This thesis wants to call the attention to the long route made by the collections of pathological anatomy from the second half of the 1700’s until the beginnings of the 1900’s and today. Padua has always been the world-wide centre of medicine. The necessity to preserve the anatomical preparations has kept pace with the prestige of the “Medical School. “His Anatomical Majesty” Giovanni Battista Morgagni (1682-1771) had planned an anatomical museum inside Palazzo del Bo, next to the anatomical theatre of Girolamo Fabrici D’Acquapendente, but this work was never finished. The after Morgagni sees illustrious doctors like Caldani (1725-1813), Comparetti (1745-1801) and Fanzago (1764-1836). Only with this last one we have the first news about a pathological cabinet (1810), even if completely rudimental. However, we must wait for Lodovico Brunetti (1813-1899) to have a real Museum of Pathological Anatomy (1870). He was the first professor of pathological anatomy in Padua, as well as the first director of the same Institute. During his direction major changes take place: the anatomical schools “in force of my persevering firmness had been transported from the hospital to Saint Mattia”, the anatomical theatre became, more and more, the essential moment of the anatomo-pathological research, the Museum is conceived like a formative and popular instrument. Another great innovation introduced by Brunetti was the realization of many preparations with his personal method: the “tannizzazione”. This extraordinary technique is a process of conservation of the animals tissues that required the use of water to bleed the preparation (passing through the blood vessels), sulfuric ether to de-grease, tannic acid to “tannizzare” and compressed air to dry the whole preparation. Unfortunately, the tannizzazione did not have a continuation and remained unused, despite the prizes obtained in all Europe by Brunetti, who used to complain: “nobody of you follows me in my work”. The teaching of Morgagni, Rokitansky, Virchow has evolved in the one of Koch and the research mostly concerns “the invisible”. The history of the Museum of Pathological Anatomy is close to the one of the Institute of Pathological Anatomy of the University of Padua and in particular to the history of the Directors. Beginning exactly from Brunetti, carrying on with Augusto Bonome, Giovanni Cagnetto, up to professor Gaetano Thiene, their works and the interventions for the development of the Museum have been highlighted. The Museum is a place getting more and more modern where the collection and the preservation of the anatomo-pathological material is guaranteed, but in particular it represents a biological archives in which we can draw upon for study and scientific research. To allow and develop that, it is opportune to think of “a widespread” museum in the territory.

Questo lavoro vuole richiamare il lungo percorso compiuto dalle collezioni di anatomia patologica a partire dalla seconda metà del Settecento fino agli inizi del Novecento e ai giorni nostri. Padova è stata da sempre centro mondiale della medicina. Di pari passo col prestigio della “Scuola Medica” si è vista accrescere negli anni la necessità di poter conservare i preparati anatomici. Già “Sua Maestà Anatomica” Giovanni Battista Morgagni (1682-1771) aveva fatto progettare proprio un museo anatomico al Palazzo del Bo, di fianco al teatro anatomico di Girolamo Fabrici D’Acquapendente, ma tale opera non fu mai portata a termine. Il dopo Morgagni vede illustri medici come Caldani (1725-1813), Comparetti (1745-1801) e Fanzago (1764-1836), però solo con quest’ultimo si hanno le prime notizie riguardanti un gabinetto patologico (1810), anche se del tutto rudimentale. Bisogna aspettare però l’arrivo di Lodovico Brunetti (1813-1899) per avere un vero e proprio Museo anatomo-patologico (1870). Egli fu il primo cattedratico di anatomia patologica a Padova, nonché il primo direttore del medesimo Istituto. Durante la sua direzione ci furono i più significativi cambiamenti: le scuole anatomiche “in forza della mia perseverante fermezza vennero trasportate dall’ospitale in San Mattia”, il teatro anatomico divenne, sempre più, il momento essenziale della ricerca anatomo-patologica, il Museo concepito come strumento formativo e divulgativo. Altra grande novità introdotta dal Brunetti fu la realizzazione di moltissimi preparati con una sua personalissima metodica: la tannizzazione. Questa straordinaria tecnica è un processo di conservazione dei tessuti animali che prevedeva l’utilizzo, passando attraverso i vasi sanguigni, di acqua per dissanguare il preparato, etere solforico per digrassarlo, acido tannico per tannizzarlo ed infine aria compressa per essiccare il tutto. La tannizzazione non ebbe più un seguito, rimanendo purtroppo inutilizzata, nonostante i premi ricevuti in tutta Europa dal Brunetti, che si lamentava: “nessuno di voi mi segue coll’opera. L’insegnamento del Morgagni, del Rokitansky, del Virchow si è trasformato in quello del Koch e le indagini si aggirano, pressoché esclusivamente, intorno agli invisibili”. La storia del museo di anatomia patologica si colloca al fianco di quella dell’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Padova ed in specifico con quella dei Direttori. Partendo appunto dal Brunetti, per continuare con Augusto Bonome, Giovanni Cagnetto, fino ad arrivare al prof. Gaetano Thiene, sono stati evidenziati i loro lavori e gli interventi fatti per lo sviluppo del Museo; luogo sempre più moderno dove vengono garantite la raccolta e la salvaguardia di materiale anatomo-patologico, ma in particolare rappresenta un archivio biologico in cui attingere per lo studio e la ricerca scientifica. Per permettere e sviluppare ciò, è opportuno pensare ad un museo “diffuso” nel territorio.

Dal Gabinetto Patologico ad un Museo-Laboratorio di Anatomia Patologica / Zanatta, Alberto. - (2009).

Dal Gabinetto Patologico ad un Museo-Laboratorio di Anatomia Patologica

Zanatta, Alberto
2009

Abstract

Questo lavoro vuole richiamare il lungo percorso compiuto dalle collezioni di anatomia patologica a partire dalla seconda metà del Settecento fino agli inizi del Novecento e ai giorni nostri. Padova è stata da sempre centro mondiale della medicina. Di pari passo col prestigio della “Scuola Medica” si è vista accrescere negli anni la necessità di poter conservare i preparati anatomici. Già “Sua Maestà Anatomica” Giovanni Battista Morgagni (1682-1771) aveva fatto progettare proprio un museo anatomico al Palazzo del Bo, di fianco al teatro anatomico di Girolamo Fabrici D’Acquapendente, ma tale opera non fu mai portata a termine. Il dopo Morgagni vede illustri medici come Caldani (1725-1813), Comparetti (1745-1801) e Fanzago (1764-1836), però solo con quest’ultimo si hanno le prime notizie riguardanti un gabinetto patologico (1810), anche se del tutto rudimentale. Bisogna aspettare però l’arrivo di Lodovico Brunetti (1813-1899) per avere un vero e proprio Museo anatomo-patologico (1870). Egli fu il primo cattedratico di anatomia patologica a Padova, nonché il primo direttore del medesimo Istituto. Durante la sua direzione ci furono i più significativi cambiamenti: le scuole anatomiche “in forza della mia perseverante fermezza vennero trasportate dall’ospitale in San Mattia”, il teatro anatomico divenne, sempre più, il momento essenziale della ricerca anatomo-patologica, il Museo concepito come strumento formativo e divulgativo. Altra grande novità introdotta dal Brunetti fu la realizzazione di moltissimi preparati con una sua personalissima metodica: la tannizzazione. Questa straordinaria tecnica è un processo di conservazione dei tessuti animali che prevedeva l’utilizzo, passando attraverso i vasi sanguigni, di acqua per dissanguare il preparato, etere solforico per digrassarlo, acido tannico per tannizzarlo ed infine aria compressa per essiccare il tutto. La tannizzazione non ebbe più un seguito, rimanendo purtroppo inutilizzata, nonostante i premi ricevuti in tutta Europa dal Brunetti, che si lamentava: “nessuno di voi mi segue coll’opera. L’insegnamento del Morgagni, del Rokitansky, del Virchow si è trasformato in quello del Koch e le indagini si aggirano, pressoché esclusivamente, intorno agli invisibili”. La storia del museo di anatomia patologica si colloca al fianco di quella dell’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Padova ed in specifico con quella dei Direttori. Partendo appunto dal Brunetti, per continuare con Augusto Bonome, Giovanni Cagnetto, fino ad arrivare al prof. Gaetano Thiene, sono stati evidenziati i loro lavori e gli interventi fatti per lo sviluppo del Museo; luogo sempre più moderno dove vengono garantite la raccolta e la salvaguardia di materiale anatomo-patologico, ma in particolare rappresenta un archivio biologico in cui attingere per lo studio e la ricerca scientifica. Per permettere e sviluppare ciò, è opportuno pensare ad un museo “diffuso” nel territorio.
2009
This thesis wants to call the attention to the long route made by the collections of pathological anatomy from the second half of the 1700’s until the beginnings of the 1900’s and today. Padua has always been the world-wide centre of medicine. The necessity to preserve the anatomical preparations has kept pace with the prestige of the “Medical School. “His Anatomical Majesty” Giovanni Battista Morgagni (1682-1771) had planned an anatomical museum inside Palazzo del Bo, next to the anatomical theatre of Girolamo Fabrici D’Acquapendente, but this work was never finished. The after Morgagni sees illustrious doctors like Caldani (1725-1813), Comparetti (1745-1801) and Fanzago (1764-1836). Only with this last one we have the first news about a pathological cabinet (1810), even if completely rudimental. However, we must wait for Lodovico Brunetti (1813-1899) to have a real Museum of Pathological Anatomy (1870). He was the first professor of pathological anatomy in Padua, as well as the first director of the same Institute. During his direction major changes take place: the anatomical schools “in force of my persevering firmness had been transported from the hospital to Saint Mattia”, the anatomical theatre became, more and more, the essential moment of the anatomo-pathological research, the Museum is conceived like a formative and popular instrument. Another great innovation introduced by Brunetti was the realization of many preparations with his personal method: the “tannizzazione”. This extraordinary technique is a process of conservation of the animals tissues that required the use of water to bleed the preparation (passing through the blood vessels), sulfuric ether to de-grease, tannic acid to “tannizzare” and compressed air to dry the whole preparation. Unfortunately, the tannizzazione did not have a continuation and remained unused, despite the prizes obtained in all Europe by Brunetti, who used to complain: “nobody of you follows me in my work”. The teaching of Morgagni, Rokitansky, Virchow has evolved in the one of Koch and the research mostly concerns “the invisible”. The history of the Museum of Pathological Anatomy is close to the one of the Institute of Pathological Anatomy of the University of Padua and in particular to the history of the Directors. Beginning exactly from Brunetti, carrying on with Augusto Bonome, Giovanni Cagnetto, up to professor Gaetano Thiene, their works and the interventions for the development of the Museum have been highlighted. The Museum is a place getting more and more modern where the collection and the preservation of the anatomo-pathological material is guaranteed, but in particular it represents a biological archives in which we can draw upon for study and scientific research. To allow and develop that, it is opportune to think of “a widespread” museum in the territory.
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Dal Gabinetto Patologico ad un Museo-Laboratorio di Anatomia Patologica / Zanatta, Alberto. - (2009).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3426450
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