Musical Iconography in Ferrara between the XVI and XVII century This research focuses on works of arts with musical details made in Ferrara between the XVI and the XVII century until the third decade of the XVII century. In those years Ferrara was ruled by Alfonso II d’Este, the last duke of Ferrara. Alfonso d’Este’s duchy (Ferrara, 1533-1597), started in 1559 and ended with his death, marked and extraordinary flourishing music season for the city. Yet, this amazing season has never been thoroughly investigated, apart from few scattered researches about the theatre. This research aims to give an overview on music works subject as well as a fine analysis of single paintings produced in this season. Sebastiano Filippi, Ippolito Scarsella, Carlo Bononi are the local artists who left a large amount of work, both of sacral and profane subjects, which include remarkable musical details. Important information about the spread of musical culture on the Ferrara territory, both within the Estense court (which had been patronising music and musicians for long time) and the academic circles, has been possible thanks to the study of the iconographic documents. A parallel investigation about written sources of single paintings is carried out within this research with a historical approach in order to find out new information about the context of art, music, culture and society in Ferrara. This archival research has given a better overview of a peculiar character as Antonio Goretti. He was a patron, musical subject paintings commissioner, musical instruments, musical papers and musicians’ portraits collector. We can regard him as the proto-intellectual figure at the turn of the two centuries. Through the overall analysis of the paintings in relation with the investigation of written sources we discover the presence of an interesting intellectual class of aristocrats and gentlemen dedicated to arts. They were art collectors and patrons; they had good musical knowledge acquired through personal practice. These aristocrats and notable people had a remarkable competence of music and arts, they were up to date with the new styles and artistic experimentations and they kept a net of contacts with their peers and artists of other cities and others coeval Italian courts The actual findings of this research portray Ferrara as a city with a vivid cultural climate and a vivacity of thought as you can find in the most important cultural centres in Italy.
Iconografia musicale a Ferrara tra XVI e XVII secolo Oggetto di studio della ricerca sono le opere d'arte con dettagli musicali realizzate a Ferrara tra XVI e XVII secolo, e più precisamente dagli anni del governo di Alfonso II d'Este, ultimo duca di Ferrara, sino al terzo decennio del XVII secolo. Il ducato di Alfonso II d'Este (Ferrara, 1533-1597), iniziato nel 1559 e concluso con la sua morte, segnò un momento di straordinaria fioritura musicale per la città emiliana. Questo periodo eccezionale non è mai stato indagato nei documenti iconografici coevi, se non in maniera occasionale e per lo più relativamente al teatro. La ricerca realizza quindi una panoramica complessiva delle opere a soggetto musicale prodotte in questo periodo, insieme a compiute analisi di singoli dipinti. Gli artisti ferraresi che operarono nella capitale estense - Sebastiano Filippi, Ippolito Scarsella, Carlo Bononi e alcune personalità di minor rilievo - lasciarono un'abbondante produzione, con soggetti di carattere sia sacro che profano, molti dei quali comprendono dettagli musicali significativi. Lo studio delle testimoniante iconografiche ha permesso di raccogliere informazioni sulla diffusione di cultura musicale nel contesto ferrarese, non solo presso la corte estense – che da diverse generazioni patrocinava la musica e i musicisti – ma anche nei circoli accademici e a livello privato e familiare. Allo studio delle immagini è affiancata una parallela ricerca d'archivio sulle fonti scritte, compiuta in direzione di alcuni singoli dipinti o come approccio più squisitamente storico, volto a portare nuovi contributi al contesto artistico, musicale, culturale e sociale ferrarese. Nel caso di un personaggio particolare, Antonio Goretti, la ricerca archivistica ha permesso di documentare meglio la sua figura di musicista e collezionista: in quanto mecenate, committente di quadri a soggetto musicale, collezionista di strumenti, musiche e ritratti di musicisti è, potremmo dire, il prototipo dell'intellettuale del periodo a cavallo tra i due secoli. Attraverso l'analisi complessiva dei dipinti, connessa allo studio delle fonti documentarie, la ricerca scopre nel contesto ferrarese la presenza di una classe di intellettuali formata da aristocratici e gentiluomini dediti alle arti, collezionisti e mecenati, con buone cognizioni musicali acquisite tramite l'esercizio personale; tale classe di aristocratici e notabili cittadini si dedica con competenza alla musica e all'arte, conosce le sperimentazioni, si aggiorna sulle nuove tendenze stilistiche e mantiene una rete di contatti con gli intellettuali e gli artisti di diverse città e corti italiane coeve. Il clima culturale ferrarese che emerge alla fine non è quello della città di provincia richiusa in se stessa, ma manifesta, bensì, una vivacità di pensiero al pari dei più importanti centri di produzione culturale.
Iconografia musicale a Ferrara tra XVI e XVII secolo / Valentini, Anna. - (2012 Jan 23).
Iconografia musicale a Ferrara tra XVI e XVII secolo
Valentini, Anna
2012
Abstract
Iconografia musicale a Ferrara tra XVI e XVII secolo Oggetto di studio della ricerca sono le opere d'arte con dettagli musicali realizzate a Ferrara tra XVI e XVII secolo, e più precisamente dagli anni del governo di Alfonso II d'Este, ultimo duca di Ferrara, sino al terzo decennio del XVII secolo. Il ducato di Alfonso II d'Este (Ferrara, 1533-1597), iniziato nel 1559 e concluso con la sua morte, segnò un momento di straordinaria fioritura musicale per la città emiliana. Questo periodo eccezionale non è mai stato indagato nei documenti iconografici coevi, se non in maniera occasionale e per lo più relativamente al teatro. La ricerca realizza quindi una panoramica complessiva delle opere a soggetto musicale prodotte in questo periodo, insieme a compiute analisi di singoli dipinti. Gli artisti ferraresi che operarono nella capitale estense - Sebastiano Filippi, Ippolito Scarsella, Carlo Bononi e alcune personalità di minor rilievo - lasciarono un'abbondante produzione, con soggetti di carattere sia sacro che profano, molti dei quali comprendono dettagli musicali significativi. Lo studio delle testimoniante iconografiche ha permesso di raccogliere informazioni sulla diffusione di cultura musicale nel contesto ferrarese, non solo presso la corte estense – che da diverse generazioni patrocinava la musica e i musicisti – ma anche nei circoli accademici e a livello privato e familiare. Allo studio delle immagini è affiancata una parallela ricerca d'archivio sulle fonti scritte, compiuta in direzione di alcuni singoli dipinti o come approccio più squisitamente storico, volto a portare nuovi contributi al contesto artistico, musicale, culturale e sociale ferrarese. Nel caso di un personaggio particolare, Antonio Goretti, la ricerca archivistica ha permesso di documentare meglio la sua figura di musicista e collezionista: in quanto mecenate, committente di quadri a soggetto musicale, collezionista di strumenti, musiche e ritratti di musicisti è, potremmo dire, il prototipo dell'intellettuale del periodo a cavallo tra i due secoli. Attraverso l'analisi complessiva dei dipinti, connessa allo studio delle fonti documentarie, la ricerca scopre nel contesto ferrarese la presenza di una classe di intellettuali formata da aristocratici e gentiluomini dediti alle arti, collezionisti e mecenati, con buone cognizioni musicali acquisite tramite l'esercizio personale; tale classe di aristocratici e notabili cittadini si dedica con competenza alla musica e all'arte, conosce le sperimentazioni, si aggiorna sulle nuove tendenze stilistiche e mantiene una rete di contatti con gli intellettuali e gli artisti di diverse città e corti italiane coeve. Il clima culturale ferrarese che emerge alla fine non è quello della città di provincia richiusa in se stessa, ma manifesta, bensì, una vivacità di pensiero al pari dei più importanti centri di produzione culturale.File | Dimensione | Formato | |
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