A balanced diet and an appropriate feeding are the two most important requirements of aquaculture. Research on feed, quality control and biological evaluation are important to formulate correct diets because without correct and suitable feeding, fish are unable to stay healthy and productive. Furthermore, quality and composition of feeds deeply affect the nutritional and organoleptic characteristics of the final product. In the last years, fish meal has been gradually and partially substituted by plant-based products, because of their improved sustainability and lower costs. Soybean meal is the principal vegetable protein source, due to its high protein content, good amino acid profile, high digestibility, low cost, consistency and availability. Soybean meal contains isoflavones which are polyphenolic compounds (genistein, daidzein, glycitein) that, as phytoestrogens, may act as estrogen receptor agonists or antagonists causing biological activity on fish in addiction to possible changes on the fillet quality. The potential effects of isoflavones may affect the soybean meal utilization as an alternative protein source in aquaculture feed. In the meantime, it is important, for consumer safety, to evaluate the potential amount of the isoflavones in edible tissue and their antioxidant effect that could enhance the product shelf life. Our objective was to examine, on the one hand, the effect of dietary isoflavones on growth, reproduction and health in rainbow trout (Oncorhynchus mykiss), and on the other hand, on the quality of fish food. Rainbow trout were fed three experimental diets containing different concentrations of isoflavones (0, 500, 1500 ppm) for 70 days. Growth, estrogenic activity expressed by vitellogenin (VTG) protein levels in plasma and liver, plasma 17β-estradiol (E2) levels, gonadal development, state of stress and histological changes in various tissues were evaluated in a subsample of the animals at the end of feeding trial. Complementary analyses on growth performance, proximate composition, lipid oxidation and isoflavone deposition were carried out on the remaining part of the animals for each treatment, after being stored at 4 °C for 1 and 7 days. Neither growth performance nor the relative mRNA levels of the liver Insulin Growh Factor I (Igf-I) were influenced by different levels of dietary isoflavones. Plasma and liver VTG protein levels and plasma E2 were unaffected by the treatments and the correlation between E2 plasma levels and VTG densitometry values was significant (p < 0.05). The fish gonadosomatic index (GSI) did not significantly differ among the three experimental groups but correlated with plasma VTG densitometry values (p < 0.05). Plasma, muscle and fin cortisol concentrations fell within the normal welfare range and were not correlated to isoflavone levels. Histologically, the distal intestine showed a normal morphology with well-differentiated enterocytes, as well as the liver showed normal hepatocytes. A supranuclear accumulation of lipid droplets in enterocytes and some lipid droplets in hepatocytes were observed in all the tested groups, suggesting an impact of basal dietary lipid on transport/metabolism of fat in the fish. Inclusion and different levels of isoflavones in diets did not affect the performance of trout used for final product analysis either. Indeed, trout showed similar body weight at caught, 337 g on average, and an average gutted body weight of 299 g. Biometric indexes, skin and fillet colour, rheological characteristics, proximate composition and fatty acids profile of fillet were not affected by the different dietary treatments. Otherwise, time of storage reduced fillet yield (56.4 vs. 53.6%; p < 0.01), and skin lightness (59.2 vs. 51.5; p < 0.001); red index moved to more negative values (p < 0.001) and yellow index decreased (6.99 vs. 5.07; p < 0.001). Fillet pH (6.22 vs. 6.34; p < 0.001) and lightness increased (38 vs. 43.6; p < 0.001) while yellow index (6.20 vs. 4.52; p < 0.001) and shear force decreased (0.94 vs. 0.80 g kg-1; p < 0.001). According to the time of storage, trout fillet showed an increase of water, a loss of crude protein and an increase of total volatile basic nitrogen content (19.3 vs. 21.2 mg 100 g-1; p < 0.001). As a result of PUFAs omega-6 decrease (13.1% vs. 12.7%; p < 0.05), omega-3/omega-6 ratio increased (1.05 vs. 1.20; p < 0.05) during storage. The results evidenced an accumulation of isoflavones on trout fillets, even if isoflavone concentration in fillets was not significantly influenced by the content of dietary isoflavones in both storage times. Lipid peroxidation expressed as thiobarbituric acid reactive substances (TBARS) levels in fillet on day 1 of refrigeration was significantly higher than that at day 7 (p < 0.05) but no difference resulted among groups fed different isoflavone levels, evidencing no effect of feed soy isoflavones on fillet lipid oxidation. Overall, these results suggest that the isoflavone tested doses do not compromise rainbow trout reproduction, growth and health; although a moderate transfer of isoflavones from diet to fillet was observed, quality, technological and nutritional characteristics and lipid oxidation, were not affected by dietary treatment. Our data demonstrate that, with regard to isoflavone contents and their potential effects, soybean meal can replace fish meal in rainbow trout diets at a high level with no negative effects on fish performance and final product quality.

Una dieta bilanciata e un’appropriata alimentazione sono le due maggiori richieste da parte dell’acquacoltura. Gli studi scientifici sui mangimi, il controllo qualità e la valutazione dell’aspetto biologico sono importanti per formulare una corretta e idonea dieta per le specie ittiche. Senza un’adeguata alimentazione, il pesce non può crescere nei tempi stabiliti e mantenersi in salute, oltre al fatto che la qualità e la composizione dei mangimi influenzano profondamente le caratteristiche nutrizionali e organolettiche del prodotto finale. Negli ultimi anni, la farina di pesce è stata sostituita gradualmente e parzialmente dai prodotti derivati dalle piante, per il loro basso costo e la loro sostenibilità rispetto alla farina di pesce. La farina di soia è la principale risorsa proteica vegetale per l’alimentazione animale, per il suo elevato contenuto proteico, il buon profilo amminoacidico, l’elevata digeribilità, il costo ridotto, nonché l’ampia disponibilità. La farina di soia contiene isoflavoni (genisteina, daidzeina, gliciteina) che sono composti polifenolici nonché fitoestrogeni ed in quanto tali possono agire come agonisti o antagonisti dei recettori degli estrogeni endogeni, agendo biologicamente sulla specie ittica e modificando le caratteristiche qualitative del prodotto finale. I potenziali effetti degli isoflavoni possono influenzare l’utilizzo della farina di soia come risorsa proteica alternativa nei mangimi per pesci. Risulta importante valutare per la sicurezza del consumatore anche il potenziale ammontare degli isoflavoni nel tessuto edibile della specie alimentata con la soia, oltre che il loro effetto antiossidante che potrebbe aumentare la shelf life del prodotto. Il nostro obiettivo si prefiggeva, da un lato, di esaminare l’effetto degli isoflavoni della soia sulla crescita, la riproduzione e la salute della trota iridea (Oncorhynchus mykiss), dall’altro, di valutare la qualità della carne del pesce. Le trote sono state alimentate con tre diete contenenti differenti concentrazioni di isoflavoni (0, 500, 1000 ppm) per un tempo di 70 giorni. Al termine della prova di alimentazione, una parte delle trote sperimentali sono state utilizzate per valutare la crescita, l’attività estrogenica (espressa in livelli di proteine del tuorlo nel plasma e nel fegato), i livelli plasmatici di estradiolo, lo sviluppo gonadico, lo stato di stress e i cambiamenti istologici nei vari tessuti. Analisi complementari su performance di crescita, composizione prossimale, ossidazione lipidica e deposito degli isoflavoni nel filetto sono state effettuate sulla rimanente parte delle trote, dopo la loro conservazione a 4°C, per 1 e 7 giorni. I diversi dosaggi di isoflavoni non hanno influenzato né la performance di crescita né le concentrazioni di mRNA del Fattore di Crescita Insulino Simile (Igf-I) nel fegato. I livelli della vitellogenina (VTG) in plasma e fegato e di estradiolo plasmatico (E2) non sono stati condizionati dalle diete utilizzate, inoltre la correlazione tra livello plasmatico di E2 e i valori densitometrici della VTG si è rivelata significativa (p < 0.05). L’indice gonadosomatico (GSI) delle trote non ha mostrato differenze tra i tre gruppi sperimentali ed è risultato correlato con i valori densitometrici della VTG plasmatica (p < 0.05). Le concentrazioni di cortisolo rilevate in plasma, muscolo e pinna si sono collocate in un range di valori bassi, compatibili con una condizione di benessere, e non hanno mostrato correlazioni con il livello di isoflavoni nelle diete. Dal punto di vista istologico, l’intestino distale presentava una morfologia normale con enterociti ben differenziati, così come il fegato che, a sua volta, mostrava epatociti normali. In tutti i gruppi testati, si è evidenziato un accumulo sopranucleare di gocce lipidiche che suggerisce un effetto dei lipidi della dieta basale sul trasporto/metabolismo dei grassi nel pesce. L’inclusione di differenti livelli di isoflavoni nelle diete non ha influenzato nemmeno la performance delle trote utilizzate per l’analisi del prodotto finale in momenti diversi durante la conservazione. Infatti, le trote mostravano un simile peso del corpo alla cattura, con una media di 337 g, ed una media del peso del corpo eviscerato di 229 g. Gli indici biometrici, il colore della pelle e del filetto, le caratteristiche reologiche, la composizione chimica e il profilo acidico dei grassi del filetto non sono stati modificati dai diversi trattamenti alimentari. D’altro canto, il tempo di conservazione ha ridotto significativamente la resa dei filetti (56.4 vs. 53.6%; p < 0.01) e la luminosità della pelle (59.2 vs 51.5; p < 0.001), l’indice del rosso ha mostrato valori più negativi (p < 0,001) e l’indice del giallo è diminuito (6.99 vs. 5.07; p < 0.001). Il pH del filetto (6.22 vs. 6.34; p < 0.001) e la sua luminosità sono aumentati (38 vs. 43.6; p < 0.001), mentre l’indice del giallo (6.20 vs. 4.52; p < 0.001) e lo sforzo di taglio sono diminuiti (0.94 vs. 0.80 g kg-1; p < 0.001). Sempre sulla base del tempo di conservazione, il filetto ha mostrato un aumento della percentuale d’acqua, una perdita in proteine ed un aumento del contenuto di azoto basico volatile (19.3 vs. 21.2 mg 100 g-1; p < 0.001). Durante la conservazione, inoltre, è risultata una diminuzione degli acidi grassi polinsaturi (PUFA) omega-6 (13.1% vs. 12.7 %; p < 0.05) e un aumento del rapporto omega-3/omega-6 (1.05 vs. 1.20; p < 0.05). I risultati hanno evidenziato, per entrambi i tempi di conservazione, un accumulo di isoflavoni nei filetti di trota, anche se la concentrazione non è stata influenzata significativamente dal contenuto degli isoflavoni presenti nelle diete. L’ossidazione lipidica, espressa come livelli di TBARS (thiobarbituric acid reactive substances), dei filetti conservati dopo 1 giorno di conservazione a 4 °C, è risultata significativamente più alta che al giorno 7 (p < 0.05), ma nessuna differenza si è riscontrata tra i gruppi alimentati con diversi livelli di isoflavoni, evidenziando nessun effetto da parte degli isoflavoni della soia sull’ossidazione lipidica del filetto. I risultati ottenuti sembrano indicare che gli isoflavoni, alle dosi testate, non compromettano la riproduzione, la crescita e la salute della trota; anche se si è osservato un moderato trasferimento degli isoflavoni dalla dieta al filetto, la qualità, le caratteristiche nutrizionali e l’ossidazione lipidica non risultano influenzati dal trattamento alimentare. In merito al contenuto di isoflavoni nella farina di soia e al loro potenziale effetto, i nostri risultati dimostrano che la farina di pesce può essere sostituita dalla farina di soia nelle diete somministrate alle trote senza aver effetti negativi sulla performance e sulla qualità del prodotto finale.

Effects of dietary soy isoflavones on Rainbow trout, Oncorhynchus mykiss / Pastore, Maria Rita. - (2018 Jul 17).

Effects of dietary soy isoflavones on Rainbow trout, Oncorhynchus mykiss

Pastore, Maria Rita
2018

Abstract

Una dieta bilanciata e un’appropriata alimentazione sono le due maggiori richieste da parte dell’acquacoltura. Gli studi scientifici sui mangimi, il controllo qualità e la valutazione dell’aspetto biologico sono importanti per formulare una corretta e idonea dieta per le specie ittiche. Senza un’adeguata alimentazione, il pesce non può crescere nei tempi stabiliti e mantenersi in salute, oltre al fatto che la qualità e la composizione dei mangimi influenzano profondamente le caratteristiche nutrizionali e organolettiche del prodotto finale. Negli ultimi anni, la farina di pesce è stata sostituita gradualmente e parzialmente dai prodotti derivati dalle piante, per il loro basso costo e la loro sostenibilità rispetto alla farina di pesce. La farina di soia è la principale risorsa proteica vegetale per l’alimentazione animale, per il suo elevato contenuto proteico, il buon profilo amminoacidico, l’elevata digeribilità, il costo ridotto, nonché l’ampia disponibilità. La farina di soia contiene isoflavoni (genisteina, daidzeina, gliciteina) che sono composti polifenolici nonché fitoestrogeni ed in quanto tali possono agire come agonisti o antagonisti dei recettori degli estrogeni endogeni, agendo biologicamente sulla specie ittica e modificando le caratteristiche qualitative del prodotto finale. I potenziali effetti degli isoflavoni possono influenzare l’utilizzo della farina di soia come risorsa proteica alternativa nei mangimi per pesci. Risulta importante valutare per la sicurezza del consumatore anche il potenziale ammontare degli isoflavoni nel tessuto edibile della specie alimentata con la soia, oltre che il loro effetto antiossidante che potrebbe aumentare la shelf life del prodotto. Il nostro obiettivo si prefiggeva, da un lato, di esaminare l’effetto degli isoflavoni della soia sulla crescita, la riproduzione e la salute della trota iridea (Oncorhynchus mykiss), dall’altro, di valutare la qualità della carne del pesce. Le trote sono state alimentate con tre diete contenenti differenti concentrazioni di isoflavoni (0, 500, 1000 ppm) per un tempo di 70 giorni. Al termine della prova di alimentazione, una parte delle trote sperimentali sono state utilizzate per valutare la crescita, l’attività estrogenica (espressa in livelli di proteine del tuorlo nel plasma e nel fegato), i livelli plasmatici di estradiolo, lo sviluppo gonadico, lo stato di stress e i cambiamenti istologici nei vari tessuti. Analisi complementari su performance di crescita, composizione prossimale, ossidazione lipidica e deposito degli isoflavoni nel filetto sono state effettuate sulla rimanente parte delle trote, dopo la loro conservazione a 4°C, per 1 e 7 giorni. I diversi dosaggi di isoflavoni non hanno influenzato né la performance di crescita né le concentrazioni di mRNA del Fattore di Crescita Insulino Simile (Igf-I) nel fegato. I livelli della vitellogenina (VTG) in plasma e fegato e di estradiolo plasmatico (E2) non sono stati condizionati dalle diete utilizzate, inoltre la correlazione tra livello plasmatico di E2 e i valori densitometrici della VTG si è rivelata significativa (p < 0.05). L’indice gonadosomatico (GSI) delle trote non ha mostrato differenze tra i tre gruppi sperimentali ed è risultato correlato con i valori densitometrici della VTG plasmatica (p < 0.05). Le concentrazioni di cortisolo rilevate in plasma, muscolo e pinna si sono collocate in un range di valori bassi, compatibili con una condizione di benessere, e non hanno mostrato correlazioni con il livello di isoflavoni nelle diete. Dal punto di vista istologico, l’intestino distale presentava una morfologia normale con enterociti ben differenziati, così come il fegato che, a sua volta, mostrava epatociti normali. In tutti i gruppi testati, si è evidenziato un accumulo sopranucleare di gocce lipidiche che suggerisce un effetto dei lipidi della dieta basale sul trasporto/metabolismo dei grassi nel pesce. L’inclusione di differenti livelli di isoflavoni nelle diete non ha influenzato nemmeno la performance delle trote utilizzate per l’analisi del prodotto finale in momenti diversi durante la conservazione. Infatti, le trote mostravano un simile peso del corpo alla cattura, con una media di 337 g, ed una media del peso del corpo eviscerato di 229 g. Gli indici biometrici, il colore della pelle e del filetto, le caratteristiche reologiche, la composizione chimica e il profilo acidico dei grassi del filetto non sono stati modificati dai diversi trattamenti alimentari. D’altro canto, il tempo di conservazione ha ridotto significativamente la resa dei filetti (56.4 vs. 53.6%; p < 0.01) e la luminosità della pelle (59.2 vs 51.5; p < 0.001), l’indice del rosso ha mostrato valori più negativi (p < 0,001) e l’indice del giallo è diminuito (6.99 vs. 5.07; p < 0.001). Il pH del filetto (6.22 vs. 6.34; p < 0.001) e la sua luminosità sono aumentati (38 vs. 43.6; p < 0.001), mentre l’indice del giallo (6.20 vs. 4.52; p < 0.001) e lo sforzo di taglio sono diminuiti (0.94 vs. 0.80 g kg-1; p < 0.001). Sempre sulla base del tempo di conservazione, il filetto ha mostrato un aumento della percentuale d’acqua, una perdita in proteine ed un aumento del contenuto di azoto basico volatile (19.3 vs. 21.2 mg 100 g-1; p < 0.001). Durante la conservazione, inoltre, è risultata una diminuzione degli acidi grassi polinsaturi (PUFA) omega-6 (13.1% vs. 12.7 %; p < 0.05) e un aumento del rapporto omega-3/omega-6 (1.05 vs. 1.20; p < 0.05). I risultati hanno evidenziato, per entrambi i tempi di conservazione, un accumulo di isoflavoni nei filetti di trota, anche se la concentrazione non è stata influenzata significativamente dal contenuto degli isoflavoni presenti nelle diete. L’ossidazione lipidica, espressa come livelli di TBARS (thiobarbituric acid reactive substances), dei filetti conservati dopo 1 giorno di conservazione a 4 °C, è risultata significativamente più alta che al giorno 7 (p < 0.05), ma nessuna differenza si è riscontrata tra i gruppi alimentati con diversi livelli di isoflavoni, evidenziando nessun effetto da parte degli isoflavoni della soia sull’ossidazione lipidica del filetto. I risultati ottenuti sembrano indicare che gli isoflavoni, alle dosi testate, non compromettano la riproduzione, la crescita e la salute della trota; anche se si è osservato un moderato trasferimento degli isoflavoni dalla dieta al filetto, la qualità, le caratteristiche nutrizionali e l’ossidazione lipidica non risultano influenzati dal trattamento alimentare. In merito al contenuto di isoflavoni nella farina di soia e al loro potenziale effetto, i nostri risultati dimostrano che la farina di pesce può essere sostituita dalla farina di soia nelle diete somministrate alle trote senza aver effetti negativi sulla performance e sulla qualità del prodotto finale.
17-lug-2018
A balanced diet and an appropriate feeding are the two most important requirements of aquaculture. Research on feed, quality control and biological evaluation are important to formulate correct diets because without correct and suitable feeding, fish are unable to stay healthy and productive. Furthermore, quality and composition of feeds deeply affect the nutritional and organoleptic characteristics of the final product. In the last years, fish meal has been gradually and partially substituted by plant-based products, because of their improved sustainability and lower costs. Soybean meal is the principal vegetable protein source, due to its high protein content, good amino acid profile, high digestibility, low cost, consistency and availability. Soybean meal contains isoflavones which are polyphenolic compounds (genistein, daidzein, glycitein) that, as phytoestrogens, may act as estrogen receptor agonists or antagonists causing biological activity on fish in addiction to possible changes on the fillet quality. The potential effects of isoflavones may affect the soybean meal utilization as an alternative protein source in aquaculture feed. In the meantime, it is important, for consumer safety, to evaluate the potential amount of the isoflavones in edible tissue and their antioxidant effect that could enhance the product shelf life. Our objective was to examine, on the one hand, the effect of dietary isoflavones on growth, reproduction and health in rainbow trout (Oncorhynchus mykiss), and on the other hand, on the quality of fish food. Rainbow trout were fed three experimental diets containing different concentrations of isoflavones (0, 500, 1500 ppm) for 70 days. Growth, estrogenic activity expressed by vitellogenin (VTG) protein levels in plasma and liver, plasma 17β-estradiol (E2) levels, gonadal development, state of stress and histological changes in various tissues were evaluated in a subsample of the animals at the end of feeding trial. Complementary analyses on growth performance, proximate composition, lipid oxidation and isoflavone deposition were carried out on the remaining part of the animals for each treatment, after being stored at 4 °C for 1 and 7 days. Neither growth performance nor the relative mRNA levels of the liver Insulin Growh Factor I (Igf-I) were influenced by different levels of dietary isoflavones. Plasma and liver VTG protein levels and plasma E2 were unaffected by the treatments and the correlation between E2 plasma levels and VTG densitometry values was significant (p < 0.05). The fish gonadosomatic index (GSI) did not significantly differ among the three experimental groups but correlated with plasma VTG densitometry values (p < 0.05). Plasma, muscle and fin cortisol concentrations fell within the normal welfare range and were not correlated to isoflavone levels. Histologically, the distal intestine showed a normal morphology with well-differentiated enterocytes, as well as the liver showed normal hepatocytes. A supranuclear accumulation of lipid droplets in enterocytes and some lipid droplets in hepatocytes were observed in all the tested groups, suggesting an impact of basal dietary lipid on transport/metabolism of fat in the fish. Inclusion and different levels of isoflavones in diets did not affect the performance of trout used for final product analysis either. Indeed, trout showed similar body weight at caught, 337 g on average, and an average gutted body weight of 299 g. Biometric indexes, skin and fillet colour, rheological characteristics, proximate composition and fatty acids profile of fillet were not affected by the different dietary treatments. Otherwise, time of storage reduced fillet yield (56.4 vs. 53.6%; p < 0.01), and skin lightness (59.2 vs. 51.5; p < 0.001); red index moved to more negative values (p < 0.001) and yellow index decreased (6.99 vs. 5.07; p < 0.001). Fillet pH (6.22 vs. 6.34; p < 0.001) and lightness increased (38 vs. 43.6; p < 0.001) while yellow index (6.20 vs. 4.52; p < 0.001) and shear force decreased (0.94 vs. 0.80 g kg-1; p < 0.001). According to the time of storage, trout fillet showed an increase of water, a loss of crude protein and an increase of total volatile basic nitrogen content (19.3 vs. 21.2 mg 100 g-1; p < 0.001). As a result of PUFAs omega-6 decrease (13.1% vs. 12.7%; p < 0.05), omega-3/omega-6 ratio increased (1.05 vs. 1.20; p < 0.05) during storage. The results evidenced an accumulation of isoflavones on trout fillets, even if isoflavone concentration in fillets was not significantly influenced by the content of dietary isoflavones in both storage times. Lipid peroxidation expressed as thiobarbituric acid reactive substances (TBARS) levels in fillet on day 1 of refrigeration was significantly higher than that at day 7 (p < 0.05) but no difference resulted among groups fed different isoflavone levels, evidencing no effect of feed soy isoflavones on fillet lipid oxidation. Overall, these results suggest that the isoflavone tested doses do not compromise rainbow trout reproduction, growth and health; although a moderate transfer of isoflavones from diet to fillet was observed, quality, technological and nutritional characteristics and lipid oxidation, were not affected by dietary treatment. Our data demonstrate that, with regard to isoflavone contents and their potential effects, soybean meal can replace fish meal in rainbow trout diets at a high level with no negative effects on fish performance and final product quality.
cortisol, fillet quality, gonadosomatic index, growth, Oncorhynchus mykiss, soybean isoflavone, vitellogenin
Effects of dietary soy isoflavones on Rainbow trout, Oncorhynchus mykiss / Pastore, Maria Rita. - (2018 Jul 17).
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
tesi_MariaRita_Pastore.pdf

accesso aperto

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Non specificato
Dimensione 5.75 MB
Formato Adobe PDF
5.75 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3424832
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact