It is known that balance control requires attention as well it is known that postural control is affected by the simultaneous execution of a secondary task, since this competes for attentional resources. Thus one of the methods for the assessment of postural control implies to keep the upright balance while performing another secondary task (dual-task condition). The measure of CoP fluctuations while standing on a force platform has been one of the most popular variables representing an output signal of the postural control system in which various pertinent cognitive and motor processes are reflected. By now, only few studies have investigated the effects of a secondary motor task, but emerged results are conflicting. Moreover, despite the frequent combination of multiple tasks during everyday life activities, the influence on postural balance of the concurrent execution of two different secondary tasks has not well investigated yet. Based on these premises this study was aimed to investigate how the primary task of standing (upright balance) could be affected by the execution of a secondary motor task, or cognitive task, or the combined execution of both. Moreover, we wanted to evaluate the effect of age on balance control, comparing two groups of participants, young adults and older adults. Two groups (both composed of males and females) were involved in the study: “Young” (17 participants; mean age 31.8 years) and “Older adults” (15 participants; mean age 65.6 years). The primary balance task was standing relaxed on a force platform. Then participants were asked to perform also the secondary motor task of balancing a free-rolling cylinder on a tray, or the secondary cognitive task (the Brooks’ spatial memory task), or both the secondary tasks executed simultaneously. The results confirmed that older adults have a worse balance control than young people. Moreover, in older adults, a secondary cognitive task entailed wider body sways, hence it increased the risk of losing balance and so the risk of falls. This is probably due to an affected posture control linked to the physiological aging process. In young people, instead, a secondary motor task reduced body sways and so increased postural stability. This was probably due to the higher attention that participants put on the task, to facilitate an optimal base for the execution of the secondary motor task. Finally, the simultaneous execution of the secondary tasks caused worse effects in older adults than in young participants, and worse effects than those both the single motor and cognitive tasks entailed. A “triple” task could be considered more attention-demanding and more difficult to execute than the single secondary tasks; this probably caused a competition for attentional resources between the postural control and the “triple” task, which led to a disruption of balance control.
È noto che il controllo dell’equilibrio richiede attenzione, così come è altrettanto noto che l’equilibrio è influenzato dalla concomitante esecuzione di un compito secondario, considerato che questo compete con le risorse attentive. Per questo motivo uno dei metodi per la valutazione del sistema di controllo posturale prevede di eseguire, insieme al primario compito di mantenere l’equilibrio, la concomitante esecuzione di un compito secondario (dual-task). La misurazione delle oscillazioni del Centro di Pressione (CoP), durante il mantenimento della posizione ortostatica, è una delle variabili più utilizzate come indice della performance della capacità di equilibrio, nella quale si riversano anche i sistemi sensoriale e cognitivo. A nostra conoscenza, finora solo due studi hanno esaminato gli effetti sull’equilibrio di un compito secondario motorio, ma i risultati sono controversi. Inoltre, nonostante che durante le attività della vita quotidiana, sia frequente la combinazione di compiti multipli, l’influenza sull’equilibrio di due compiti secondari concomitanti non è ancora stata ben valutata. Sulla base di queste premesse, l’obiettivo dello studio è stato quello di valutare come il compito primario di mantenere la posizione ortostatica (equilibrio), possa essere influenzato dall’esecuzione di un compito secondario di natura motoria, o di natura cognitiva, o ancora eseguendo simultaneamente i due compiti secondari. Inoltre, conoscendo l’importanza dell’invecchiamento sulla capacità di controllo dell’equilibrio, si è voluto valutare gli effetti della variabile età, confrontando i risultati ottenuti nei partecipanti anziani rispetto ad un gruppo di partecipanti adulti-giovani. Allo studio hanno preso parte 2 gruppi misti (maschi e femmine) di partecipanti: il gruppo “Giovani” (17 partecipanti; età media di 31.8 anni) e il gruppo “Anziani” (15 partecipanti; età media di 65.6 anni). Il protocollo prevedeva che il soggetto fosse in piedi sopra una pedana di forza e tale condizione rappresentava il compito primario di mantenimento dell’equilibrio ortostatico. A questo sono stati associati i diversi compiti secondari cognitivo, motorio ed entrambi eseguiti contemporaneamente. Il compito di tipo cognitivo consisteva nell’esecuzione del test visuo-spaziale di Brooks; il compito secondario di origine motoria consisteva nel mantenere bilanciato un cilindro posto sopra un vassoio, che il soggetto teneva con entrambe le mani. I risultati di questo studio confermano che nell’anziano il controllo dell’equilibrio è peggiore rispetto a quello del giovane. Inoltre, sempre nell’anziano, a causa probabilmente di un alterato controllo dell’equilibrio dovuto al fisiologico processo di invecchiamento, l’esecuzione di un compito secondario di natura cognitiva, aumenta l’ampiezza delle oscillazioni del corpo, aumentando il rischio di uscire dalla base di appoggio e quindi di cadere. Nei giovani, invece, l’esecuzione di un compito secondario di natura motoria, riducendo le oscillazioni del corpo, ha portato ad una maggiore stabilità. Ciò si è verificato probabilmente per la maggiore attenzione che i partecipanti hanno posto sul compito per garantire una base di appoggio più stabile per la performance del compito stesso. Infine, l’esecuzione contemporanea di due compiti secondari porta ad effetti più deleteri negli anziani rispetto ai giovani, e rispetto agli effetti che i singoli compiti secondari possono causare. La ragione di questo risultato probabilmente risiede nella maggiore complessità e attenzione che un compito “triplo” richiede, la quale comporta una competizione delle risorse attentive, tale per cui l’esecuzione del compito secondario entra in conflitto con il controllo posturale e causa, a scapito di quest’ultimo, un peggioramento dell’equilibrio.
Effetti di un compito secondario singolo o combinato sull'equilibrio ortostatico in giovani e anziani / Tolomio, Silvia. - (2011 Jan).
Effetti di un compito secondario singolo o combinato sull'equilibrio ortostatico in giovani e anziani
Tolomio, Silvia
2011
Abstract
È noto che il controllo dell’equilibrio richiede attenzione, così come è altrettanto noto che l’equilibrio è influenzato dalla concomitante esecuzione di un compito secondario, considerato che questo compete con le risorse attentive. Per questo motivo uno dei metodi per la valutazione del sistema di controllo posturale prevede di eseguire, insieme al primario compito di mantenere l’equilibrio, la concomitante esecuzione di un compito secondario (dual-task). La misurazione delle oscillazioni del Centro di Pressione (CoP), durante il mantenimento della posizione ortostatica, è una delle variabili più utilizzate come indice della performance della capacità di equilibrio, nella quale si riversano anche i sistemi sensoriale e cognitivo. A nostra conoscenza, finora solo due studi hanno esaminato gli effetti sull’equilibrio di un compito secondario motorio, ma i risultati sono controversi. Inoltre, nonostante che durante le attività della vita quotidiana, sia frequente la combinazione di compiti multipli, l’influenza sull’equilibrio di due compiti secondari concomitanti non è ancora stata ben valutata. Sulla base di queste premesse, l’obiettivo dello studio è stato quello di valutare come il compito primario di mantenere la posizione ortostatica (equilibrio), possa essere influenzato dall’esecuzione di un compito secondario di natura motoria, o di natura cognitiva, o ancora eseguendo simultaneamente i due compiti secondari. Inoltre, conoscendo l’importanza dell’invecchiamento sulla capacità di controllo dell’equilibrio, si è voluto valutare gli effetti della variabile età, confrontando i risultati ottenuti nei partecipanti anziani rispetto ad un gruppo di partecipanti adulti-giovani. Allo studio hanno preso parte 2 gruppi misti (maschi e femmine) di partecipanti: il gruppo “Giovani” (17 partecipanti; età media di 31.8 anni) e il gruppo “Anziani” (15 partecipanti; età media di 65.6 anni). Il protocollo prevedeva che il soggetto fosse in piedi sopra una pedana di forza e tale condizione rappresentava il compito primario di mantenimento dell’equilibrio ortostatico. A questo sono stati associati i diversi compiti secondari cognitivo, motorio ed entrambi eseguiti contemporaneamente. Il compito di tipo cognitivo consisteva nell’esecuzione del test visuo-spaziale di Brooks; il compito secondario di origine motoria consisteva nel mantenere bilanciato un cilindro posto sopra un vassoio, che il soggetto teneva con entrambe le mani. I risultati di questo studio confermano che nell’anziano il controllo dell’equilibrio è peggiore rispetto a quello del giovane. Inoltre, sempre nell’anziano, a causa probabilmente di un alterato controllo dell’equilibrio dovuto al fisiologico processo di invecchiamento, l’esecuzione di un compito secondario di natura cognitiva, aumenta l’ampiezza delle oscillazioni del corpo, aumentando il rischio di uscire dalla base di appoggio e quindi di cadere. Nei giovani, invece, l’esecuzione di un compito secondario di natura motoria, riducendo le oscillazioni del corpo, ha portato ad una maggiore stabilità. Ciò si è verificato probabilmente per la maggiore attenzione che i partecipanti hanno posto sul compito per garantire una base di appoggio più stabile per la performance del compito stesso. Infine, l’esecuzione contemporanea di due compiti secondari porta ad effetti più deleteri negli anziani rispetto ai giovani, e rispetto agli effetti che i singoli compiti secondari possono causare. La ragione di questo risultato probabilmente risiede nella maggiore complessità e attenzione che un compito “triplo” richiede, la quale comporta una competizione delle risorse attentive, tale per cui l’esecuzione del compito secondario entra in conflitto con il controllo posturale e causa, a scapito di quest’ultimo, un peggioramento dell’equilibrio.File | Dimensione | Formato | |
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