Si propone un’analisi dell’apparato esemplare della "Gramatica spagnuola e italiana" di M. Chirchmair, pubblicata nel 1709 a Firenze, a partire dallo studio della proposta lessicale fornita nella sezione grammaticale dell’opera che l’autore utilizza come mezzo didattico per l’insegnamento/apprendimento della lingua spagnola da parte di discenti italofoni. Quest’opera, come già evidenziato dalla letteratura (Carreras i Goicoechea 2005; Sáez Rivera 2009; Lombardini e San Vicente 2015; San Vicente 2018), si ispira al compendio pubblicato da Franciosini nel 1638, considerato testo di riferimento nel panorama dell’insegnamento dello spagnolo in Italia fino al XVIII secolo, tanto da esserne quasi una copia. Ma senza addentraci qui nella complessa questione della relazione delle fonti tra norma, uso e auctoritates, che porterà all’assunzione di posizioni discordanti già tra i teorici della grammatica spagnola nei suoi secoli d’oro (Pozuelo Yvancos 1986), partiamo –e condividiamo– dal pensiero di De Kock (1990: 41) secondo cui una grammatica non deve presentare esempi casuali in quanto la comprensione e l’assimilazione di un fenomeno grammaticale dipende in gran parte dall’esemplificazione che si fornisce nel testo, oltreché dalla sua descrizione ed analisi. Presentiamo uno studio quantitativo e qualitativo sugli esempi lessicali della prima edizione della "Gramatica" finalizzato ad una riflessione sulla metodologia grammaticografica e didattica dell’autore, nonché sul suo modello linguistico basato sul canone o sugli usi della lingua. Il nostro obiettivo consiste nell’approfondire la conoscenza, finora esigua, sulla grammatica di Chirchmair, un’opera poco trattata nell’ambito degli studi dell’insegnamento della lingua castigliana a italiani, attraverso l’esposizione di nuovi dati che ne permettono la collocazione nella tradizione grammaticale dello spagnolo in Italia.
La ejemplificación en la "Gramatica spagnuola e italiana" de M. Chirchmair (1709): análisis del componente léxico
Giulia Nalesso
2022
Abstract
Si propone un’analisi dell’apparato esemplare della "Gramatica spagnuola e italiana" di M. Chirchmair, pubblicata nel 1709 a Firenze, a partire dallo studio della proposta lessicale fornita nella sezione grammaticale dell’opera che l’autore utilizza come mezzo didattico per l’insegnamento/apprendimento della lingua spagnola da parte di discenti italofoni. Quest’opera, come già evidenziato dalla letteratura (Carreras i Goicoechea 2005; Sáez Rivera 2009; Lombardini e San Vicente 2015; San Vicente 2018), si ispira al compendio pubblicato da Franciosini nel 1638, considerato testo di riferimento nel panorama dell’insegnamento dello spagnolo in Italia fino al XVIII secolo, tanto da esserne quasi una copia. Ma senza addentraci qui nella complessa questione della relazione delle fonti tra norma, uso e auctoritates, che porterà all’assunzione di posizioni discordanti già tra i teorici della grammatica spagnola nei suoi secoli d’oro (Pozuelo Yvancos 1986), partiamo –e condividiamo– dal pensiero di De Kock (1990: 41) secondo cui una grammatica non deve presentare esempi casuali in quanto la comprensione e l’assimilazione di un fenomeno grammaticale dipende in gran parte dall’esemplificazione che si fornisce nel testo, oltreché dalla sua descrizione ed analisi. Presentiamo uno studio quantitativo e qualitativo sugli esempi lessicali della prima edizione della "Gramatica" finalizzato ad una riflessione sulla metodologia grammaticografica e didattica dell’autore, nonché sul suo modello linguistico basato sul canone o sugli usi della lingua. Il nostro obiettivo consiste nell’approfondire la conoscenza, finora esigua, sulla grammatica di Chirchmair, un’opera poco trattata nell’ambito degli studi dell’insegnamento della lingua castigliana a italiani, attraverso l’esposizione di nuovi dati che ne permettono la collocazione nella tradizione grammaticale dello spagnolo in Italia.File | Dimensione | Formato | |
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