The thesis deals with the representation of North African reality in some writings (letters, memoirs, notebooks…) by Andrej Belyj, who travelled in Tunisia and Egypt in 1911. Even if some of these works can be read through the lens of Belyj’s belonging to Russian symbolism or his affinity for anthroposophy, in this study the corpus is examined using a postcolonial approach. The aim of the thesis is to show several features of the author’s representation of the African world, features he shares with the orientalist European tradition and the Western way of thinking. This partially contrasts with Belyj’s negative evaluation of the colonizers and of modern European society in general. The thesis is divided into three chapters. The first one offers a survey of postcolonial studies and a history of the development of Russian-African relations (economic, political, cultural) from their origins (approximately during the 15th century) to the early 20th century. Moreover, an account of the common Russian perception of Africa between the end of the 19th and the beginning of 20th century is provided, thanks to articles, encyclopaedias’ entries and travel diaries all dating back to that period. In the second chapter Belyj’s representation of African reality is analysed in detail through a postcolonial reading; in particular, his images of the natural landscape, of the modern and hybrid Oriental metropolises and of the inhabitants are investigated. Relying also on semiotic studies, the third chapter reflects upon the cultural implications of Belyj’s writings, as well as upon the author’s perspective on European colonizers and the relationships between different culture (European, Arabic and Central African). In this scheme, Russia does not always belong to Europe for many reasons. In the end, while Europe is destined to death at the hands of its own colonies, which in a near future will invade the West, Russia maintains – and will always maintain – its independence and true essence.
Obiettivo della tesi è l’analisi, in prospettiva postcoloniale, di alcuni lavori dello scrittore simbolista Andrej Belyj relativi al suo viaggio in Africa del Nord (1911). Per meglio inquadrare le descrizioni e le considerazioni dell’autore, si sono presi a riferimento diari di viaggio di scrittori e giornalisti russi a lui coevi, nonché articoli di riviste a tema geografico e voci di enciclopedie. Nell'indagine sui rapporti tra le diverse culture in Belyj si sono inoltre rivelati efficaci gli studi culturologici, in particolare la semiotica lotmaniana. La tesi si presenta suddivisa in tre capitoli. Il primo capitolo (Di Russia e Africa. Per un approccio postcoloniale) si apre con una rassegna sugli studi postcoloniali (in particolar modo sul pensiero di Edward Said e Homi Bhabha); si esaminano inoltre le motivazioni di carattere storico e culturale che rendono tali studi poco diffusi e apprezzati nel contesto russo. L’attenzione è poi rivolta ai rapporti politici, economici e culturali tra Russia e Africa (dal XV secolo ai primi anni del Novecento), con un approfondimento sulla rappresentazione della parte settentrionale del “continente nero” in enciclopedie, riviste e diari di viaggio russi di fine Ottocento e inizi Novecento. Nel secondo capitolo (La rappresentazione della realtà (nord)africana negli scritti di Andrej Belyj) è condotta un’analisi dettagliata dei lavori dello scrittore sul viaggio in Africa (lettere alla madre e agli amici, articoli di giornale, le Putevye zametki e l’Afrikanskij dnevnik, le memorie di Meždu dvuch revoljucij). In particolare, si indaga la rappresentazione dello spazio extraurbano, dello spazio urbano e delle popolazioni locali. Lo studio mette in luce l’utilizzo, da parte dello scrittore, di strategie rappresentative e stereotipi mutuati direttamente dalla tradizione orientalista europea; d’altra parte, però, emergono la visione critica di Belyj sull'esperienza coloniale occidentale e la sua simpatia verso i popoli arabi sottomessi. Tale presa di posizione, presente fin dalle lettere del 1911, si acuisce progressivamente nel corso delle successive rielaborazioni. Nel terzo capitolo (L’Europa riflessa) si analizza la rappresentazione del colonizzatore negli scritti di Belyj. Viene indagata la costruzione dell’immagine dei francesi e degli inglesi, che diventano oggetto dello sguardo dell’autore esattamente come le popolazioni africane. “Altro” sia rispetto all'arabo, sia rispetto all'occidentale, Belyj riserva una posizione particolare a se stesso in quanto russo. La questione della collocazione della Russia tra Oriente e Occidente – in questo caso tra Europa colonizzatrice e Africa colonizzata – è il fulcro della trattazione successiva, in cui è enucleata – grazie alla semiotica lotmaniana – la contrapposizione beliana tra diverse semiosfere (Europa/mondo arabo/Africa nera). Nello schema che si viene a delineare, la Russia riveste un ruolo ambiguo; a tratti è parte dell’universo occidentale, con il quale mantiene forti legami culturali, a tratti invece ne è decisamente estranea. Il lavoro condotto conferma la validità dei postcolonial studies sia in relazione agli scritti di Belyj, sia nel più ampio contesto dell’orientalistica e pubblicistica russa sull'Africa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Il "negro" di Andrej Belyj. Il colonialismo europeo e la crisi della società occidentale nel simbolismo russo / Frison, Anita. - (2018 Jan 13).
Il "negro" di Andrej Belyj. Il colonialismo europeo e la crisi della società occidentale nel simbolismo russo
Frison, Anita
2018
Abstract
Obiettivo della tesi è l’analisi, in prospettiva postcoloniale, di alcuni lavori dello scrittore simbolista Andrej Belyj relativi al suo viaggio in Africa del Nord (1911). Per meglio inquadrare le descrizioni e le considerazioni dell’autore, si sono presi a riferimento diari di viaggio di scrittori e giornalisti russi a lui coevi, nonché articoli di riviste a tema geografico e voci di enciclopedie. Nell'indagine sui rapporti tra le diverse culture in Belyj si sono inoltre rivelati efficaci gli studi culturologici, in particolare la semiotica lotmaniana. La tesi si presenta suddivisa in tre capitoli. Il primo capitolo (Di Russia e Africa. Per un approccio postcoloniale) si apre con una rassegna sugli studi postcoloniali (in particolar modo sul pensiero di Edward Said e Homi Bhabha); si esaminano inoltre le motivazioni di carattere storico e culturale che rendono tali studi poco diffusi e apprezzati nel contesto russo. L’attenzione è poi rivolta ai rapporti politici, economici e culturali tra Russia e Africa (dal XV secolo ai primi anni del Novecento), con un approfondimento sulla rappresentazione della parte settentrionale del “continente nero” in enciclopedie, riviste e diari di viaggio russi di fine Ottocento e inizi Novecento. Nel secondo capitolo (La rappresentazione della realtà (nord)africana negli scritti di Andrej Belyj) è condotta un’analisi dettagliata dei lavori dello scrittore sul viaggio in Africa (lettere alla madre e agli amici, articoli di giornale, le Putevye zametki e l’Afrikanskij dnevnik, le memorie di Meždu dvuch revoljucij). In particolare, si indaga la rappresentazione dello spazio extraurbano, dello spazio urbano e delle popolazioni locali. Lo studio mette in luce l’utilizzo, da parte dello scrittore, di strategie rappresentative e stereotipi mutuati direttamente dalla tradizione orientalista europea; d’altra parte, però, emergono la visione critica di Belyj sull'esperienza coloniale occidentale e la sua simpatia verso i popoli arabi sottomessi. Tale presa di posizione, presente fin dalle lettere del 1911, si acuisce progressivamente nel corso delle successive rielaborazioni. Nel terzo capitolo (L’Europa riflessa) si analizza la rappresentazione del colonizzatore negli scritti di Belyj. Viene indagata la costruzione dell’immagine dei francesi e degli inglesi, che diventano oggetto dello sguardo dell’autore esattamente come le popolazioni africane. “Altro” sia rispetto all'arabo, sia rispetto all'occidentale, Belyj riserva una posizione particolare a se stesso in quanto russo. La questione della collocazione della Russia tra Oriente e Occidente – in questo caso tra Europa colonizzatrice e Africa colonizzata – è il fulcro della trattazione successiva, in cui è enucleata – grazie alla semiotica lotmaniana – la contrapposizione beliana tra diverse semiosfere (Europa/mondo arabo/Africa nera). Nello schema che si viene a delineare, la Russia riveste un ruolo ambiguo; a tratti è parte dell’universo occidentale, con il quale mantiene forti legami culturali, a tratti invece ne è decisamente estranea. Il lavoro condotto conferma la validità dei postcolonial studies sia in relazione agli scritti di Belyj, sia nel più ampio contesto dell’orientalistica e pubblicistica russa sull'Africa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.File | Dimensione | Formato | |
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