Il caso qui in commento si inserisce nel filone giurisprudenziale inaugurato dalla Cassazione nel noto “caso Englaro”; il giudice tutelare attribuisce pertanto all’amministratore di sostegno il potere di rappresentare il paziente in stato vegetativo permanente allo scopo di chiedere la sospensione della nutrizione artificiale che lo mantiene in vita, se ciò corrisponde al suo “miglior interesse”, come esso emerge dalla ricostruzione della sua volontà presunta. Sul presupposto che la l. n. 219/2017 non contiene una regola esplicita sulla volontà presunta del paziente incapace, l’autore si propone di indagare la persistente bontà di tale impianto alla luce dell’attuale normativa. Tale indagine mette in luce le ragioni che sostengono la legittimità dell’opera di ricostruzione della volontà presunta al fine di determinare il best interest del paziente, anche a regime della l. n. 219. L’autore svolge infine delle riflessioni su una questione normalmente poco indagata nella casistica giurisprudenziale italiana, ovvero la valutazione di proporzionalità (o meno) della nutrizione artificiale negli stati vegetativi permanenti.
Volontà presunta e best interests del paziente in stato vegetativo permanente (commento a Trib. Roma, decr. 22.1.2021)
Vincenzo Durante
2021
Abstract
Il caso qui in commento si inserisce nel filone giurisprudenziale inaugurato dalla Cassazione nel noto “caso Englaro”; il giudice tutelare attribuisce pertanto all’amministratore di sostegno il potere di rappresentare il paziente in stato vegetativo permanente allo scopo di chiedere la sospensione della nutrizione artificiale che lo mantiene in vita, se ciò corrisponde al suo “miglior interesse”, come esso emerge dalla ricostruzione della sua volontà presunta. Sul presupposto che la l. n. 219/2017 non contiene una regola esplicita sulla volontà presunta del paziente incapace, l’autore si propone di indagare la persistente bontà di tale impianto alla luce dell’attuale normativa. Tale indagine mette in luce le ragioni che sostengono la legittimità dell’opera di ricostruzione della volontà presunta al fine di determinare il best interest del paziente, anche a regime della l. n. 219. L’autore svolge infine delle riflessioni su una questione normalmente poco indagata nella casistica giurisprudenziale italiana, ovvero la valutazione di proporzionalità (o meno) della nutrizione artificiale negli stati vegetativi permanenti.File | Dimensione | Formato | |
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