The present dissertation is first intended to investigate the pioneering connection between style and matter of content in the nietzschean work Also sprach Zarathustra. So the first chapter is focused on the question of the language in nietzschean philosophy, which is worded through the use of symbols, aphorisms, metaphors, allegories and riddles. The Zarathustra’s peculiar kind of language brings to light the important relation – not only for the esthetic but for the philosophy at all – between theoretic think and poetry, reflection and inspiration, will of truth and lie. The second chapter is an attempt to explain the Prelude of Also sprach Zarathustra, which can be considered as a sort of «allegorical challenge», to select the readers. In a first section of this chapter there are proposed some reflections about the implications between Also sprach Zarathustra and Die fröliche Wissenschaft, as well as about the problem of the «subjectivity’s decline» and of the mask’s dialectic. The second section is an analysis of the metaphors linked to the symbol of the sun and to the schenkenden Tugend notion. In a third section it is attempt to delineate the questionable doctrine about the Übermensch and to complete the symbolic analysis of the Prelude. In the third chapter it is faced a selection of images and allegories contained in the first three Zarathustra’ s books. Not only the well known themes of the overmen and the eternal recurrence of the same are investigated, but even the so called Stimmungen of melancholy and the symbols linked to the Geist der Schwere. This connection between Zarathustra and the question of melancholy has allowed to propose a reflection about the theoretically fundamental question of time in Nietzsche as well as about the problem of the «metropolitan mass». The second and last section of this chapter is an analysis of the so called Sondermenschen, described in the fourth book of the work. So the present study is a symbolic and allegoric investigation, which has the target to make visible the richness and the vitality of a Nietzsche’s masterpiece, that is not only a book, but even a life’s experience for the reader
I personaggi simbolici (Sinn-bilder) di Also sprach Zarathustra sono immagini sensibili, maschere sotto le quali si celano figure che vanno dallo spirito libero al melanconico, dallo scienziato positivista al genio artistico, dal socialista al libertino. Si tratta da un lato di archetipi simbolici senza tempo, di simboli eterni che costituiscono il basso continuo dell’antropologia filosofica, dall’altro di configurazioni dell’umano che rappresentano lo specchio di malattie tipicamente moderne, quali il venir meno di riferimenti assoluti (Sinnlosigkeit) e di fondamenti (Grundlosigkeit), che si articolano nelle molteplici sfaccettature del nichilismo. Alla modalità simbolica della personificazione s’intreccia nell’opera l’utilizzo, altrettanto simbolico e mutuato dalle favole e dai bestiari medievali, degli animali (Tier-bilder, Tier-gestalten) e delle cose, che si configurano come geroglifici, mezzi simbolici, che per lo più sfuggono ad un’interpretazione univoca e ad una decodificazione esaustiva, di cui Nietzsche-Zarathustra si serve per veicolare tutto il suo pensiero critico, tutta la propria filosofia. La presente dissertazione propone dunque esegesi simbolica dell’opera più controversa del pensiero nietzscheano. Nel primo capitolo si è tentato di mettere in luce l’innovativo e peculiare rapporto tra contenuto e forma che caratterizza il linguaggio e lo stile scritturale dello Zarathustra, in cui attraverso il simbolo, l’allegoria, la metafora e l’enigma si esprime quell’intreccio filosoficamente essenziale non solo per l’estetica, ma per la filosofia in senso lato, tra filosofia e poesia, riflessione e ispirazione, volontà di verità e amore per la maschera. Nel secondo capitolo viene proposta un’esegesi del Prologo, che si configura come sfida allegorica volta a selezionare il lettore degno di essere iniziato ai misteri dell’opera. Senza mai prescindere dall’ inevitabile quanto costante riferimento ai capitoli che costituiscono i primi tre libri dell’opera, si proporranno in una prima sezione alcune riflessioni sul rapporto intrattenuto tra Also sprach Zarathustra e Die fröliche Wissenschaft, nonché sul problema del tramonto della soggettività e della dialettica della maschera. In una seconda sezione verranno prese in considerazione le costellazioni metaforiche legate al simbolo del Sole e alla nozione di «virtù che dona», infine in una terza sezione si tenterà di delineare la controversa dottrina dell’Übermensch e di completare l’analisi simbolica del Prologo. Nel terzo capitolo è stata presa in considerazione una serie di immagini essenziali contenute nei primi tre libri dell’opera: oltre ai temi celebri – e forse persino inflazionati – dell’ Übermensch e dell’eterno ritorno, a costituire un occulto elemento unificante sono i riferimenti alle Stimmungen della malinconia e ai simboli del cosiddetto «spirito di gravità» (der Geist der Schwere - Schwermut). Questo rapporto tra Zarathustra e la rimuginante divinità saturnina consentirà, oltre ad una serie di riflessioni su una questione da sempre teoreticamente centrale quale quella del tempo, una riflessione sulla critica alla massificazione metropolitana e all’emblematico luogo della città. La seconda e ultima sezione di questo capitolo prevede infine un’analisi puntuale dei cosiddetti «uomini superiori» («l’indovino», «i due re», «il coscienzioso dello spirito», «il mago», «l’ultimo papa», «l’uomo più brutto», «il mendicante volontario», «l’ombra») descritti nel quarto libro dell’opera. Dall’esigenza di una disamina dei tipi umani (Charaktertypen), e degli esperimenti esistenziali che costituiscono quel volto insieme inquietante ed iridescente dell’epoca coeva ed immediatamente successiva alla vita di Nietzsche, nonché dall’auspicio di far emergere il colorito e folto consesso di paradigmi antropici e tipologie caratterologiche che abita l’opera nella sua dinamica vitalità, nasce quindi la sfida di un’indagine sulla simbolica dello Zarathustra, ossia di un’opera che vuol farsi per il lettore vera e propria esperienza di vita
Simbolica per tutti e per nessuno. Linguaggio e figurazione in "Così parlò Zarathustra" / Giacomelli, Alberto. - (2012 Jan 26).
Simbolica per tutti e per nessuno. Linguaggio e figurazione in "Così parlò Zarathustra"
Giacomelli, Alberto
2012
Abstract
I personaggi simbolici (Sinn-bilder) di Also sprach Zarathustra sono immagini sensibili, maschere sotto le quali si celano figure che vanno dallo spirito libero al melanconico, dallo scienziato positivista al genio artistico, dal socialista al libertino. Si tratta da un lato di archetipi simbolici senza tempo, di simboli eterni che costituiscono il basso continuo dell’antropologia filosofica, dall’altro di configurazioni dell’umano che rappresentano lo specchio di malattie tipicamente moderne, quali il venir meno di riferimenti assoluti (Sinnlosigkeit) e di fondamenti (Grundlosigkeit), che si articolano nelle molteplici sfaccettature del nichilismo. Alla modalità simbolica della personificazione s’intreccia nell’opera l’utilizzo, altrettanto simbolico e mutuato dalle favole e dai bestiari medievali, degli animali (Tier-bilder, Tier-gestalten) e delle cose, che si configurano come geroglifici, mezzi simbolici, che per lo più sfuggono ad un’interpretazione univoca e ad una decodificazione esaustiva, di cui Nietzsche-Zarathustra si serve per veicolare tutto il suo pensiero critico, tutta la propria filosofia. La presente dissertazione propone dunque esegesi simbolica dell’opera più controversa del pensiero nietzscheano. Nel primo capitolo si è tentato di mettere in luce l’innovativo e peculiare rapporto tra contenuto e forma che caratterizza il linguaggio e lo stile scritturale dello Zarathustra, in cui attraverso il simbolo, l’allegoria, la metafora e l’enigma si esprime quell’intreccio filosoficamente essenziale non solo per l’estetica, ma per la filosofia in senso lato, tra filosofia e poesia, riflessione e ispirazione, volontà di verità e amore per la maschera. Nel secondo capitolo viene proposta un’esegesi del Prologo, che si configura come sfida allegorica volta a selezionare il lettore degno di essere iniziato ai misteri dell’opera. Senza mai prescindere dall’ inevitabile quanto costante riferimento ai capitoli che costituiscono i primi tre libri dell’opera, si proporranno in una prima sezione alcune riflessioni sul rapporto intrattenuto tra Also sprach Zarathustra e Die fröliche Wissenschaft, nonché sul problema del tramonto della soggettività e della dialettica della maschera. In una seconda sezione verranno prese in considerazione le costellazioni metaforiche legate al simbolo del Sole e alla nozione di «virtù che dona», infine in una terza sezione si tenterà di delineare la controversa dottrina dell’Übermensch e di completare l’analisi simbolica del Prologo. Nel terzo capitolo è stata presa in considerazione una serie di immagini essenziali contenute nei primi tre libri dell’opera: oltre ai temi celebri – e forse persino inflazionati – dell’ Übermensch e dell’eterno ritorno, a costituire un occulto elemento unificante sono i riferimenti alle Stimmungen della malinconia e ai simboli del cosiddetto «spirito di gravità» (der Geist der Schwere - Schwermut). Questo rapporto tra Zarathustra e la rimuginante divinità saturnina consentirà, oltre ad una serie di riflessioni su una questione da sempre teoreticamente centrale quale quella del tempo, una riflessione sulla critica alla massificazione metropolitana e all’emblematico luogo della città. La seconda e ultima sezione di questo capitolo prevede infine un’analisi puntuale dei cosiddetti «uomini superiori» («l’indovino», «i due re», «il coscienzioso dello spirito», «il mago», «l’ultimo papa», «l’uomo più brutto», «il mendicante volontario», «l’ombra») descritti nel quarto libro dell’opera. Dall’esigenza di una disamina dei tipi umani (Charaktertypen), e degli esperimenti esistenziali che costituiscono quel volto insieme inquietante ed iridescente dell’epoca coeva ed immediatamente successiva alla vita di Nietzsche, nonché dall’auspicio di far emergere il colorito e folto consesso di paradigmi antropici e tipologie caratterologiche che abita l’opera nella sua dinamica vitalità, nasce quindi la sfida di un’indagine sulla simbolica dello Zarathustra, ossia di un’opera che vuol farsi per il lettore vera e propria esperienza di vitaFile | Dimensione | Formato | |
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