NEET – Not in Education, Employment or Training – designates young people between 15 and 29 years old not engaged in any work activities, according to ILO standards, or not involved in formal and non-formal education. The concern about “youth emergency” is showed by many documents of the European Community and within the Europe 2020 Strategy. The Italian situation has always showed higher percentages than the European average; in particular, in 2016 the EU-28 average is 14.2%, while in Italy the Neet are more than two million, which is the 24.3% of the reporting population. Previous studies suggested the implications of this issue with the condition of social inclusion/exclusion and many other social constructs, including: identity and agency, transition to adulthood and project skills, participation, trust and social relationships, the role of work and education/training. The general aim is to look into the Neet issue, through a psycho-social reading that can go beyond the typing surveys and can help to frame the issue in its becoming. The theoretical framework is the Social Representations Theory (Moscovici 1961/1976). More precisely, the emphasis is on the suggestions developed by Doise (1992), Marková (2003) and Camargo and Wachelke (2010). From a methodological point of view, the Grounded Theory approach was explored (Glaser e Strauss, 1967; Charmaz, 2006) and the research is composed by three integrated studies, each of which aims to deepen the object of study with different methods and tools (Flick, 2007; 2014). Specifically, the press was analysed by involving five Italian newspapers; a questionnaire was implemented and addressed to different groups of participants, according to their involvement with the Neet situation; the last study was developed through episodic semi-structured interviews with Neet. The results indicate an articulated social representation through the variables considered. In general, the issue consists of many references to work and aspects related to negative emotionality, partly balanced by some elements that refer to the possibility of having time for themselves and the opportunity to get involved. The long life learning concept is more less present.
L'acronimo NEET – Not in Education, Employment or Training – indica i giovani tra i 15 e 29 anni non coinvolti in alcuna attività lavorativa, secondo i criteri ILO, o formativa considerando la formazione formale e non formale. L'allarme sull'emergenza giovanile espresso dall'Europa è rintracciabile nei molti documenti della Comunità europea e all'interno della Strategia Europa 2020. La situazione italiana ha sempre registrato percentuali più elevate rispetto alla media europea; in particolar modo, per il 2016 la media EU-28 è del 14.2%, mentre in Italia i Neet sono più di due milioni, rappresentando il 24.3% della popolazione di riferimento. Studi precedenti hanno riconosciuto le implicazioni di tale questione con la condizione di inclusione/esclusione sociale e molti altri costrutti, tra i quali: identità e agency, transizione all'età adulta e capacità progettuali, partecipazione, fiducia e relazioni sociali, il ruolo del lavoro e quello della formazione. L'obiettivo generale del presente lavoro è approfondire la questione Neet, attraverso una lettura psico-sociale che possa andare oltre le indagini di tipizzazione più spesso condotte e contribuire a inquadrare il fenomeno nel suo divenire. La cornice teorica di riferimento è la Teoria delle Rappresentazioni Sociali (Moscovici 1961/1976). Nello specifico, si pone attenzione agli approfondimenti di Doise (1992), Marková (2003) e Camargo e Wachelke (2010). Sul piano metodologico, la ricerca si ispira all’approccio della Grounded Theory (Glaser e Strauss, 1967; Charmaz, 2006) e si snoda in tre studi integrati ognuno dei quali volto ad approfondire l’oggetto di studio con obiettivi, metodi e strumenti diversi (Flick, 2007; 2014). In particolare, è stata svolta l'analisi della stampa coinvolgendo cinque quotidiani italiani; è stato predisposto e implementato un questionario rivolto a partecipanti differenziati in base al grado di coinvolgimento con l'oggetto indagato; infine, è stato sviluppato un approfondimento attraverso interviste semi-strutturate episodiche con i Neet. I risultati indicano una rappresentazione sociale articolata attraverso le variabili considerate. In linea generale, si può sostenere che la questione indagata si compone di molti richiami al lavoro e ad aspetti legati all'emotività negativa bilanciati, in parte, da alcuni elementi relativi alla possibilità di avere tempo per sé e all'opportunità di mettersi in gioco. Risultano molto meno presenti i riferimenti all'education intesa come formazione continua.
Generazione Neet: questione complessa o etichetta vuota? / Piccolo, Chiara. - (2018 Jan 31).
Generazione Neet: questione complessa o etichetta vuota?
Piccolo, Chiara
2018
Abstract
L'acronimo NEET – Not in Education, Employment or Training – indica i giovani tra i 15 e 29 anni non coinvolti in alcuna attività lavorativa, secondo i criteri ILO, o formativa considerando la formazione formale e non formale. L'allarme sull'emergenza giovanile espresso dall'Europa è rintracciabile nei molti documenti della Comunità europea e all'interno della Strategia Europa 2020. La situazione italiana ha sempre registrato percentuali più elevate rispetto alla media europea; in particolar modo, per il 2016 la media EU-28 è del 14.2%, mentre in Italia i Neet sono più di due milioni, rappresentando il 24.3% della popolazione di riferimento. Studi precedenti hanno riconosciuto le implicazioni di tale questione con la condizione di inclusione/esclusione sociale e molti altri costrutti, tra i quali: identità e agency, transizione all'età adulta e capacità progettuali, partecipazione, fiducia e relazioni sociali, il ruolo del lavoro e quello della formazione. L'obiettivo generale del presente lavoro è approfondire la questione Neet, attraverso una lettura psico-sociale che possa andare oltre le indagini di tipizzazione più spesso condotte e contribuire a inquadrare il fenomeno nel suo divenire. La cornice teorica di riferimento è la Teoria delle Rappresentazioni Sociali (Moscovici 1961/1976). Nello specifico, si pone attenzione agli approfondimenti di Doise (1992), Marková (2003) e Camargo e Wachelke (2010). Sul piano metodologico, la ricerca si ispira all’approccio della Grounded Theory (Glaser e Strauss, 1967; Charmaz, 2006) e si snoda in tre studi integrati ognuno dei quali volto ad approfondire l’oggetto di studio con obiettivi, metodi e strumenti diversi (Flick, 2007; 2014). In particolare, è stata svolta l'analisi della stampa coinvolgendo cinque quotidiani italiani; è stato predisposto e implementato un questionario rivolto a partecipanti differenziati in base al grado di coinvolgimento con l'oggetto indagato; infine, è stato sviluppato un approfondimento attraverso interviste semi-strutturate episodiche con i Neet. I risultati indicano una rappresentazione sociale articolata attraverso le variabili considerate. In linea generale, si può sostenere che la questione indagata si compone di molti richiami al lavoro e ad aspetti legati all'emotività negativa bilanciati, in parte, da alcuni elementi relativi alla possibilità di avere tempo per sé e all'opportunità di mettersi in gioco. Risultano molto meno presenti i riferimenti all'education intesa come formazione continua.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Piccolo_Chiara_Tesi.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Tesi di dottorato
Licenza:
Non specificato
Dimensione
7.79 MB
Formato
Adobe PDF
|
7.79 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.