The “neglecting family” representation of professionals of child care and protection services and their reflexive training The research is part of the second edition of P.I.P.P.I. (Intervention Program for Prevention of Institutionalization), a research-training-intervention funded from 2010 by the Italian Ministry of Labour and Social Affairs in partnership with the Lab of Research and Intervention in Family Education (LabRIEF) of the Department of Philosophy, Sociology, Pedagogy and Applied Psychology (FISPPA) of the University of Padua. The 4th implementation is currently in progress (2015/2016) involving 1000 families and 3000 professional across the entire national territory. Inspired by practices for child care and protection already validated and recognized in the international context, the program P.I.P.P.I. aims at testing and disseminating innovative measures to support neglecting families with children 0 to 11 years old. The primary goal is to reduce the risks of placing children out of home (family preservation) or, if the placement is necessary, to "place with appropriateness" and to reduce the time of separation through accurate and timely care plan and evaluation by the services (family reunification). The P.I.P.P.I. method includes forms of intensive family support (home intensive care) and leverages on the integration between the different services, with the direct participation of children and parents in all the step of the care process: assessment, planning, intervention, and evaluation (Barudy, Dantagnan, 2007 Chamberland, Léveillé; Trocmé, 2007; Lacharité, Éthier, Nolin, 2006; Milani et al., 2015; Serbati, Milani, 2013). Within the focus on “processes” as one the main dimensions of the program implementation, this doctoral research explores the area of training processes and specifically the lifelong and interprofessional reflective training (Kolb, 2002; Fabbri, 2007; Knowles, 1990; Mezirow, 1991; Mortari, 2003, 2010; Pontecorvo, Ajello, Zucchermaglio, 1991, 1995, Reggio, 2010; Schön, 1983, 1987) run with professionals in regular meetings (called "tutoring") where professionals monitor the work with families. According to the role played by the "perspectives of meaning" in driving attitude and behavior (Bateson, 1972; Kelly, 1963; Kuhn, 1962) and in particular to the construct of social representations expressed through verbal language (Abric, 1994; Moscovici, 1961; Jodelet, 1989). The research aimed at answering the question whether the systematic and reflective training in P.I.P.P.I. fosters the change in the representations about families of professionals. Using a quali-quantitative methodology, representations of professionals were collected through the quantitative and qualitative tools and in particular, among the latter, discursive protocols collected during the meetings of tutoring were analyzed in order to identify, within the evolution of the semantic structure, the transformation in the representations. At the end of the experimental process, the research has used «the collected material to develop it in scientific knowledge» (Cadei, 2008, p. 48), reconnecting the data collected with the theoretical framework, with particular reference to the efficacy evaluation of the methods in training of professionals and to the integraton in social work and health field of the pedagogical paradigm of "theory in action" (Orlando Cian, 1997) that fosters and generates knowledge of the practice and for the practice.
La ricerca si inserisce all’interno della seconda edizione di un percorso di ricerca–intervento-formazione denominato P.I.P.P.I. (Programma di intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione). Il programma, promosso a partire dal 2011 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in partenariato con il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare (LabRIEF) del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università di Padova, sta attuando nel biennio 2015/2016 la quarta implementazione, con il coinvolgimento di circa 1000 famiglie e 3000 operatori dei servizi per la tutela nell’intero territorio nazionale. Ispirandosi a pratiche per la protezione dell’infanzia già validate nel contesto internazionale, il programma P.I.P.P.I. si pone la finalità di sperimentare e diffondere delle azioni innovative per il sostegno delle famiglie negligenti con figli in età da 0 a 11 anni. L’obiettivo primario è di ridurre i rischi di allontanamento dei bambini dall’ambiente familiare (family preservation) o, nel caso il collocamento del bambino fuori della famiglia si renda necessario, di “allontanare con appropriatezza” e di ridurre i tempi della separazione attraverso una valutazione e una progettazione accurate e tempestive da parte dei servizi (family re-unification). Il metodo proposto dal programma comprende forme di sostegno alle famiglie negligenti di tipo intensivo nel tempo (home intensive care) e in forma integrata tra i diversi servizi per la tutela, con la partecipazione diretta dei bambini e dei genitori alla valutazione e alla progettazione (Barudy, Dantagnan, 2007; Chamberland, Léveillé; Trocmé, 2007; Lacharité, Éthier, Nolin, 2006; Milani et al., 2015; Serbati, Milani, 2013). All’interno del modello logico di implementazione del programma, la presente ricerca dottorale ha esplorato l’area dei processi di formazione e nello specifico l’attività di formazione riflessiva (Kolb, 2002; Fabbri, 2007; Knowles, 1990; Mezirow, 1991; Mortari, 2003, 2010; Pontecorvo, Ajello, Zucchermaglio, 1991, 1995; Reggio, 2010; Schön, 1983, 1987), continua e interprofessionale realizzata con gli operatori in incontri periodici (denominati “tutoraggi”) per il monitoraggio del lavoro con le famiglie. A partire dalla premessa del ruolo esercitato dalle “prospettive di significato” nel guidare gli atteggiamenti e i comportamenti (Bateson, 1972; Kelly, 1963; Khun, 1962) e in particolare dal costrutto di rappresentazioni sociali (Abric, 1994, 1996, 2003; Moscovici, 1961; Jodelet, 1993) espresse attraverso il linguaggio verbale, la ricerca si è orientata a rispondere alla domanda relativa al grado di cambiamento delle rappresentazioni dei professionisti nei confronti delle famiglie, che una formazione sistematica e riflessiva, secondo la metodologia attuata nei tutoraggi con le équipe multidisciplinari, è in grado di apportare. Nella metodologia della ricerca le rappresentazioni dei professionisti sono state rilevate attraverso degli strumenti quantitativi e qualitativi e, tra i secondi, sono stati analizzati i protocolli discorsivi raccolti nel corso degli incontri di tutoraggio, per individuare attraverso l’evoluzione della struttura semantica del testo le eventuali trasformazioni delle rappresentazioni stesse. Al termine del percorso sperimentale, la ricerca ha impiegato «il materiale raccolto per svilupparlo in conoscenza scientifica» (Cadei, 2008, p. 48), connettendo ricorsivamente i dati raccolti con la cornice teorica, con particolare riferimento alla valutazione di efficacia dei metodi nella formazione dei professionisti dei servizi per la tutela e al trasferimento nell’ambito del lavoro sociale e sanitario del paradigma pedagogico dell’azione intesa come “teoria in atto” (Orlando Cian, 1997) e generatrice a sua volta di sapere della pratica e per la pratica.
Le rappresentazioni degli operatori dei servizi per la tutela nei confronti delle famiglie negligenti e formazione riflessiva / Zanon, Ombretta. - (2015 Jul 29).
Le rappresentazioni degli operatori dei servizi per la tutela nei confronti delle famiglie negligenti e formazione riflessiva
Zanon, Ombretta
2015
Abstract
La ricerca si inserisce all’interno della seconda edizione di un percorso di ricerca–intervento-formazione denominato P.I.P.P.I. (Programma di intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione). Il programma, promosso a partire dal 2011 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in partenariato con il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare (LabRIEF) del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università di Padova, sta attuando nel biennio 2015/2016 la quarta implementazione, con il coinvolgimento di circa 1000 famiglie e 3000 operatori dei servizi per la tutela nell’intero territorio nazionale. Ispirandosi a pratiche per la protezione dell’infanzia già validate nel contesto internazionale, il programma P.I.P.P.I. si pone la finalità di sperimentare e diffondere delle azioni innovative per il sostegno delle famiglie negligenti con figli in età da 0 a 11 anni. L’obiettivo primario è di ridurre i rischi di allontanamento dei bambini dall’ambiente familiare (family preservation) o, nel caso il collocamento del bambino fuori della famiglia si renda necessario, di “allontanare con appropriatezza” e di ridurre i tempi della separazione attraverso una valutazione e una progettazione accurate e tempestive da parte dei servizi (family re-unification). Il metodo proposto dal programma comprende forme di sostegno alle famiglie negligenti di tipo intensivo nel tempo (home intensive care) e in forma integrata tra i diversi servizi per la tutela, con la partecipazione diretta dei bambini e dei genitori alla valutazione e alla progettazione (Barudy, Dantagnan, 2007; Chamberland, Léveillé; Trocmé, 2007; Lacharité, Éthier, Nolin, 2006; Milani et al., 2015; Serbati, Milani, 2013). All’interno del modello logico di implementazione del programma, la presente ricerca dottorale ha esplorato l’area dei processi di formazione e nello specifico l’attività di formazione riflessiva (Kolb, 2002; Fabbri, 2007; Knowles, 1990; Mezirow, 1991; Mortari, 2003, 2010; Pontecorvo, Ajello, Zucchermaglio, 1991, 1995; Reggio, 2010; Schön, 1983, 1987), continua e interprofessionale realizzata con gli operatori in incontri periodici (denominati “tutoraggi”) per il monitoraggio del lavoro con le famiglie. A partire dalla premessa del ruolo esercitato dalle “prospettive di significato” nel guidare gli atteggiamenti e i comportamenti (Bateson, 1972; Kelly, 1963; Khun, 1962) e in particolare dal costrutto di rappresentazioni sociali (Abric, 1994, 1996, 2003; Moscovici, 1961; Jodelet, 1993) espresse attraverso il linguaggio verbale, la ricerca si è orientata a rispondere alla domanda relativa al grado di cambiamento delle rappresentazioni dei professionisti nei confronti delle famiglie, che una formazione sistematica e riflessiva, secondo la metodologia attuata nei tutoraggi con le équipe multidisciplinari, è in grado di apportare. Nella metodologia della ricerca le rappresentazioni dei professionisti sono state rilevate attraverso degli strumenti quantitativi e qualitativi e, tra i secondi, sono stati analizzati i protocolli discorsivi raccolti nel corso degli incontri di tutoraggio, per individuare attraverso l’evoluzione della struttura semantica del testo le eventuali trasformazioni delle rappresentazioni stesse. Al termine del percorso sperimentale, la ricerca ha impiegato «il materiale raccolto per svilupparlo in conoscenza scientifica» (Cadei, 2008, p. 48), connettendo ricorsivamente i dati raccolti con la cornice teorica, con particolare riferimento alla valutazione di efficacia dei metodi nella formazione dei professionisti dei servizi per la tutela e al trasferimento nell’ambito del lavoro sociale e sanitario del paradigma pedagogico dell’azione intesa come “teoria in atto” (Orlando Cian, 1997) e generatrice a sua volta di sapere della pratica e per la pratica.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Zanon_Ombretta_Tesi.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Tesi di dottorato
Licenza:
Non specificato
Dimensione
3.36 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.36 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.