This research project is aimed to study the mechanisms of motion resistance in mountain streams and slopes to better understand the explanation dynamics of some natural processes. In particular, the role-played by the local topography and the effects of the presence of vegetation. Scientific objectives are to analyse in detail the interactions between processes, sliding surface, and vegetation. The investigation was carry out through field observations and surveys of two real events of debris flows and rockfall event, and small-scale experiment of debris flow and full-scale experiment of rockfall. The project objectives have been structured on three main points: 1. providing a critical review of the literature procedures for estimating motion resistance for each investigated process; 2. exploring the possible relationship between process and roughness elements, in particular morphology, topography, and vegetation; 3. defining a new methodology for surface roughness quantification spatially distributed and implement it within a numerical model. The final goal of this study is to deepen knowledge about the kinematics of natural processes and to improve guidelines management for protection forest. Consequently, at first the issues are dealt with a scientific way and later providing practical guidance. The following study areas are chosen for the investigation: a) a portion of the slopes of Mount Antelao (Vodo di Cadore, Belluno Province) recently affected by a massive rockfall and the forest stand downstream; b) an avalanche channel in the Belledonne Massif (municipal forest of Vaujany, France) where full-scale tests of rockfalls were carried out; c) two debris-flow deposits and the flood-involved trees along the Somprade (Auronzo di Cadore, Belluno Province) and Senago (Bolzano, Bolzano) creeks; d) two reaches of a fish ladder built on the river bank of Vanoi torrent (Canal San Bovo, Trento Province) with a step-pool morphology, offering an equivalent to a full-scale physical model. In addition, to support the field work, the study of the relations between debris flows and forest stand was deepened by executing small-scale laboratory tests on a tilting plane rheometer of the faculty of agricultural and food sciences of Milan. The study of the mutual interactions between rockfall and debris flows and forest stand was carried out at different scales of analysis: through field post-event investigations, small-scale laboratory tests (for debris-flow process) and finally performing some numerical modelling. The field surveys have allowed to increase the knowledges of the damage produced by the boulders and by debris-flows impacts on trees, and how they can provide an effective mobility suppression. Laboratory tests have allowed to examine the effect of the forest management (high forest and coppice forest) on the final deposits. The numerical modelling have allowed to explore in more detail the way and the limitations of the implementation of trees and how the protection offered by an even-aged forest changes in the medium to long term. Field evidences and laboratory simulations confirm that shrubs and trees influence the deposition processes of rockfall and debris flows. In particular, the importance of coupling forest population growth model and process numerical model for the study of rockfall and comparing the scenario without forest with forested scenarios. The different debris-flow regimes affect the contribution of trees in the sediment deposition and mobility suppression. When, the collisional regime dominates, large trees with low-density produce higher deposit thicknesses, directly proportional to the diameter. Whereas, when frictional regime dominates, debris-flow suppression depends mainly on the surface resistance, so a dense forest of small trees, or shrubs, provides better retention capacity. In addition, coppice forest seems able to contribute to debris-flows deposition on shorter distances, which decrease with increasing of the solid concentration. The study of the hydraulic kinematic in step-pool morphology confirms previous researches: the standard deviation of the bed profile provides a more reliable measure of roughness over different channel morphologies, as opposed to grain size. Moreover, in these morphologies, the relative submergence decreasing and the slope increasing seem to collaborate in the dissipation of energy and the most of the energy loss, especially for low discharge, is due to the 'spill resistance’. A general overestimation of the variables analysed was produced by the implementation in RockyFOR-3D of the new automated method for defining the roughness parameter proposed in this work. Nevertheless, the good approximation of the maximum values indicates a potential for development of the proposed method.
Questa ricerca è finalizzata allo studio dei meccanismi di resistenza al moto nei corsi d’acqua montani e sui versanti per comprendere meglio le dinamiche di esplicazione dei diversi processi naturali. In particolare il ruolo svolto dalla topografia locale e gli effetti della presenza della vegetazione arborea. Gli intenti scientifici sono quindi quelli di analizzare in modo approfondito le interazioni tra i singoli processi naturali, la superficie di scorrimento e il soprassuolo arboreo nella definizione delle resistenza al moto. L’indagine è stata condotta attraverso osservazioni e rilievi di campo relativi a due eventi reali di debris flow ed un evento di rockfall; inoltre, sono stati condotti test in scala ridotta di debris flow e in scala reale di caduta massi e correnti idrauliche. Gli obiettivi del progetto sono stati strutturati su tre tematiche principali: 1.fornire una revisione critica delle procedure utilizzate in letteratura per la stima della resistenza al moto nei confronti dei singoli processi consideranti; 2. esaminare le possibili interrelazioni tra il processo e gli elementi di scabrezza, in particolare la morfologia e la topografia del terreno e la vegetazione arborea ed arbustiva; 3. definire una nuova metodologia per la quantificazione della scabrezza superficiale spazialmente distribuita, in grado di rappresentare gli effetti dell’irregolarità del terreno e implementarla all'interno di un programma di modellazione numerica. Scopo finale della ricerca è quello di approfondire le conoscenze riguardanti la cinematica dei processi naturali analizzati e giungere alla definizione di indicazioni per la gestione dei boschi di protezione. Le aree di studio scelte sono state le seguenti: a) una porzione di versante del Monte Antelao (Vodo di Cadore, Belluno) recentemente oggetto di un crollo di roccia che ha interessato il popolamento forestale posto a valle; b) un canale da valanga presente nel massiccio di Belledonne, nella foresta comunale di Vaujany (Francia) in cui sono state condotte prove a scala reale di caduta massi; c) il deposito detritico di due eventi di debris flow e la componente forestale coinvolta lungo i rii Somprade (Auronzo di Cadore, Belluno) ed Senago (Val di Vizze, Bolzano); d) due tratti di una scala di rimonta per pesci collocata a lato del Torrente Vanoi (Canal San Bovo, Trento), costruite con una morfologia a step-pool, assimilabili ad un modello fisico a scala reale. Inoltre, a supporto del lavoro di campo, lo studio dei debris flow e le relazioni con la componente forestale sono state approfondite conducendo test di laboratorio in scala ridotta su reometro a piano inclinato presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Lo studio delle mutue relazioni del crollo di roccia e delle colate detritiche con la foresta è stato condotto a diversa scala: attraverso indagini di campo post-evento, prove di laboratorio a scala ridotta (limitatamente per il processo di colata detritica) ed infine eseguendo alcune modellazioni numeriche. La campagna di rilievi ha permesso di approfondire le conoscenze sui danni prodotti dall’impatto dei massi e dei flussi detritici sugli alberi e come questi reagiscono, nonché il modo in cui possono fornire, con la loro presenza, un’effettiva azione di contenimento delle runout. I test di laboratorio hanno consentito di esaminare l’effetto complessivo del popolamento forestale in conoide sui depositi dei debris flow e come questo cambia in funzione del tipo di governo (a fustaia o a ceduo). Le modellazioni numeriche hanno invece permesso di esplorare più in dettaglio le modalità e le limitazioni dell’implementazione della componente arborea ed arbustiva all'interno del modelli stessi e come cambia il potere di protezione offerto da un soprassuolo forestale nei confronti del crollo di roccia durante il suo ciclo di sviluppo, cioè nel medio/lungo periodo. I software impiegati sono stati RockyFOR-3D per la caduta massi e il crollo di roccia e FLO-2D per le colate detritiche. Le evidenze di campo e le simulazioni in laboratorio hanno messo in luce come l’effetto della vegetazione arborea ed arbustiva influenzi i processi deposizionali del crollo di roccia e dei debris flow. In particolare, l’importanza di accoppiare modelli di crescita del popolamento forestale a modelli di simulazione numerica del processo del crollo di roccia e della caduta massi e il confronto tra lo scenario non boscato con gli scenari boscati. Per le colate detritiche è emerso che il diverso regime di deflusso influenza il modo in cui gli alberi concorrono alla soppressione del movimento, ovvero quando domina il regime collisionale, alberi di grandi dimensioni e bassa densità producono spessori di deposito più elevati, direttamente proporzionali al diametro stesso, mentre, quando domina il regime frizionale, il deposito del materiale è favorito dall'aumento della superficie di scorrimento, perciò una foresta densa composta da alberi di piccole dimensioni o arbusti forniscono una migliore capacità di ritenzione. Inoltre, una gestione a ceduo sembra capace di contribuire sempre alla deposizione delle colate detritiche su distanze che diminuiscono all’aumentare della concentrazione solida. Per quanto riguarda lo studio cinematico delle correnti idrauliche condotto eseguendo prove di diversa portata sui tratti a step-pool hanno confermato precedenti studi che affermano che la deviazione standard fornisce una misura più affidabile di scabrezza nelle diverse morfologie di canale, al contrario della granulometria; che la maggior parte della perdita di energia, soprattutto per le portate basse, è dovuta alla "spill resistance"; e che, in queste morfologie, la sommergenza relativa diminuendo e la pendenza aumentando cooperano nel favorire la dissipazione di energia. Il tentativo di proporre un nuovo metodo automatizzato per la definizione del parametro di scabrezza da impiegare nel modello numerico di simulazione tridimensionale della caduta massi ha prodotto una generale sovrastima delle variabili analizzate. Ciononostante, la buona approssimazione dei valori massimi ne indicano un potenziale di sviluppo.
Analisi sperimentale delle scabrezze di superficie e di fondo per la modellazione dinamica dei flussi torrentizi e della caduta massi / Michelini, Tamara. - (2016 Jan 30).
Analisi sperimentale delle scabrezze di superficie e di fondo per la modellazione dinamica dei flussi torrentizi e della caduta massi
Michelini, Tamara
2016
Abstract
Questa ricerca è finalizzata allo studio dei meccanismi di resistenza al moto nei corsi d’acqua montani e sui versanti per comprendere meglio le dinamiche di esplicazione dei diversi processi naturali. In particolare il ruolo svolto dalla topografia locale e gli effetti della presenza della vegetazione arborea. Gli intenti scientifici sono quindi quelli di analizzare in modo approfondito le interazioni tra i singoli processi naturali, la superficie di scorrimento e il soprassuolo arboreo nella definizione delle resistenza al moto. L’indagine è stata condotta attraverso osservazioni e rilievi di campo relativi a due eventi reali di debris flow ed un evento di rockfall; inoltre, sono stati condotti test in scala ridotta di debris flow e in scala reale di caduta massi e correnti idrauliche. Gli obiettivi del progetto sono stati strutturati su tre tematiche principali: 1.fornire una revisione critica delle procedure utilizzate in letteratura per la stima della resistenza al moto nei confronti dei singoli processi consideranti; 2. esaminare le possibili interrelazioni tra il processo e gli elementi di scabrezza, in particolare la morfologia e la topografia del terreno e la vegetazione arborea ed arbustiva; 3. definire una nuova metodologia per la quantificazione della scabrezza superficiale spazialmente distribuita, in grado di rappresentare gli effetti dell’irregolarità del terreno e implementarla all'interno di un programma di modellazione numerica. Scopo finale della ricerca è quello di approfondire le conoscenze riguardanti la cinematica dei processi naturali analizzati e giungere alla definizione di indicazioni per la gestione dei boschi di protezione. Le aree di studio scelte sono state le seguenti: a) una porzione di versante del Monte Antelao (Vodo di Cadore, Belluno) recentemente oggetto di un crollo di roccia che ha interessato il popolamento forestale posto a valle; b) un canale da valanga presente nel massiccio di Belledonne, nella foresta comunale di Vaujany (Francia) in cui sono state condotte prove a scala reale di caduta massi; c) il deposito detritico di due eventi di debris flow e la componente forestale coinvolta lungo i rii Somprade (Auronzo di Cadore, Belluno) ed Senago (Val di Vizze, Bolzano); d) due tratti di una scala di rimonta per pesci collocata a lato del Torrente Vanoi (Canal San Bovo, Trento), costruite con una morfologia a step-pool, assimilabili ad un modello fisico a scala reale. Inoltre, a supporto del lavoro di campo, lo studio dei debris flow e le relazioni con la componente forestale sono state approfondite conducendo test di laboratorio in scala ridotta su reometro a piano inclinato presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Lo studio delle mutue relazioni del crollo di roccia e delle colate detritiche con la foresta è stato condotto a diversa scala: attraverso indagini di campo post-evento, prove di laboratorio a scala ridotta (limitatamente per il processo di colata detritica) ed infine eseguendo alcune modellazioni numeriche. La campagna di rilievi ha permesso di approfondire le conoscenze sui danni prodotti dall’impatto dei massi e dei flussi detritici sugli alberi e come questi reagiscono, nonché il modo in cui possono fornire, con la loro presenza, un’effettiva azione di contenimento delle runout. I test di laboratorio hanno consentito di esaminare l’effetto complessivo del popolamento forestale in conoide sui depositi dei debris flow e come questo cambia in funzione del tipo di governo (a fustaia o a ceduo). Le modellazioni numeriche hanno invece permesso di esplorare più in dettaglio le modalità e le limitazioni dell’implementazione della componente arborea ed arbustiva all'interno del modelli stessi e come cambia il potere di protezione offerto da un soprassuolo forestale nei confronti del crollo di roccia durante il suo ciclo di sviluppo, cioè nel medio/lungo periodo. I software impiegati sono stati RockyFOR-3D per la caduta massi e il crollo di roccia e FLO-2D per le colate detritiche. Le evidenze di campo e le simulazioni in laboratorio hanno messo in luce come l’effetto della vegetazione arborea ed arbustiva influenzi i processi deposizionali del crollo di roccia e dei debris flow. In particolare, l’importanza di accoppiare modelli di crescita del popolamento forestale a modelli di simulazione numerica del processo del crollo di roccia e della caduta massi e il confronto tra lo scenario non boscato con gli scenari boscati. Per le colate detritiche è emerso che il diverso regime di deflusso influenza il modo in cui gli alberi concorrono alla soppressione del movimento, ovvero quando domina il regime collisionale, alberi di grandi dimensioni e bassa densità producono spessori di deposito più elevati, direttamente proporzionali al diametro stesso, mentre, quando domina il regime frizionale, il deposito del materiale è favorito dall'aumento della superficie di scorrimento, perciò una foresta densa composta da alberi di piccole dimensioni o arbusti forniscono una migliore capacità di ritenzione. Inoltre, una gestione a ceduo sembra capace di contribuire sempre alla deposizione delle colate detritiche su distanze che diminuiscono all’aumentare della concentrazione solida. Per quanto riguarda lo studio cinematico delle correnti idrauliche condotto eseguendo prove di diversa portata sui tratti a step-pool hanno confermato precedenti studi che affermano che la deviazione standard fornisce una misura più affidabile di scabrezza nelle diverse morfologie di canale, al contrario della granulometria; che la maggior parte della perdita di energia, soprattutto per le portate basse, è dovuta alla "spill resistance"; e che, in queste morfologie, la sommergenza relativa diminuendo e la pendenza aumentando cooperano nel favorire la dissipazione di energia. Il tentativo di proporre un nuovo metodo automatizzato per la definizione del parametro di scabrezza da impiegare nel modello numerico di simulazione tridimensionale della caduta massi ha prodotto una generale sovrastima delle variabili analizzate. Ciononostante, la buona approssimazione dei valori massimi ne indicano un potenziale di sviluppo.File | Dimensione | Formato | |
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