ABSTRACT This dissertation analyzes the limits to the powers of the legal guardian with respect to those acts pertaining to the intimate sphere of the ward, distinguishing between atti personalissimi and atti personali. As a result of this analysis, it appears that, through the intervention of the legal guardian, the ward retains the ability to perform the atti personali, but is precluded from performing the atti personalissimi. The will of the ward is identified by both the legislator and the courts as being the element to be used to determine the validity of the guardian’s determinations. Indeed, both l. 6/2004 (art. 1) and the civil code (art. 410 c..c) specify that the legal guardian must always take into account the needs and expectations of the ward when acting on his behalf. If the ward is not able to express such needs and expectations, the legal guardian must work with the ward to re-establish them; by so doing, the guardian would finally be able to act according to the would be needs of the ward, had this one been able to express them. Of course, the judge will always have the last word as to the validity of the guardian’s determinations. This thesis analyzed both the atti personali (dealing with health issues, separation and divorce) and the atti personalissimi (marriage, wills and trusts), and evidences that while the jurisprudence univocally recognizes the guardian’s power to express and re-establish the ward’s will for the atti personali, the same cannot be stated for the atti personalissimi. Similarly, in an effort to better protect the ward, the jurisprudence recognizes the possibility to apply to the guardianship the traditional limitations codified in art. 411 c.c., coherently with the guardianship flexible nature. However, these limitations will not be applied in a strict and rigid manner, as is the case in other tutelary institution; rather, these limitations are to be applied in an adaptable way and on a case by case basis. This legal framework can also be found in other legal systems, such as the Spanish one, where the similarities are both on a foral level, with a specific reference to the Catalan legislation, and on a more general level; the structures of both legal systems are particularly similar, and the doctrine and jurisprudence have followed parallel paths. The comparative analysis of the three legal systems, the Italian, the Spanish and the Catalan, reflects a common transnational approach to the guardianship institution. All in all, in the light of this analysis, it is safe to say that the legal guardian can act as a nuncius sui generis as far as certain existential acts of the beneficiary, acts that would otherwise be precluded to the beneficiary because of his or her disablement.
ABSTRACT La tesi analizza i limiti all’intervento dell’amministratore di sostegno rispetto agli atti di natura personale e personalissima del beneficiario. Dallo sviluppo di tale materia, nonché dall’analisi della natura di tali atti è emerso come solo per i primi è prospettata la possibilità per il beneficiario di realizzare l’atto, a mezzo del proprio amministratore. Dall'interpretazione della norma e dalla giurisprudenza a riguardo emerge che il criterio guida da seguire è la volontà del beneficiario. Ciò in quanto sia la legge 6/2004 (art.1), sia la normativa codicistica dell’amministrazione di sostegno (art. 410 c.c.), precisano che l’amministratore di sostegno nello svolgimento della sua attività deve tenere conto dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario. Qualora quest’ultimo non risultasse in grado di manifestare tali aspirazioni e bisogni, sarà l’amministratore di sostegno ad agire “con” il soggetto per ricostruirli, al fine di esternare così la stessa volontà che avrebbe manifestato l’interessato se fosse stato capace di farlo. Il giudice dovrà in ultimo esprimersi sulla legittimità di tale atto. La tesi ha preso in analisi atti personali (cure mediche, separazione e divorzio) e atti personalissimi (matrimonio, testamento e donazione) ed ha evidenziato che se per i primi la giurisprudenza è concorde nel riconoscere il potere del l'amministratore a esternare la volontà dell'interessato in base al criterio della ricostruzione della volontà, per quanto riguarda gli atti personalissimi solo un precedente riconosce l'applicazione del medesimo criterio. Sempre all’interno di un’ottica di protezione, nonché come extrema ratio dottrina e giurisprudenza ammettono la possibilità di estendere al beneficiario di amministrazione di sostegno i divieti tipici delle misure di tutela tradizionali a mezzo del rinvio previsto dall’ultimo comma dell’art. 411, c.c., in conformità anche con le caratteristiche di proporzionalità e flessibilità dell’istituto in esame. Vi è da precisare che tali limiti e preclusioni non saranno applicati in maniera rigida, definitiva e immutabile come per i tradizionali istituti di tutela, bensì in maniera provvisoria e da adattarsi “su misura” al soggetto stesso. Quanto analizzato appare comune anche ad altri ordinamenti giuridici, in particolare a quello spagnolo, sia a livello forale, con specifico riferimento alla legislazione catalana, sia a livello generale, per una similare struttura dei due ordinamenti giuridici e per un parallelo sviluppo giurisprudenziale e dottrinale. L’analisi comparatistica dei tre ordinamenti, italiano, spagnolo e catalano, ha evidenziato l’esistenza di una comune prassi giuridica transazionale con riferimento all’istituto di protezione. In fine, alla luce dell'analisi compiuta consegue che l’amministratore di sostegno può agire come un nuncius sui generis a compimento di alcuni atti esistenziali del beneficiario, che altrimenti sarebbero a lui preclusi a causa della sua menomazione.
Gli interventi dell' amministratore di sostegno relativi agli atti di carattere personale del beneficiario / Orlando, Nicola. - (2013 Jan 30).
Gli interventi dell' amministratore di sostegno relativi agli atti di carattere personale del beneficiario
Orlando, Nicola
2013
Abstract
ABSTRACT La tesi analizza i limiti all’intervento dell’amministratore di sostegno rispetto agli atti di natura personale e personalissima del beneficiario. Dallo sviluppo di tale materia, nonché dall’analisi della natura di tali atti è emerso come solo per i primi è prospettata la possibilità per il beneficiario di realizzare l’atto, a mezzo del proprio amministratore. Dall'interpretazione della norma e dalla giurisprudenza a riguardo emerge che il criterio guida da seguire è la volontà del beneficiario. Ciò in quanto sia la legge 6/2004 (art.1), sia la normativa codicistica dell’amministrazione di sostegno (art. 410 c.c.), precisano che l’amministratore di sostegno nello svolgimento della sua attività deve tenere conto dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario. Qualora quest’ultimo non risultasse in grado di manifestare tali aspirazioni e bisogni, sarà l’amministratore di sostegno ad agire “con” il soggetto per ricostruirli, al fine di esternare così la stessa volontà che avrebbe manifestato l’interessato se fosse stato capace di farlo. Il giudice dovrà in ultimo esprimersi sulla legittimità di tale atto. La tesi ha preso in analisi atti personali (cure mediche, separazione e divorzio) e atti personalissimi (matrimonio, testamento e donazione) ed ha evidenziato che se per i primi la giurisprudenza è concorde nel riconoscere il potere del l'amministratore a esternare la volontà dell'interessato in base al criterio della ricostruzione della volontà, per quanto riguarda gli atti personalissimi solo un precedente riconosce l'applicazione del medesimo criterio. Sempre all’interno di un’ottica di protezione, nonché come extrema ratio dottrina e giurisprudenza ammettono la possibilità di estendere al beneficiario di amministrazione di sostegno i divieti tipici delle misure di tutela tradizionali a mezzo del rinvio previsto dall’ultimo comma dell’art. 411, c.c., in conformità anche con le caratteristiche di proporzionalità e flessibilità dell’istituto in esame. Vi è da precisare che tali limiti e preclusioni non saranno applicati in maniera rigida, definitiva e immutabile come per i tradizionali istituti di tutela, bensì in maniera provvisoria e da adattarsi “su misura” al soggetto stesso. Quanto analizzato appare comune anche ad altri ordinamenti giuridici, in particolare a quello spagnolo, sia a livello forale, con specifico riferimento alla legislazione catalana, sia a livello generale, per una similare struttura dei due ordinamenti giuridici e per un parallelo sviluppo giurisprudenziale e dottrinale. L’analisi comparatistica dei tre ordinamenti, italiano, spagnolo e catalano, ha evidenziato l’esistenza di una comune prassi giuridica transazionale con riferimento all’istituto di protezione. In fine, alla luce dell'analisi compiuta consegue che l’amministratore di sostegno può agire come un nuncius sui generis a compimento di alcuni atti esistenziali del beneficiario, che altrimenti sarebbero a lui preclusi a causa della sua menomazione.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
NICOLA_Orlando-Tesidottorato.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Tesi di dottorato
Licenza:
Accesso gratuito
Dimensione
1.52 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.52 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.