In recent years, the field of remote sensing experienced an incredible growth thanks to the increasing quality and variety of sensors and the reduction of instrumental costs. The benefits for archaeology were soon apparent. So far, data interpretation remains essentially a prerogative of the human operator and is mediated by his skills and experiences. The continuous increase of datasets volume, i.e. the Big Data Explosion, and the increasing necessity to work on large scale projects require an overall revision of the methods traditionally used in archeology. In this sense, the research presented hereinafter contributes to assess the limits and potential of the emerging field of object-based image analysis (OBIA). The work focused on the definition of OBIA protocols for the treatment of three-dimensional data acquired by airborne and terrestrial laser scanning through the development of a wide range of case studies, used to illustrate the possibilities of the method in archeology. The results include a new, automated approach to identify, map and quantify traces of the First World War landscape around Fort Lusern (Province of Trento, Italy) and the recalcified osteological tissue on the skulls of two burials in the protohistoric necropolis of Olmo di Nogara (Province of Verona, Italy). Moreover, the method was employed to create a predictive model to locate “control places” in mountainous environments; the simulation was built for the Western Asiago Plateau (Province of Vicenza, Italy) and then re-applied with success in basin of Bressanone (Province of Bolzano, Italy). The accuracy of the results was verified thanks to respectively ground surveys, remote cross-validation and comparison with published literature. This confirmed the potential of the methodology, giving reasons to introduce the concept of Archaeological Object-Based Image Analysis (ArchaeOBIA), used to highlight the role of object-based applications in archaeology.
Il campo del remote sensing ha vissuto un incredibile sviluppo negli ultimi anni per merito della crescente qualità e varietà dei sensori e dell’abbattimento dei costi strumentali. Le potenzialità archeologiche sono state ben presto evidenti. Finora, l’interpretazione dei dati è rimasta però prerogativa dell’operatore umano, mediata dalle sue competenze e dalla sua esperienza. Il progressivo aumento di volume dei dataset (cd. “big data explosion”) e la necessità di lavorare su progetti territoriali ad ampia scala hanno reso ora indispensabile una revisione delle modalità di studio tradizionalmente impiegate in ambito archeologico. In questo senso, la ricerca presentata di seguito contribuisce alla valutazione delle potenzialità e dei limiti dell’emergente campo d’indagine dell’object-based image analysis (OBIA). Il lavoro si è focalizzato sulla definizione di protocolli OBIA per il trattamento di dati tridimensionali acquisiti tramite laser scanner aviotrasportato e terrestre attraverso l’elaborazione di un variegato spettro di casi di studio in grado di esemplificare le possibilità offerte dal metodo in archeologia. I risultati ottenuti hanno consentito di identificare, mappare e quantificare in modo automatico e semi-automatico le tracce del paesaggio di guerra nell’area intorno a Forte Luserna (TN) e il tessuto osteologico ricalcificato sui crani di due inumati della necropoli protostorica dell’Olmo di Nogara (VR). Infine, il metodo è stato impiegato per lo sviluppo di un modello predittivo per la localizzazione dei “punti di controllo” in ambiente montano, che è stato studiato per l’area occidentale dell’Altopiano di Asiago (VI) e in seguito riapplicato con successo nella conca di Bressanone (BZ). L’accuratezza dei risultati, verificati di volta in volta tramite ricognizioni a terra, validazione incrociata tramite analisi da remoto e comparazione con i dati editi in letteratura, ha confermato il potenziale della metodologia, consentendo di introdurre il concetto di Archaeological Object-Based Image Analysis (ArchaeOBIA), per rimarcare le specificità delle applicazioni object-based nell’ambito della disciplina archeologica.
Remote sensing e object-based image analysis: metodologie di approccio per la creazione di standard archeologici / Magnini, Luigi. - (2017 Jan 31).
Remote sensing e object-based image analysis: metodologie di approccio per la creazione di standard archeologici
Magnini, Luigi
2017
Abstract
Il campo del remote sensing ha vissuto un incredibile sviluppo negli ultimi anni per merito della crescente qualità e varietà dei sensori e dell’abbattimento dei costi strumentali. Le potenzialità archeologiche sono state ben presto evidenti. Finora, l’interpretazione dei dati è rimasta però prerogativa dell’operatore umano, mediata dalle sue competenze e dalla sua esperienza. Il progressivo aumento di volume dei dataset (cd. “big data explosion”) e la necessità di lavorare su progetti territoriali ad ampia scala hanno reso ora indispensabile una revisione delle modalità di studio tradizionalmente impiegate in ambito archeologico. In questo senso, la ricerca presentata di seguito contribuisce alla valutazione delle potenzialità e dei limiti dell’emergente campo d’indagine dell’object-based image analysis (OBIA). Il lavoro si è focalizzato sulla definizione di protocolli OBIA per il trattamento di dati tridimensionali acquisiti tramite laser scanner aviotrasportato e terrestre attraverso l’elaborazione di un variegato spettro di casi di studio in grado di esemplificare le possibilità offerte dal metodo in archeologia. I risultati ottenuti hanno consentito di identificare, mappare e quantificare in modo automatico e semi-automatico le tracce del paesaggio di guerra nell’area intorno a Forte Luserna (TN) e il tessuto osteologico ricalcificato sui crani di due inumati della necropoli protostorica dell’Olmo di Nogara (VR). Infine, il metodo è stato impiegato per lo sviluppo di un modello predittivo per la localizzazione dei “punti di controllo” in ambiente montano, che è stato studiato per l’area occidentale dell’Altopiano di Asiago (VI) e in seguito riapplicato con successo nella conca di Bressanone (BZ). L’accuratezza dei risultati, verificati di volta in volta tramite ricognizioni a terra, validazione incrociata tramite analisi da remoto e comparazione con i dati editi in letteratura, ha confermato il potenziale della metodologia, consentendo di introdurre il concetto di Archaeological Object-Based Image Analysis (ArchaeOBIA), per rimarcare le specificità delle applicazioni object-based nell’ambito della disciplina archeologica.File | Dimensione | Formato | |
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