This thesis studies George Bataille’s oeuvre in the light of its relation to the social sciences. It demonstrates that Bataille aims at providing a theory of revolution, namely of the revolutionary subject, by elaborating a political jargon which is strongly rooted in French sociology. The first part of the thesis analyses the way in which, during the 1930s, the notions of ‘the sacred’, ‘the heterogeneous’, ‘dépense’, ‘transgression’, ‘communication’ and ‘sovereignty’ progressively develop, differently crossing and overlapping. The second part focuses on the conceptual role played by science along this path, in order to explain Bataille’s re-elaboration of the ‘concepts’ and ‘facts’ provided by the social sciences. Finally, it is precisely by pinpointing the peculiar position of the subject of science that I have tried to interpret Bataille’s sovereign subject as a ‘revolting subject’. Beyond any possible attempt of prescribing a political use of Bataille’s thought, what emerges from my research is a practice of the subject, primarily of the political subject. The political subject is conceived as what cannot undergo a reduction to the category of utility. On the contrary, it is precisely through an obsessively repeated revolt against such a process of reduction that the political subject, as a single individual, can be involved in a non-hierarchical relation of communication ultimately irreducible to the existing state of things.
Il presente lavoro propone un attraversamento dell’opera eterogenea e labirintica di Georges Bataille assumendo come filo conduttore il suo costante confronto con le scienze sociali. Il tentativo è, innanzitutto, quello di dimostrare come il lessico del pensiero batailleano sia essenzialmente di derivazione sociologica. Ciò vale soprattutto per il lessico attraverso cui egli pensa l’ambito del politico. Ambito nel quale il problema più urgente è per Bataille, dall’inizio alla fine, quello di sviluppare un pensiero della rivoluzione, o meglio, del soggetto rivoluzionario. La prima parte del lavoro è quindi dedicata ad analizzare modo in cui, negli anni trenta, prendono forma, nella riflessione batailleana, le nozioni, tra loro strettamente interconnesse e spesso sovrapponibili, di sacro, eterogeneo, dépense, trasgressione, comunicazione e sovranità. Nella seconda parte si è imposto come necessaria l’interrogazione sul ruolo della scienza in generale all’interno di questo percorso di pensiero. Solo così è stato possibile comprendere l’importanza che vi assumono le scienze sociali e il modo in cui Bataille opera sui loro “dati” e i loro concetti. Infine, sarà proprio a partire dalla posizione che il soggetto occupa nel sapere scientifico che abbiamo cercato di leggere il soggetto sovrano di Bataille come soggetto in rivolta. Al di là di ogni tentativo di rinvenire una qualsiasi utilizzabilità politica del pensiero batailleano, ciò che emerge da questa complessa esperienza intellettuale è proprio l'indicazione di un pensiero e di una pratica del soggetto, innanzitutto del soggetto politico, come ciò che è sempre radicalmente indisponibile ad ogni assoggettamento all'ordine dell'utilizzabile e che solo nella continua e ossessiva rivolta a tale assoggettamento può aprirsi, come singolo, ad un rapporto di comunicazione con altre singolarità non gerarchico e non precostituito all'interno di un ordine già dato.
Il soggetto al limite. Georges Bataille e le scienze sociali / Pellarin, Sandro. - (2015 Feb 02).
Il soggetto al limite. Georges Bataille e le scienze sociali
Pellarin, Sandro
2015
Abstract
Il presente lavoro propone un attraversamento dell’opera eterogenea e labirintica di Georges Bataille assumendo come filo conduttore il suo costante confronto con le scienze sociali. Il tentativo è, innanzitutto, quello di dimostrare come il lessico del pensiero batailleano sia essenzialmente di derivazione sociologica. Ciò vale soprattutto per il lessico attraverso cui egli pensa l’ambito del politico. Ambito nel quale il problema più urgente è per Bataille, dall’inizio alla fine, quello di sviluppare un pensiero della rivoluzione, o meglio, del soggetto rivoluzionario. La prima parte del lavoro è quindi dedicata ad analizzare modo in cui, negli anni trenta, prendono forma, nella riflessione batailleana, le nozioni, tra loro strettamente interconnesse e spesso sovrapponibili, di sacro, eterogeneo, dépense, trasgressione, comunicazione e sovranità. Nella seconda parte si è imposto come necessaria l’interrogazione sul ruolo della scienza in generale all’interno di questo percorso di pensiero. Solo così è stato possibile comprendere l’importanza che vi assumono le scienze sociali e il modo in cui Bataille opera sui loro “dati” e i loro concetti. Infine, sarà proprio a partire dalla posizione che il soggetto occupa nel sapere scientifico che abbiamo cercato di leggere il soggetto sovrano di Bataille come soggetto in rivolta. Al di là di ogni tentativo di rinvenire una qualsiasi utilizzabilità politica del pensiero batailleano, ciò che emerge da questa complessa esperienza intellettuale è proprio l'indicazione di un pensiero e di una pratica del soggetto, innanzitutto del soggetto politico, come ciò che è sempre radicalmente indisponibile ad ogni assoggettamento all'ordine dell'utilizzabile e che solo nella continua e ossessiva rivolta a tale assoggettamento può aprirsi, come singolo, ad un rapporto di comunicazione con altre singolarità non gerarchico e non precostituito all'interno di un ordine già dato.File | Dimensione | Formato | |
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