Several insect lineages have evolved mutualistic associations with their symbiotic bacteria. This is the case of some members of Tephritinae, the most specialized subfamily of fruit flies (Diptera: Tephritidae), harboring co-evolved and vertically transmitted bacterial symbionts in their midgut, known as ‘Candidatus Stammerula spp.’. In the tephritid fly Bactrocera oleae, the major olive pest, symbionts are located in the oesophageal bulb, a diverticulum of the fly head, and designated as ‘Candidatus Erwinia dacicola’. This research, based on two main studies, is focused on different aspects of the relationships between species of the family Tephritidae and their nonculturable symbiotic bacteria. The first study investigated the presence of specific symbiotic bacteria in 15 of the 25 described endemic tephritids of the Hawaiian Archipelago, which represent a spectacular example of adaptive radiation, and their molecular relationships with symbionts of non-Hawaiian tephritids. Moreover the concordant evolution between host and symbiont phylogenies was tested. A specific symbiont was detected through PCR assays in all endemic individuals analyzed and it was designated as ‘Candidatus Stammerula trupaneae’ as it was included in Ca. Stammerula spp. monophyletic clade. The phylogeny of the insect host was reconstructed based on two regions of the mitochondrial DNA (16S rDNA and COI-tRNALeu-COII), while the bacterial 16S rRNA was used for the symbiont analysis. Host and symbiont phylogenies were then compared and evaluated for patterns of cophylogeny and strict cospeciation. Topological congruence between Hawaiian Tephritinae and their symbiotic bacteria phylogenies suggests a limited, but significant degree of host-symbiont cospeciation. The character evolution of three host traits, as island location, host lineage, and host tissue attacked, was finally reconstructed based on the symbiont phylogenies under the hypothesis of cospeciation. The second study surveys the genetic variability of the olive fly symbiont, Ca. Erwinia dacicola, together with the patterns of genetic differentiation of B. oleae, over a large area of its geographical distribution, including most regions of the Mediterranean area, plus South Africa, California and Pakistan. Three bacterial haplotypes, showing a significative geographic distribution, were identified and the co-existence of different Ca. E. dacicola haplotypes in a single fly was never found. Our results reveal the presence of three symbiont haplotypes with a significant phylogeographic distribution related to the territory. In the Mediterranean populations only two bacterial lineages (htA and htB), previously recovered in Italian olive fly populations, have been found, showing a significative East-West genetic differentiation. The South African and Californian olive fly populations were represented only by one of these two lineages, respectively htA and htB. Moreover, a new haplotype (htC) was detected exclusively in the Pakistani population. On the other hand, a high degree of mitochondrial genetic variability with a substantial phylogeographic differentiation has been observed in the B. oleae populations analyzed, revealing the presence of 39 insect haplotypes. Symbiont and host haplotypes were then compared and a significant correlation was found suggesting the predominant presence of vertical transmission. Moreover, the bacterial haplotypes distribution seems to be more related to the territory than the numerous insect host haplotypes, representing an useful tool to reconstruct the debated olive fly’s historical origin.
Diverse specie di insetto si sono evolute in associazione con i loro batteri simbionti. Questo è il caso di alcuni membri dei Tephritinae, la più specializzata sottofamiglia delle mosche della frutta (Diptera: Tephritidae), che ospitano nell’intestino batteri simbionti coevoluti e trasmessi in maniera verticale, conosciuti come “Candidatus Stammerula spp.”. Nella mosca dell’olivo, Bactrocera oleae, i batteri simbionti sono localizzati nel bulbo esofageo, un diverticolo presente nel capo della mosca, e identificati con il nome di “Candidatus Erwinia dacicola”. Questo lavoro, basato su due principali studi, si focalizza su diversi aspetti delle relazioni filogenetiche che intercorrono tra le mosche della frutta e i loro batteri simbionti. Il primo lavoro studia la presenza di specifici batteri simbionti in 15 delle 25 specie descritte di tefritidi endemici dell’Arcipelago delle Hawaii, uno spettacolare esempio di radiazione adattativa, e le relazioni molecolari che intercorrono con i simbionti delle Tephritinae non Hawaiiani. Inoltre è stata analizzata la concordanza evolutiva tra la filogenesi dell’insetto rispetto a quella del simbionte. Uno specifico simbionte è stato individuato mediante saggi di PCR in tutti gli individui analizzati e nominato “Candidatus Stammerula trupaneae”, in quanto incluso nel gruppo monofiletico formato da Ca. Stammerula spp. La filogenesi dell’insetto ospite è stata ricostruita analizzando due regioni del DNA mitocondriale (16S rDNA e COI-tRNALeu-COII), mentre il gene batterico 16S rRNA è stato utilizzato nell’analisi del simbionte. Le filogenesi dell’ospite e del simbionte sono state quindi comparate e valutate per lo studio del modello di congruenza filogenetica e cospeciazione. La congruenza tra la filogenesi delle Tephritinae Hawaiiane e i loro batteri simbionti suggerisce un ridotto, ma significativo livello di cospeciazione. L’evoluzione dei caratteri ancestrali, basata su tre aspetti dell’insetto quali l’isola di origine, la pianta ospite e il tessuto vegetale attaccato dalla mosca, è stata infine ricostruita sulla base della filogenesi del simbionte ipotizzando la presenza di cospeciazione. Il secondo studio analizza la variabilità genetica del simbionte della mosca dell’olivo, Ca. Erwinia dacicola, insieme al grado di differenziazione genetica di B. oleae, su un ampio raggio della sua distribuzione geografica, comprendendo molte regioni del Mediterraneo e alcuni campionamenti puntiformi in Sud Africa, California e Pakistan. Tre aplotipi batterici, con una significativa distribuzione geografica, sono stati identificati ed è stata esclusa la coesistenza di diversi aplotipi di Ca. E. dacicola nella stessa mosca. Nelle popolazioni della mosca dell’olivo raccolte nel Mediterraneo, solo due aplotipi batterici (htA e htB), identificati in precedenza nelle popolazioni Italiane, sono stati trovati, mostrando una significativa distribuzione Est-Ovest. Le popolazioni del Sud Africa e della California sono rappresentate in maniera esclusiva da uno dei due aplotipi, rispettivamente htA e htB. Un nuovo aplotipo (htC) inoltre è stato individuato esclusivamente nelle popolazioni Pakistane. D’altro lato, un alto grado di variabilita’ genetica caratterizzato da una certa differenziazione geografica è stato osservato nelle popolazioni di B. oleae analizzate; i nostri risultati mostrano la presenza di 39 aplotipi dell’insetto. Gli aplotipi del simbionte e quelli dell’insetto sono stati quindi confrontati e un’associazione significativa, con una stretta correlazione al territorio, è stata trovata, evidenziando la presenza di una prevalente trasmissione verticale del simbionte durante il ciclo vitale dell’insetto. Inoltre, il fatto che la distribuzione degli aplotipi batterici sia più strettamente correlata al territorio rispetto a quella ritrovata nei numerosi aplotipi dell’insetto ospite, può rappresentare un importante mezzo per ricostruire la dibattuta origine della mosca dell’olivo.
Symbiotic bacteria inhabiting tephritid flies: a worldwide specific interaction / Viale, E. - (2014 Jul 28).
Symbiotic bacteria inhabiting tephritid flies: a worldwide specific interaction
Viale, E
2014
Abstract
Diverse specie di insetto si sono evolute in associazione con i loro batteri simbionti. Questo è il caso di alcuni membri dei Tephritinae, la più specializzata sottofamiglia delle mosche della frutta (Diptera: Tephritidae), che ospitano nell’intestino batteri simbionti coevoluti e trasmessi in maniera verticale, conosciuti come “Candidatus Stammerula spp.”. Nella mosca dell’olivo, Bactrocera oleae, i batteri simbionti sono localizzati nel bulbo esofageo, un diverticolo presente nel capo della mosca, e identificati con il nome di “Candidatus Erwinia dacicola”. Questo lavoro, basato su due principali studi, si focalizza su diversi aspetti delle relazioni filogenetiche che intercorrono tra le mosche della frutta e i loro batteri simbionti. Il primo lavoro studia la presenza di specifici batteri simbionti in 15 delle 25 specie descritte di tefritidi endemici dell’Arcipelago delle Hawaii, uno spettacolare esempio di radiazione adattativa, e le relazioni molecolari che intercorrono con i simbionti delle Tephritinae non Hawaiiani. Inoltre è stata analizzata la concordanza evolutiva tra la filogenesi dell’insetto rispetto a quella del simbionte. Uno specifico simbionte è stato individuato mediante saggi di PCR in tutti gli individui analizzati e nominato “Candidatus Stammerula trupaneae”, in quanto incluso nel gruppo monofiletico formato da Ca. Stammerula spp. La filogenesi dell’insetto ospite è stata ricostruita analizzando due regioni del DNA mitocondriale (16S rDNA e COI-tRNALeu-COII), mentre il gene batterico 16S rRNA è stato utilizzato nell’analisi del simbionte. Le filogenesi dell’ospite e del simbionte sono state quindi comparate e valutate per lo studio del modello di congruenza filogenetica e cospeciazione. La congruenza tra la filogenesi delle Tephritinae Hawaiiane e i loro batteri simbionti suggerisce un ridotto, ma significativo livello di cospeciazione. L’evoluzione dei caratteri ancestrali, basata su tre aspetti dell’insetto quali l’isola di origine, la pianta ospite e il tessuto vegetale attaccato dalla mosca, è stata infine ricostruita sulla base della filogenesi del simbionte ipotizzando la presenza di cospeciazione. Il secondo studio analizza la variabilità genetica del simbionte della mosca dell’olivo, Ca. Erwinia dacicola, insieme al grado di differenziazione genetica di B. oleae, su un ampio raggio della sua distribuzione geografica, comprendendo molte regioni del Mediterraneo e alcuni campionamenti puntiformi in Sud Africa, California e Pakistan. Tre aplotipi batterici, con una significativa distribuzione geografica, sono stati identificati ed è stata esclusa la coesistenza di diversi aplotipi di Ca. E. dacicola nella stessa mosca. Nelle popolazioni della mosca dell’olivo raccolte nel Mediterraneo, solo due aplotipi batterici (htA e htB), identificati in precedenza nelle popolazioni Italiane, sono stati trovati, mostrando una significativa distribuzione Est-Ovest. Le popolazioni del Sud Africa e della California sono rappresentate in maniera esclusiva da uno dei due aplotipi, rispettivamente htA e htB. Un nuovo aplotipo (htC) inoltre è stato individuato esclusivamente nelle popolazioni Pakistane. D’altro lato, un alto grado di variabilita’ genetica caratterizzato da una certa differenziazione geografica è stato osservato nelle popolazioni di B. oleae analizzate; i nostri risultati mostrano la presenza di 39 aplotipi dell’insetto. Gli aplotipi del simbionte e quelli dell’insetto sono stati quindi confrontati e un’associazione significativa, con una stretta correlazione al territorio, è stata trovata, evidenziando la presenza di una prevalente trasmissione verticale del simbionte durante il ciclo vitale dell’insetto. Inoltre, il fatto che la distribuzione degli aplotipi batterici sia più strettamente correlata al territorio rispetto a quella ritrovata nei numerosi aplotipi dell’insetto ospite, può rappresentare un importante mezzo per ricostruire la dibattuta origine della mosca dell’olivo.File | Dimensione | Formato | |
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