The reconstruction of the past sea-level changes and of their effects on the paleoenvironmental evolution are necessary steps for the modelling of the future sea-level rise and for the elaboration of management plans for the safeguard of the coastal systems. Such reconstruction is often hampered by the scarceness of adequate indicators as a consequence of the lack of formation/preservation or due to the low resolution. This work focuses on the analysis of possible new paleo sea-level indicators. This research is essential in order to provide new data to constrain the marine transgression that took place after the Last Glacial Maximum (LGM) and to understand the consequent environmental evolution. A series of incised landforms that formed and were infilled during this period were therefore analysed. Incised landforms constitute one of the few available archives for the reconstruction of the past and especially for periods of high sea-level rise rate, which are usually characterized by few available paleo sea-level indicators as a consequence of the lack of formation or preservation. The northern Adriatic shelf and the contiguous Venetian-Friulian Plain were chosen for this research due to their peculiar physiography, notably the low gradient of the continental shelf. The northern Adriatic shelf was investigated through a series of high-resolution seismic profiles, allowing to document for the first time the presence of almost 100 paleo tidal inlets. Some of these have been investigated in detail, providing new pieces of evidence for the understanding of the evolution of the area during the early Holocene and the relation between the different rates of sea-level rise and the formation and preservation of lagoon environments. The analysis of a large dataset of cores that sampled the infilling material of an incised valley located in the subsurface of the modern Venetian-Friulian Plain allowed a detailed reconstruction of the environmental evolution in the area since the Late Glacial. In particular, the switch from a fluvial freshwater environment to a brackish lagoon one was recognized and dated to Early Holocene. Finally, this work presents some considerations and possible future developments for the use of such indicators in the reconstruction of timing and modes of the last marine transgression.
La ricostruzione di modalità e tempistiche associate alle variazioni del livello marino tardo-Quaternarie e alla loro influenza sull'evoluzione paleoambientale è necessaria al fine di modellare il futuro innalzamento del livello marino e per l'elaborazione di piani di gestione degli ambienti costieri. Questo tipo di ricostruzione è però spesso ostacolato dalla scarsità di adeguati indicatori. Il presente lavoro è focalizzato sull'analisi paleoambientale e sullo studio di possibili nuovi indicatori per lo studio della fase di trasgressione marina che ha avuto luogo a partire dalla fine dell'ultimo massimo glaciale (LGM). In particolare, questa ricerca prende in considerazione alcune morfologie erosive, quali canali tidali e valli incise. Queste forme spesso costituiscono un eccezionale archivio morfologico e stratigrafico per la ricostruzione del passato e dei periodi caratterizzati da un elevato tasso di risalita del livello marino, per i quali gli indicatori paleoambietali disponibili sono solitamente scarsi in seguito alla mancata formazione/limitata preservazione o a causa della bassa risoluzione disponibile. Le aree scelte per questo lavoro sono la piattaforma nord adriatica e la contigua pianura veneto-friulana. Questa scelta è stata dettata in particolare dalla fisiografia e dal basso gradiente topografico presenti in questa zona. L'analisi di profili sismici ad alta risoluzione acquisiti sulla piattaforma continentale nord adriatica ha consentito di individuare per la prima volta la presenza di quasi 100 bocche tidali fossili. Alcune di queste sono state studiate in dettaglio per ottenere informazioni sull'evoluzione e la distribuzione degli ambienti lagunari trasgressivi sviluppatisi nell'area all'inizio dell'Olocene. Lo studio dei depositi di riempimento di una valle incisa individuata nel sottosuolo della moderna pianura veneto-friulana ha permesso la ricostruzione dell'evoluzione dell'area a partire dal Tardiglaciale. È stato inoltre possibile riconoscere e datare la transizione da un ambiente fluviale ad uno lagunare nel corso dell'Olocene iniziale. Questo lavoro ha permesso di tracciare alcune considerazioni sui possibili sviluppi e potenzialità offerte dall'uso di questo tipo di indicatori per la ricostruzione delle fasi di trasgressione marina.
Late-Quaternary incised valleys and tidal inlets of the northern Adriatic shelf and related alluvial plains / Ronchi, Livio. - (2018 Nov 28).
Late-Quaternary incised valleys and tidal inlets of the northern Adriatic shelf and related alluvial plains
Ronchi, Livio
2018
Abstract
La ricostruzione di modalità e tempistiche associate alle variazioni del livello marino tardo-Quaternarie e alla loro influenza sull'evoluzione paleoambientale è necessaria al fine di modellare il futuro innalzamento del livello marino e per l'elaborazione di piani di gestione degli ambienti costieri. Questo tipo di ricostruzione è però spesso ostacolato dalla scarsità di adeguati indicatori. Il presente lavoro è focalizzato sull'analisi paleoambientale e sullo studio di possibili nuovi indicatori per lo studio della fase di trasgressione marina che ha avuto luogo a partire dalla fine dell'ultimo massimo glaciale (LGM). In particolare, questa ricerca prende in considerazione alcune morfologie erosive, quali canali tidali e valli incise. Queste forme spesso costituiscono un eccezionale archivio morfologico e stratigrafico per la ricostruzione del passato e dei periodi caratterizzati da un elevato tasso di risalita del livello marino, per i quali gli indicatori paleoambietali disponibili sono solitamente scarsi in seguito alla mancata formazione/limitata preservazione o a causa della bassa risoluzione disponibile. Le aree scelte per questo lavoro sono la piattaforma nord adriatica e la contigua pianura veneto-friulana. Questa scelta è stata dettata in particolare dalla fisiografia e dal basso gradiente topografico presenti in questa zona. L'analisi di profili sismici ad alta risoluzione acquisiti sulla piattaforma continentale nord adriatica ha consentito di individuare per la prima volta la presenza di quasi 100 bocche tidali fossili. Alcune di queste sono state studiate in dettaglio per ottenere informazioni sull'evoluzione e la distribuzione degli ambienti lagunari trasgressivi sviluppatisi nell'area all'inizio dell'Olocene. Lo studio dei depositi di riempimento di una valle incisa individuata nel sottosuolo della moderna pianura veneto-friulana ha permesso la ricostruzione dell'evoluzione dell'area a partire dal Tardiglaciale. È stato inoltre possibile riconoscere e datare la transizione da un ambiente fluviale ad uno lagunare nel corso dell'Olocene iniziale. Questo lavoro ha permesso di tracciare alcune considerazioni sui possibili sviluppi e potenzialità offerte dall'uso di questo tipo di indicatori per la ricostruzione delle fasi di trasgressione marina.File | Dimensione | Formato | |
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