At the end of the second millennium B.C., the extractive metallurgy of copper in Trentino (Italy) achieved a peak of technological efficiency and mass production, as evidenced by the large number of metallurgical sites and the huge amount of slags resulting from the smelting activities. Though different scholars proposed several smelting process models, so far an agreed interpretation of the whole process is lacking. Over 70 slags from the Luserna, Transacqua and Segonzano sites (all located Trentino, Italy) were investigated in order to verify: 1) the technological development of the smelting processes performed, 2) the possible use of different working-steps in the metal production process and the copper extraction efficiency, 3) the ore source of the smelted minerals. For these purposes a multi-analytical approach was applied, involving physical measurements and chemical-minero-petrographic analyses by means of OM, XRPD, XRF and SEM-EDS. Pb-isotope analyses were also performed on several slags in order to correlate mines, smelting sites and metal objects on the basis of the Alpine Archaeocopper database (AAcP). Three different slag types were identified from the mineralogical and chemical points of view, each being the product of distinct metallurgical steps. On the basis of these considerations, it is proposed a new Cu-smelting model in the Late Bronze Age.
Alla fine della secondo millennio a.C. in Trentino (Italia) la metallurgia estrattiva del rame ha raggiunto un alto livello di efficienza tecnologica e produttiva, evidenziato dal grande numero di siti metallurgici e dal grande quantitativo di scorie ottenute dalle attività fusorie. Sebbene differenti studiosi abbiano proposto diversi modelli relativi al processo di fusione (smelting) ad oggi manca una interpretazione condivisa dell’intero processo. A tal proposito sono state analizzate più di 70 scorie provenienti dai siti archeologici di Luserna, Transacqua e Segonzano (tutti situati in Trentino, Italia) al fine di comprendere: 1) lo sviluppo tecnologico dei processi di fusione, 2) la possibile presenza di differenti fasi operative durante la produzione del metallo e il grado di efficienza estrattiva del rame raggiunto, 3) la provenienza dei minerali utilizzati per l’estrazione del rame. Per questi scopi è stato adottato un approccio multi analitico che ha riguardato misure fisiche e analisi di tipo chimico e minero-petrografico, attraverso l’utilizzo della microscopia ottica (OM), della diffrazione a raggi-X da polveri (XRPD), la spettrometria a fluorescenza di raggi X (XRF) e la microscopia elettronica a scansione abbinata a microanalisi EDS (SEM-EDS). Inoltre sono state condotte sulle scorie misure relative ai rapporti isotopici del piombo al fine di collegare le miniere da cui si è estratto il minerale, i siti di fusione del minerale e gli oggetti metallici attraverso il database delle mineralizzazione alpine e degli oggetti (AAcP). Sulla base dei risultati ottenuti tre diversi tipi di scorie sono stati identificati ognuno dei quali connesso a diverse fasi del processo di fusione. Sulla base di queste considerazioni, è stato proposto un nuovo modello relativo al processo di fusione della Tarda Età del Bronzo.
Late Bronze age metallurgy in the Italian Eastern Alps: copper smelting slags and mine exploitation / Addis, Anna. - (2013 Jan 30).
Late Bronze age metallurgy in the Italian Eastern Alps: copper smelting slags and mine exploitation
Addis, Anna
2013
Abstract
Alla fine della secondo millennio a.C. in Trentino (Italia) la metallurgia estrattiva del rame ha raggiunto un alto livello di efficienza tecnologica e produttiva, evidenziato dal grande numero di siti metallurgici e dal grande quantitativo di scorie ottenute dalle attività fusorie. Sebbene differenti studiosi abbiano proposto diversi modelli relativi al processo di fusione (smelting) ad oggi manca una interpretazione condivisa dell’intero processo. A tal proposito sono state analizzate più di 70 scorie provenienti dai siti archeologici di Luserna, Transacqua e Segonzano (tutti situati in Trentino, Italia) al fine di comprendere: 1) lo sviluppo tecnologico dei processi di fusione, 2) la possibile presenza di differenti fasi operative durante la produzione del metallo e il grado di efficienza estrattiva del rame raggiunto, 3) la provenienza dei minerali utilizzati per l’estrazione del rame. Per questi scopi è stato adottato un approccio multi analitico che ha riguardato misure fisiche e analisi di tipo chimico e minero-petrografico, attraverso l’utilizzo della microscopia ottica (OM), della diffrazione a raggi-X da polveri (XRPD), la spettrometria a fluorescenza di raggi X (XRF) e la microscopia elettronica a scansione abbinata a microanalisi EDS (SEM-EDS). Inoltre sono state condotte sulle scorie misure relative ai rapporti isotopici del piombo al fine di collegare le miniere da cui si è estratto il minerale, i siti di fusione del minerale e gli oggetti metallici attraverso il database delle mineralizzazione alpine e degli oggetti (AAcP). Sulla base dei risultati ottenuti tre diversi tipi di scorie sono stati identificati ognuno dei quali connesso a diverse fasi del processo di fusione. Sulla base di queste considerazioni, è stato proposto un nuovo modello relativo al processo di fusione della Tarda Età del Bronzo.File | Dimensione | Formato | |
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