Ichnological researches on the Upper Jurassic dinosaur tracks in the Iouaridène area (Demnat , central High-Atlas, Morocco)

Known since the beginning of the century, the Iouaridène ichnosite has never been studied in detail, even if it was frequently cited for the presence of the Breviparopus taghbaloutensis r. The trampled layers belong to the lower member of the probably Upper Jurassic Iouaridène Formation. The sedimentological and stratigraphical work allowed to reconstruct the paleoenvironment as a fluvial flood basin, cyclically flooded. This work identifies 21 trampled layers, bearing probably more than 1000 tracks: a complete ichnocoenosis, with 12 different morphotypes, bearing traces of theropods, sauropods, ornithischians, thyreophora and other vertebrates and invertebrates animals. Such a large number of footprints were used to test and refine statistical and morphometrical methods applied to ichnology: PCA and Landmark analysis. The results, even if preliminary, are very promising and open new perspective for a more quantitave and objective ichnology and ichnotaxonomy.

Conosciuto fino dagli inizi del secolo scorso, l’icnosito di Iouaridène non è mai stato studiato in dettaglio, anche se viene citato spesso dalla letteratura per la presenza della pista di riferimento di Breviparopus taghbaloutensis. I livelli ad impronte appartengono al membro inferiore della Formazione di Iouaridène, presumibilmente di età Giurassica superiore. L’analisi startigrafico-sedimentological lella formazione ha consentito di ricostruire il paleoambiente come una bacino alluvionale fluviale, soggetto a periodiche inondazioni. In questo lavoro sono stati identificqati 21 livelli improntati, contententi probabilmente più di 1000 impronte; una completa icnocenosi, comprendente 12 morfotipi diversi, tra teropodi, sauropodi, ornitischi, tireofori e altri vertebrati ed invertebrati. Un così grande numero di impronte rilevate ha consentito di testare e affianare dei metodi di analisi statistica e morfometrica applciati all’icnologia: la PCA e la Landmark analysis. I risultati, per quanto preliminari, sono molto promettenti e aprono nuove prospettive verso un’icnologia e un’icnotassonomia più quantitative e oggettive.