alcuna modifica o nuova previsione al fine di recepire l’art. 9 della Convenzione relativo alle “offences related to child pornography”, ritenendo quanto previsto da tale disposizione “coperto” – se non addirittura superato – dalla tutela approntata dagli artt. 600-ter, 600-quater e 600-quater.1 e seguenti del Codice penale. Il quarto ed ultimo capitolo tratta della controversa problematica del fondamento e dei limiti della responsabilità penale dei provider. L’analisi muove da un inquadramento della categoria degli operatori su Internet e dall’esame degli obblighi finora posti a carico degli stessi (dal D. Lgs. 70/2003, dalle Leggi 269/1998 e 38/2006, dal c.d. “decreto Gentiloni”, nonché dalla Legge 48/2008). Si procede, quindi, all’esame delle diverse opinioni dottrinali elaborate in merito alla percorribilità di un’attribuzione di responsabilità in particolare a titolo di omesso impedimento dell’evento ai sensi dell’art. 40 cpv., c.p., nonché a titolo di concorso, in forma commissiva od omissiva, ai sensi degli artt. 110 e seguenti, c.p. nei reati realizzati da terzi sfruttando le piattaforme tecnologiche ed i servizi messi a disposizione dai provider. Infine, si fornisce una breve disamina circa gli orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia in Italia ed alcuni cenni di comparazione con riferimento all’esperienza giuridica statunitense, giapponese ed a quella di alcuni ordinamenti giuridici europei.File | Dimensione | Formato | |
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