The juridical – historical – theoretical work covered in thesis is divided ideally into three parts. In the first it is analyzed the relevance of the concept of Will in positive law, in the living and the development of doctrine law, focusing in particular on a conceptual category that in recent decades has enjoyed a lot of luck within the orbit of the Law: the self-determination. Reviewing Applications some of that figure, it highlights the consonance with the Will. A Will That is usually identified as a subjective absolute power. A totipotent power through which the subject may engage in unlimited legal changes within the limits and with the observance of the obligations Established by the law. These will established concept, which assumes the value of a éndoxon, to quote Aristotle, is the primary object of the research: where does it come from, and the more or less unconscious, hermeneutical assumptions. The hypostatization of that concept has been found in the elaboration of the Franciscan and, mainly school, in the thinking of Peter John Olivi, a philosopher and theologian so little known, as much of profound speculation, at least for the present. This concept of will caused fracture in the history of the Legal thought (and not only in the legal thought). A fracture I decided to name "voluntarical Revolution". Then I analysed the William of Ockham’s speculation, and his relevance in the fracture mentioned above. The reverberations of the same have been then illustrated in the thought of John Locke, Who, is located perfectly within the channel drawn From His medieval precursors.
Il percorso svolto nella presente opera si divide idealmente in tre parti. Nella prima viene analizzata la rilevanza del concetto di volontà nel diritto positivo, nel diritto vivente e nell’elaborazione dottrinale, soffermandosi in particolare in una categoria concettuale che negli ultimi lustri ha goduto di molta fortuna entro l’orbita del giuridico: l’autodeterminazione. Passando in rassegna alcune applicazioni di detta figura, se ne pone in luce la consonanza con la volontà. Una volontà che viene individuata tralatiziamente ed acriticamente come potenza soggettiva assoluta, facoltà totipotente attraverso cui il soggetto può porre in essere modificazioni giuridiche illimitate entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento. Assodato detto concetto di volontà, che assume la valenza di un éndoxon, per dirla con Aristotele, la ricerca ha cercato di individuare da dove provenga detto concetto ritenuto oggi, implicitamente, indiscutibile. In altri termini, pare che la volontà sia un quid dato e non un concetto frutto di una, più o meno inconscia, ipotesi ermeneutica. L’ipostatizzazione di detto concetto è stata rinvenuta nell’elaborazione della Scuola Francescana e, principalmente, nel pensiero di Pietro di Giovanni Olivi, filosofo e teologo poco conosciuto, quanto di profondissima speculazione, almeno per quanto concerne il profilo analizzato nella presente opera. E’ sua la definizione di volontà accennata sopra, una nozione che causò una frattura nella storia del pensiero giuridico. Quantomeno, se non la cagionò all’epoca, pose i presupposti affinché il virement avesse luogo. Detto virement è stato denominato, enfaticamente, come “rivoluzione volontaristica”. S’è poi passata in rassegna la teoresi di Guglielmo di Ockham, enucleando come, a differenza di un’impostazione tradizionale, non sia il suo pensiero il volano che condusse alla rivoluzione volontaristica, bensì essa fosse già compiuta, al punto che egli ne recepisce tout court i postulati. I riverberi della medesima sono stati poi illustrati nel pensiero di John Locke, il quale, si situa perfettamente entro l’alveo tracciato dai suoi precursori medievali. Indi, nelle conclusioni s’è illustrata la struttura della volontà giuridica che ancor oggi gode di grande fortuna, analizzandone le implicazioni antropologiche, di teoria generale e la sua influenza sulle categorie giuridiche ed, in generale, sull’esperienza giuridica.
La volontà giuridica. Genesi ed anatomia di un concetto moderno / Morandini, Davide. - (2017 Mar).
La volontà giuridica. Genesi ed anatomia di un concetto moderno.
Morandini, Davide
2017
Abstract
Il percorso svolto nella presente opera si divide idealmente in tre parti. Nella prima viene analizzata la rilevanza del concetto di volontà nel diritto positivo, nel diritto vivente e nell’elaborazione dottrinale, soffermandosi in particolare in una categoria concettuale che negli ultimi lustri ha goduto di molta fortuna entro l’orbita del giuridico: l’autodeterminazione. Passando in rassegna alcune applicazioni di detta figura, se ne pone in luce la consonanza con la volontà. Una volontà che viene individuata tralatiziamente ed acriticamente come potenza soggettiva assoluta, facoltà totipotente attraverso cui il soggetto può porre in essere modificazioni giuridiche illimitate entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento. Assodato detto concetto di volontà, che assume la valenza di un éndoxon, per dirla con Aristotele, la ricerca ha cercato di individuare da dove provenga detto concetto ritenuto oggi, implicitamente, indiscutibile. In altri termini, pare che la volontà sia un quid dato e non un concetto frutto di una, più o meno inconscia, ipotesi ermeneutica. L’ipostatizzazione di detto concetto è stata rinvenuta nell’elaborazione della Scuola Francescana e, principalmente, nel pensiero di Pietro di Giovanni Olivi, filosofo e teologo poco conosciuto, quanto di profondissima speculazione, almeno per quanto concerne il profilo analizzato nella presente opera. E’ sua la definizione di volontà accennata sopra, una nozione che causò una frattura nella storia del pensiero giuridico. Quantomeno, se non la cagionò all’epoca, pose i presupposti affinché il virement avesse luogo. Detto virement è stato denominato, enfaticamente, come “rivoluzione volontaristica”. S’è poi passata in rassegna la teoresi di Guglielmo di Ockham, enucleando come, a differenza di un’impostazione tradizionale, non sia il suo pensiero il volano che condusse alla rivoluzione volontaristica, bensì essa fosse già compiuta, al punto che egli ne recepisce tout court i postulati. I riverberi della medesima sono stati poi illustrati nel pensiero di John Locke, il quale, si situa perfettamente entro l’alveo tracciato dai suoi precursori medievali. Indi, nelle conclusioni s’è illustrata la struttura della volontà giuridica che ancor oggi gode di grande fortuna, analizzandone le implicazioni antropologiche, di teoria generale e la sua influenza sulle categorie giuridiche ed, in generale, sull’esperienza giuridica.File | Dimensione | Formato | |
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