La storia industriale del Veneto è sicuramente una storia di successo. Oggi però questo modello di sviluppo ha portato i territori distrettuali veneti a dover evolvere per non dover soccombere. Infatti, i fattori che avevano supportato questo modello di sviluppo (l'eccesso di offerta di lavoro, la presenza di un territorio a insediamenti diffusi, relativamente ben collegati, un contesto sociale coeso e la presenza di una successione di condizioni acroeconomiche favorevoli) sembrano oggi essere diventati limiti, se non addirittura completamente superati. Pertanto, un insieme di fattori, ora endogeni ed ora esogeni, hanno contribuito alla cns1 dissolvimento/trasformazione) del distretto. La necessità sembra essere il raggiungimento di nuovi distretti produttivi, ovvero di addensamenti locali (locai network), interconnessi con attori esterni (global network), caratterizzati da addensamenti locali meno consistenti e relazioni globali più intensi e variegati, ma che abbiano ancora nei caratteri peculiari del territorio il loro elemento trainante. L'intervento intende innanzitutto testimoniare alcuni cambiamenti nelle modalità di uso del territorio che impongono un suo ripensamento. In particolare, l'eterotopia dei territori oggetto del caso di studio proposto pone il paesaggio al centro del dibattito in qualità di strumento che potrebbe consentire ai vecchi distretti industriali la loro qualificazione, rilanciando quindi il genius loci come vantaggio competitivo in un'epoca di reti lunghe e dissolvimento delle relazioni di prossimità. In questo, il paesaggio dei piccoli centri storici, delle zone produttive, dei grandi spazi agricoli può rappresentare un'opportunità se riuscirà a puntare sull'integrazione degli aspetti fisici con quelli socio-economici.
Ripensare le aree produttive: dai distretti industriali alle reti innovative
Bove Alessandro
;Boschetto Pasqualino
;Savino Michelangelo
2021
Abstract
La storia industriale del Veneto è sicuramente una storia di successo. Oggi però questo modello di sviluppo ha portato i territori distrettuali veneti a dover evolvere per non dover soccombere. Infatti, i fattori che avevano supportato questo modello di sviluppo (l'eccesso di offerta di lavoro, la presenza di un territorio a insediamenti diffusi, relativamente ben collegati, un contesto sociale coeso e la presenza di una successione di condizioni acroeconomiche favorevoli) sembrano oggi essere diventati limiti, se non addirittura completamente superati. Pertanto, un insieme di fattori, ora endogeni ed ora esogeni, hanno contribuito alla cns1 dissolvimento/trasformazione) del distretto. La necessità sembra essere il raggiungimento di nuovi distretti produttivi, ovvero di addensamenti locali (locai network), interconnessi con attori esterni (global network), caratterizzati da addensamenti locali meno consistenti e relazioni globali più intensi e variegati, ma che abbiano ancora nei caratteri peculiari del territorio il loro elemento trainante. L'intervento intende innanzitutto testimoniare alcuni cambiamenti nelle modalità di uso del territorio che impongono un suo ripensamento. In particolare, l'eterotopia dei territori oggetto del caso di studio proposto pone il paesaggio al centro del dibattito in qualità di strumento che potrebbe consentire ai vecchi distretti industriali la loro qualificazione, rilanciando quindi il genius loci come vantaggio competitivo in un'epoca di reti lunghe e dissolvimento delle relazioni di prossimità. In questo, il paesaggio dei piccoli centri storici, delle zone produttive, dei grandi spazi agricoli può rappresentare un'opportunità se riuscirà a puntare sull'integrazione degli aspetti fisici con quelli socio-economici.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Bove_Boschetto_Savino_SIU_TO2021.pdf
accesso aperto
Descrizione: pdf fornito dall'editore
Tipologia:
Published (publisher's version)
Licenza:
Creative commons
Dimensione
1.35 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.35 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.