The aim of the dissertation is to collect in one corpus all the Byzantine hymns (almost forty) that are attributed to Photius by the manuscript tradition or, in some cases, by the assumptions made in the editiones principes. In the case of hymns already published, I review the question of the attribution, re-publishing them on the base of a wider paradosis. Some unedited have been identified thanks to the recensio carried out by me (manuscripts from Paris, Lesbos and St. Catherine Monastery – Mount Sinai) and are published here for the first time. All of them are translated into Italian. I analyze issues related to structure, language and style of the hymns, in order to collect any evidence that could bring light on the identity of the hymnographer who wrote them, so far tacitly identified with the patriarch of Constantinople Photius (858-867, 877-886). Because we cannot consider the corpus simple “poetry”, but hymnody, ie intended to be sung at liturgical functions, together with the philological study, I deepened my knowledge in Byzantine musical palaeography, transcribing into staff-notation the melody of each hymn from at least three manuscripts, written in Middle-byzantine notation, dating from the Twelfth to the Sixteenth Century, and making a comparison with the oldest sources (in Palaeo-byzantine musical notation). The study of the melodic line (cadences, coincidence of textual and musical accents) made it possible to evaluate from time to time metric anomalies found in the text of the hymns, justifying or correcting them according to the strict union between words and music.
Scopo della dissertazione è raccogliere in un corpus i componimenti innografici bizantini (una quarantina) che sono attribuiti a Fozio dalla tradizione manoscritta o, talvolta, solo dagli editori. Nel caso di inni editi, si riesamina la questione dell’attribuzione, ripubblicando i componimenti sulla base di una più vasta recensio da me condotta. Si dà inoltre la prima edizione di alcuni inediti tratti da codici custoditi a Parigi, a Santa Caterina del Sinai, a Lesbo. Gli inni sono tutti tradotti in lingua italiana. Affronto in dettaglio le questioni inerenti struttura, stile e metrica dei componimenti, al fine di raccogliere tutti gli elementi che possano portar luce sull’identità dell’innografo che li scrisse, sinora identificato con il patriarca di Costantinopoli Fozio (858-867; 877-886). Poiché il corpus considerato non è semplice poesia, ma innografia, destinato cioè ad essere cantato durante le funzioni liturgiche ortodosse, a fianco dello studio filologico si è intrapreso quello della paleografia musicale bizantina, trascrivendo su pentagramma la melodia di ciascun inno da almeno tre fonti manoscritte, vergate in notazione mediobizantina, databili dal XII al XVI secolo, e operando un confronto con testimonianze più antiche (in notazione musicale paleobizantina). Lo studio della linea melodica (cadenze, coincidenza di accenti testuali e musicali) ha consentito di valutare di volta in volta le anomalie metriche riscontrate nel testo degli inni, giustificandole o emendandole in base allo stretto connubio tra parola e musica.
Il corpus innografico attribuito a Fozio. Edizione critica e analisi musicale / Tessari, Silvia. - (2012 Jan 23).
Il corpus innografico attribuito a Fozio. Edizione critica e analisi musicale
Tessari, Silvia
2012
Abstract
Scopo della dissertazione è raccogliere in un corpus i componimenti innografici bizantini (una quarantina) che sono attribuiti a Fozio dalla tradizione manoscritta o, talvolta, solo dagli editori. Nel caso di inni editi, si riesamina la questione dell’attribuzione, ripubblicando i componimenti sulla base di una più vasta recensio da me condotta. Si dà inoltre la prima edizione di alcuni inediti tratti da codici custoditi a Parigi, a Santa Caterina del Sinai, a Lesbo. Gli inni sono tutti tradotti in lingua italiana. Affronto in dettaglio le questioni inerenti struttura, stile e metrica dei componimenti, al fine di raccogliere tutti gli elementi che possano portar luce sull’identità dell’innografo che li scrisse, sinora identificato con il patriarca di Costantinopoli Fozio (858-867; 877-886). Poiché il corpus considerato non è semplice poesia, ma innografia, destinato cioè ad essere cantato durante le funzioni liturgiche ortodosse, a fianco dello studio filologico si è intrapreso quello della paleografia musicale bizantina, trascrivendo su pentagramma la melodia di ciascun inno da almeno tre fonti manoscritte, vergate in notazione mediobizantina, databili dal XII al XVI secolo, e operando un confronto con testimonianze più antiche (in notazione musicale paleobizantina). Lo studio della linea melodica (cadenze, coincidenza di accenti testuali e musicali) ha consentito di valutare di volta in volta le anomalie metriche riscontrate nel testo degli inni, giustificandole o emendandole in base allo stretto connubio tra parola e musica.File | Dimensione | Formato | |
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