This thesis is a collection of four essays in empirical economics. The first chapter is titled "When the Cat Is Near, the Mice Won’t Play: The Effect of External Examiners in Italian Schools". This paper is co-authored with Giorgio Brunello and Lorenzo Rocco. In this study, we use a natural experiment to show that the presence of an external examiner has both a direct and an indirect negative effect on the performance of monitored classes in standardized educational tests. The direct effect is the difference in the test performance between classes of the same school with and without external examiners. The indirect effect is the difference in performance between un-monitored classes in schools with an external examiner and un-monitored classes in schools without external monitoring. We find that the overall effect of having an external examiner in the class is to reduce the proportion of correct answers by 5.5 to 8.5% - depending on the grade and the test - with respect to classes in schools with no external monitor. The direct and indirect effects range between 4.3 and 6.6% and between 1.2 and 1.9% respectively. Using additional supporting evidence, we argue that the negative impact of the presence of an external examiner on measured test scores is due to reduced cheating (by students and/or teachers) rather than to the negative effects of anxiety or distraction from having a stranger in the class. The second chapter is titled "Selection and the Age - Productivity Profile. Evidence from Chess Players", and is also co-authored with Giorgio Brunello and Lorenzo Rocco.We use data on professional chess tournaments to study how endogenous selection affects the relationship between age and mental productivity in a brain-intensive profession. We show that less talented players are more likely to drop out, and that the age-productivity gradient is heterogeneous by ability, making fixed effects estimators inconsistent. We correct for selection using an imputation procedure that repopulates the sample by applying to older cohorts the self-selection patterns observed in younger cohorts. We estimate the age-productivity profile on the repopulated sample using median regressions, and find that median productivity increases by close to 5 percent from initial age (15) to peak age (21), and declines substantially after the peak. At age 50, it is about 10 percent lower than at age 15. We compare profiles in the unadjusted and in the repopulated sample and show that failure to adequately address endogenous selection in the former leads to substantially over-estimating productivity at any age relative to initial age. The third chapter is titled "Laterborns Don’t Give Up. The Effects of Birth Order on Earnings in Europe", and is joint work with Giorgio Brunello. While it is well known that birth order affects educational attainment, less is known about its effects on earnings. Using data from eleven European countries for males born between 1935 and 1956, we show that firstborns enjoy on average a 13.7 percent premium over laterborns in their wage at labour market entry. However, this advantage is short lived, and disappears by age 30, between 10 and 15 years after labour market entry. While firstborns start with a better match, partly because of their higher education, laterborns quickly catch up by switching earlier and more frequently to better paying jobs. We argue that a key factor driving our findings is that laterborns are more likely to engage in risky behaviours. The fourth chapter is single-authored, and is titled " Hungry Today, Happy Tomorrow? Childhood Conditions and Self-Reported Wellbeing Later in Life". In this work, I use anchoring vignettes to show that, on data for eleven European countries, exposure to episodes of hunger in childhood leads people to adopt lower subjective reference points to evaluate satisfaction with life in adulthood. This is consistent with the satisfaction treadmill theory of hedonic adaptation, and highlights that failure to consider reporting heterogeneity will result in downward-biased estimates of the negative effects of starvation in childhood on the levels of wellbeing later in life. These findings underline the importance of considering issues of interpersonal comparability when studying the determinants of subjective wellbeing

Questa tesi è una raccolta di quattro saggi in economia empirica. Il primo capitolo è intitolato "When the Cat Is Near, the Mice Won’t Play: The Effect of External Examiners in Italian Schools". L'articolo è co-autorato con Giorgio Brunello e Lorenzo Rocco. In questo studio utilizziamo un esperimento naturale per mostrare che la presenza di un osservatore esterno ha effetti negativi diretti ed indiretti sui risultati delle classi coinvolte in test didattici standardizzati. L'effetto diretto è dato dalla differenza nei risultati tra le classi della stessa scuola con e senza esaminatori esterni. L'effetto indiretto è invece calcolato come la differenza di risultati tra le classi non monitorate in scuole con un esaminatore esterno e le classi non monitorate in scuole senza controllo esterno. Dalle nostre stime emerge che la presenza di un osservatore esterno in una classe riduce la percentuale di risposte corrette in un range che va dal 5,5 all' 8,5% - a seconda del grado e della materia considerata - rispetto alle classi nelle scuole senza osservatori esterni. Gli effetti diretti e indiretti variano rispettivamente tra il 4,3 e il 6,6% e tra l'1,2 e l'1,9%. Utilizzando ulteriore evidenza empirica, concludiamo che l'impatto negativo della presenza di un esaminatore esterno sui punteggi ai test standardizzati è dovuto alla riduzione di comportamenti scorretti (il cosiddetto cheating - da parte di studenti e/o docenti), piuttosto che agli effetti negativi su ansia o distrazione dovuti alla presenza di un estraneo in classe. Il secondo capitolo è intitolato "Selection and the Age - Productivity Profile. Evidence from Chess Players". Anche questo lavoro è co-autorato con Giorgio Brunello e Lorenzo Rocco. In questo studio, utilizziamo dati sui tornei di scacchi professionistici per studiare come la selezione endogena influenza la relazione tra età e produttività in una professione ad alta intensità cognitiva. Innanzitutto, mostriamo che gli scacchisti meno dotati sono più propensi ad abbandonare lo scacchismo agonistico nelle prime fasi della loro carriera, e che il gradiente età/produttività è eterogeneo in base all'abilità innata dei giocatori, rendendo gli stimatori ad effetti fissi non consistenti. Dunque, correggiamo per la selezione endogena utilizzando una procedura di imputazione che ripopola il campione applicando alle coorti più anziane i pattern di auto-selezione osservati nelle coorti più giovani, e stimiamo quindi il profilo età/produttività sul campione ripopolato attraverso regressioni sulla mediana. I nostri risultati evidenziano un aumento della produttività mediana di quasi il 5% dall'età iniziale (15 anni) al picco di età (21 anni), ed un declino sostanziale dopo il picco. A 50 anni, la produttività mediana è circa il 10% inferiore rispetto alla produttività dei quindicenni. Confrontando i profili stimati nel campione ripopolato e nel campione selezionato, concludiamo che non considerare la selezione endogena porta a sovrastimare sostanzialmente la produttività a qualsiasi età in relazione all'età iniziale. Il terzo capitolo si intitola "Laterborns Don’t Give Up. The Effects of Birth Order on Earnings in Europe", ed è co-autorato con Giorgio Brunello. Mentre è ben noto che l'ordine di nascita influenza il livello di istruzione, vi sono risultati meno chiari circa gli effetti dell'ordine di nascita sui redditi. Utilizzando dati per i maschi nati tra il 1935 e il 1956 in undici paesi europei, mostriamo che, rispetto ai loro fratelli, i primogeniti godono in media di un premio salariale del 13,7% all'ingresso nel mercato del lavoro. Tuttavia, questo vantaggio è di breve durata, e non è più presente già all'età di 30 anni, tra 10 e 15 anni dopo l'entrata nel mercato del lavoro. Mentre i primogeniti trovano inizialmente un lavoro di qualità migliore, in parte grazie alla loro maggiore istruzione, i secondogeniti colmano rapidamente queste differenze muovendosi prima e più frequentemente dei loro fratelli verso lavori meglio pagati. Nell'analisi, mostriamo che un fattore chiave per spiegare i nostri risultati riguarda la maggiore propensione dei secondogeniti ad assumere comportamenti rischiosi. Il quarto capitolo è a firma singola, e si intitola "Hungry Today, Happy Tomorrow? Childhood Conditions and Self-Reported Wellbeing Later in Life". In questo lavoro vengono utilizzate le anchoring vignette per mostrare che, su dati relativi ad undici paesi europei, i soggetti esposti ad episodi di deprivazione nutrizionale nell'infanzia adottano standard di riferimento più bassi per valutare la propria qualità di vita nell' età adulta. Questo è coerente con la teoria del satisfaction treadmill, ed implica che la mancata considerazione di una possibile eterogeneità individuale negli stili di risposta porta a sottostimare gli effetti negativi dell'esperienza di deprivazione nutrizionale nell'infanzia sui livelli di benessere soggettivo nell'età adulta. Questi risultati sottolineano l'importanza di considerare problemi di comparabilità interpersonale nello studio delle determinanti del benessere soggettivo.

Four Essays in Empirical Economics / Bertoni, Marco. - (2014 Jan 21).

Four Essays in Empirical Economics

Bertoni, Marco
2014

Abstract

Questa tesi è una raccolta di quattro saggi in economia empirica. Il primo capitolo è intitolato "When the Cat Is Near, the Mice Won’t Play: The Effect of External Examiners in Italian Schools". L'articolo è co-autorato con Giorgio Brunello e Lorenzo Rocco. In questo studio utilizziamo un esperimento naturale per mostrare che la presenza di un osservatore esterno ha effetti negativi diretti ed indiretti sui risultati delle classi coinvolte in test didattici standardizzati. L'effetto diretto è dato dalla differenza nei risultati tra le classi della stessa scuola con e senza esaminatori esterni. L'effetto indiretto è invece calcolato come la differenza di risultati tra le classi non monitorate in scuole con un esaminatore esterno e le classi non monitorate in scuole senza controllo esterno. Dalle nostre stime emerge che la presenza di un osservatore esterno in una classe riduce la percentuale di risposte corrette in un range che va dal 5,5 all' 8,5% - a seconda del grado e della materia considerata - rispetto alle classi nelle scuole senza osservatori esterni. Gli effetti diretti e indiretti variano rispettivamente tra il 4,3 e il 6,6% e tra l'1,2 e l'1,9%. Utilizzando ulteriore evidenza empirica, concludiamo che l'impatto negativo della presenza di un esaminatore esterno sui punteggi ai test standardizzati è dovuto alla riduzione di comportamenti scorretti (il cosiddetto cheating - da parte di studenti e/o docenti), piuttosto che agli effetti negativi su ansia o distrazione dovuti alla presenza di un estraneo in classe. Il secondo capitolo è intitolato "Selection and the Age - Productivity Profile. Evidence from Chess Players". Anche questo lavoro è co-autorato con Giorgio Brunello e Lorenzo Rocco. In questo studio, utilizziamo dati sui tornei di scacchi professionistici per studiare come la selezione endogena influenza la relazione tra età e produttività in una professione ad alta intensità cognitiva. Innanzitutto, mostriamo che gli scacchisti meno dotati sono più propensi ad abbandonare lo scacchismo agonistico nelle prime fasi della loro carriera, e che il gradiente età/produttività è eterogeneo in base all'abilità innata dei giocatori, rendendo gli stimatori ad effetti fissi non consistenti. Dunque, correggiamo per la selezione endogena utilizzando una procedura di imputazione che ripopola il campione applicando alle coorti più anziane i pattern di auto-selezione osservati nelle coorti più giovani, e stimiamo quindi il profilo età/produttività sul campione ripopolato attraverso regressioni sulla mediana. I nostri risultati evidenziano un aumento della produttività mediana di quasi il 5% dall'età iniziale (15 anni) al picco di età (21 anni), ed un declino sostanziale dopo il picco. A 50 anni, la produttività mediana è circa il 10% inferiore rispetto alla produttività dei quindicenni. Confrontando i profili stimati nel campione ripopolato e nel campione selezionato, concludiamo che non considerare la selezione endogena porta a sovrastimare sostanzialmente la produttività a qualsiasi età in relazione all'età iniziale. Il terzo capitolo si intitola "Laterborns Don’t Give Up. The Effects of Birth Order on Earnings in Europe", ed è co-autorato con Giorgio Brunello. Mentre è ben noto che l'ordine di nascita influenza il livello di istruzione, vi sono risultati meno chiari circa gli effetti dell'ordine di nascita sui redditi. Utilizzando dati per i maschi nati tra il 1935 e il 1956 in undici paesi europei, mostriamo che, rispetto ai loro fratelli, i primogeniti godono in media di un premio salariale del 13,7% all'ingresso nel mercato del lavoro. Tuttavia, questo vantaggio è di breve durata, e non è più presente già all'età di 30 anni, tra 10 e 15 anni dopo l'entrata nel mercato del lavoro. Mentre i primogeniti trovano inizialmente un lavoro di qualità migliore, in parte grazie alla loro maggiore istruzione, i secondogeniti colmano rapidamente queste differenze muovendosi prima e più frequentemente dei loro fratelli verso lavori meglio pagati. Nell'analisi, mostriamo che un fattore chiave per spiegare i nostri risultati riguarda la maggiore propensione dei secondogeniti ad assumere comportamenti rischiosi. Il quarto capitolo è a firma singola, e si intitola "Hungry Today, Happy Tomorrow? Childhood Conditions and Self-Reported Wellbeing Later in Life". In questo lavoro vengono utilizzate le anchoring vignette per mostrare che, su dati relativi ad undici paesi europei, i soggetti esposti ad episodi di deprivazione nutrizionale nell'infanzia adottano standard di riferimento più bassi per valutare la propria qualità di vita nell' età adulta. Questo è coerente con la teoria del satisfaction treadmill, ed implica che la mancata considerazione di una possibile eterogeneità individuale negli stili di risposta porta a sottostimare gli effetti negativi dell'esperienza di deprivazione nutrizionale nell'infanzia sui livelli di benessere soggettivo nell'età adulta. Questi risultati sottolineano l'importanza di considerare problemi di comparabilità interpersonale nello studio delle determinanti del benessere soggettivo.
21-gen-2014
This thesis is a collection of four essays in empirical economics. The first chapter is titled "When the Cat Is Near, the Mice Won’t Play: The Effect of External Examiners in Italian Schools". This paper is co-authored with Giorgio Brunello and Lorenzo Rocco. In this study, we use a natural experiment to show that the presence of an external examiner has both a direct and an indirect negative effect on the performance of monitored classes in standardized educational tests. The direct effect is the difference in the test performance between classes of the same school with and without external examiners. The indirect effect is the difference in performance between un-monitored classes in schools with an external examiner and un-monitored classes in schools without external monitoring. We find that the overall effect of having an external examiner in the class is to reduce the proportion of correct answers by 5.5 to 8.5% - depending on the grade and the test - with respect to classes in schools with no external monitor. The direct and indirect effects range between 4.3 and 6.6% and between 1.2 and 1.9% respectively. Using additional supporting evidence, we argue that the negative impact of the presence of an external examiner on measured test scores is due to reduced cheating (by students and/or teachers) rather than to the negative effects of anxiety or distraction from having a stranger in the class. The second chapter is titled "Selection and the Age - Productivity Profile. Evidence from Chess Players", and is also co-authored with Giorgio Brunello and Lorenzo Rocco.We use data on professional chess tournaments to study how endogenous selection affects the relationship between age and mental productivity in a brain-intensive profession. We show that less talented players are more likely to drop out, and that the age-productivity gradient is heterogeneous by ability, making fixed effects estimators inconsistent. We correct for selection using an imputation procedure that repopulates the sample by applying to older cohorts the self-selection patterns observed in younger cohorts. We estimate the age-productivity profile on the repopulated sample using median regressions, and find that median productivity increases by close to 5 percent from initial age (15) to peak age (21), and declines substantially after the peak. At age 50, it is about 10 percent lower than at age 15. We compare profiles in the unadjusted and in the repopulated sample and show that failure to adequately address endogenous selection in the former leads to substantially over-estimating productivity at any age relative to initial age. The third chapter is titled "Laterborns Don’t Give Up. The Effects of Birth Order on Earnings in Europe", and is joint work with Giorgio Brunello. While it is well known that birth order affects educational attainment, less is known about its effects on earnings. Using data from eleven European countries for males born between 1935 and 1956, we show that firstborns enjoy on average a 13.7 percent premium over laterborns in their wage at labour market entry. However, this advantage is short lived, and disappears by age 30, between 10 and 15 years after labour market entry. While firstborns start with a better match, partly because of their higher education, laterborns quickly catch up by switching earlier and more frequently to better paying jobs. We argue that a key factor driving our findings is that laterborns are more likely to engage in risky behaviours. The fourth chapter is single-authored, and is titled " Hungry Today, Happy Tomorrow? Childhood Conditions and Self-Reported Wellbeing Later in Life". In this work, I use anchoring vignettes to show that, on data for eleven European countries, exposure to episodes of hunger in childhood leads people to adopt lower subjective reference points to evaluate satisfaction with life in adulthood. This is consistent with the satisfaction treadmill theory of hedonic adaptation, and highlights that failure to consider reporting heterogeneity will result in downward-biased estimates of the negative effects of starvation in childhood on the levels of wellbeing later in life. These findings underline the importance of considering issues of interpersonal comparability when studying the determinants of subjective wellbeing
education ageing earnings wellbeing
Four Essays in Empirical Economics / Bertoni, Marco. - (2014 Jan 21).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3423503
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